Il campionato spagnolo si è dimostrato il migliore dEuropa in questa stagione ed il fatto che abbia portato due squadre alle final four non stupisce affatto. Se per il Tau era perlomeno preventivabile, per lUnicaja era semplicemente un sogno non piu tardi di un paio di mesi fa.
[img]http://www.euroleague.net/resourceserver/5770/58f38790-0695-47e7-996f-82678566478f/eaa4457332dcbecf070ab4f75094ed04/rglang/iv/cl/en-US/filename/58f38790-0695-47e7-996f-82678566478f.gif[/img] [b]UNICAJA MALAGA[/B]
Linizio della stagione per i freschi campioni di Spagna è stato ben diverso rispetto ai fasti precedenti e nella massima competizione europea arrivano sconfitte di misura a casa di Maccabi e Cibona e tra le mura amiche nel derby con la Joventut. Il 16 novembre contro il materasso Olimpia Lubjana finalmente viene mossa la casella delle vittorie, prontamente ri-bloccata con lavvento del Panathinaikos che fa saltare il banco senza troppe difficoltà.
Sembra poter esserci uninversione di tendenza quando due vittorie in fila (contro Roma e Partizan) ridanno ossigeno alla truppa di Scariolo, prima dellautentico disastro nel ritorno con Maccabi (-15), ma soprattutto con Badalona. In terra catalana arriva il devastante 53 che ha tutte le sembianze di un game set and match per le residue speranze di qualificazione. A peggiorare ulteriormente le cose, arriva anche linfortunio a Marcus Brown che sembra non avere una soluzione nel breve tempo.
Scariolo riesce a riportare i suoi in carreggiata e con quattro vittorie nelle ultime cinque partite, Malaga si qualifica e fa anche un bel regalo a Roma nellultima giornata con la vittoria a Belgrado.
Questa, però, è una squadra che non convince ancora appieno sia per il gioco espresso, che per londivago rendimento tenuto nella liga ACB. A corroborare questa ipotesi arriva anche lo spiacevole evento di Mosca quando Sanchez sbotta completamente contro lallenatore per un cambio avventato. Per lennesima volta sembra il punto di rottura, ma con la dipartita di Lorbek (misterioso il suo rendimento visto a posteriori) e linserimento di Marko Tusek, ecco la ritrovata armonia e voglia di vincere dello spogliatoio. I leader emotivi Cabezas, DeMiguel e Rodriguez prendono in mano la questione e, complice anche un raggruppamento non proprio di ferro, si qualificano alle top sixsteen con quattro vittorie, due sconfitte e la testa del girone.
La città è in delirio. I primi due episodi della serie contro il Barcellona dicono che gli ospiti non sono in grado di vincere a domicilio e gara 3 non farà eccezione. Partita bellissima, intensa, vinta e persa almeno un paio di volte da ambo le squadre, arriva punto a punto nel finale e viene decisa dallMVP del match, ovvero Pepe Sanchez. La sua tripla ad 8 dalla fine che dà lultimo e definitivo vantaggio ai suoi, manda in paradiso unintera città che si appresta ad affrontare le final four con un Marcus Brown in più.
[U]CURIOSITA:[/U]
– Malaga non ha mai basato il suo gioco su realizzatori fenomenali, stante anche lassenza di Brown, ma ha trovato un ottimo equilibrio che vede prevalere Faison con soli 11,8 di media a partita.
– Berni Rodriguez è il pretoriano di Scariolo, nonché mister utilità, infatti gioca 28 minuti di media e regala anche 2.7 assists.
– Lestro di Sanchez e la sua visione di gioco chirurgica danno quel pepe in più ad un attacco che fattura 72,4 punti a partita con il 52,2 dal campo e il 35,5 da 3 punti.
– Ci sarà anche Ignacio De Miguel, nonostante la perdita di ben due incisivi durante un allenamento di qualche giorno fa. Partirà regolarmente con la squadra e dovrebbe essere in campo con il CSKA, mentre è ancora da valutare la situazione di Marko Tusek, infortunatosi alla caviglia non più di una settimana fa, sempre in allenamento.
[U]LA CHIAVE:[/U]
Due sono di sicuro rilievo:
– Se Welsch sarà in grado di giocare una partita di alto livello come il suo talento lo permetterebbe.
– La presenza e/o l’eventuale apporto di Santiago al centro dellarea. Pur brutto nei movimenti, sovrapagato e decisamente poco tecnico è fondamentale per presidiare il pitturato contro lunghi del calibro di Smodis, Van den Spiegel ed Andersen.
[img]http://www.euroleague.net/resourceserver/5768/58f38790-0695-47e7-996f-82678566478f/c9732c637d76e9c3c21068ed8451605e/rglang/iv/cl/en-US/filename/58f38790-0695-47e7-996f-82678566478f.gif[/img] [b]CSKA MOSCA[/b]
Ettore Messina è sinonimo ovunque di vittorie e non per nulla larmata rossa è campione in carica, nonché papabile di repeat.
Il roster è decisamente simile a quello dello scorso anno, con un David Andersen in più che non aveva giocato le final four dellanno passato, ma con un Vanterpool in meno, ancora alle prese con un infortunio.
Dont cry for me Argentina. perché al posto dellex senese è subentrato Oscar Torres che in un sistema oliato e collaudato come quello moscovita, ha trovato una dimensione di assoluto valore, fornendo fisicità (5,1 rimbalzi a partita, ovvero il meglio in squadra su un campione di 8 partite) e anche punti istantanei.
Al grido di squadra che vince non si cambia il CSKA si presenta alla nuova stagione con il fardello della difesa del il titolo. Nessun problema. Linizio di regular season è favorevole con la vittoria in quel di Napoli e davanti al pubblico amico contro lAris, salvo poi incontrare la prima ed unica sconfitta nel girone eliminatorio dalle mani del Pau Orthez. Da quel momento il CSKA è diventato una pressa che non fa prigionieri. Sino alla fine della prima fase rimane imbattuto inanellando 11 vittorie in fila, tra le quali il cappotto al Barcellona di Ivanovic, alla Benetton di Blatt e al Fenerbache.
Un rullo compressore che non ha trovato rivali allaltezza, nemmeno nelle top 16 dove, assieme al Tau, ha fatto percorso netto prolungando la propria sontuosa serie sino a 17 partite consecutive con la parte buona del referto. Come spesso è successo sotto la conduzione di Ivkovic si è arrivati immacolati nel momento clou, salvo poi capitolare proprio sul più bello, vedi le final four in casa due anni or sono.
Invece chiamati a vincere la riedizione della finale dello scorso anno, la Messinas crew si è permessa la gara 2 di sbandamento in quel di Tel-Aviv, salvo poi mettere in chiaro tra le mura amiche chi meritasse il viaggio per Atene. Ordinaria amministrazione in gara 3 con una difesa asfissiante ed un risultato mai in discussione. 92-71 ed altro viaggio alle final four.
Lallenatore ex Virtus e Benetton è sicuramente abituato a questi climi, ha esperienza e sa come tirare fuori il massimo da campioni come Smodis, Anderesen, Langdon ecc. che già sanno gestirsi da par loro.
Il coach predica calma, lo ha sempre fatto anche dopo le 17 vittorie consecutive, premendo sul fatto che vincere è più facile che riconfermarsi. Larmata rossa è sicuramente la favorita di questa semifinale, ma gli avversari sono tuttaltro che da sottovalutare, vista la loro tignosità e la voglia di non mollare mai.
Le finanze pressoché illimitate dei russi hanno permesso di far fronte alla perdita di una pedina fondamentale come Vanterpool, con un acquisto ben noto dalle nostre parti come Oscar Torres. Per ogni giocatore entrare in un meccanismo di squadra così sarebbe stato difficile, però per lex Napoli è stato tutto diverso ed il suo apporto, soprattutto dal punto di vista fisico ed atletico si è fatto sentire subito. Sicuramente non è Vanterpool a livello di gestione di ritmi e leadership, però rimane ciò che di meglio si potesse inserire, per non scombinare gli equilibri della squadra.
[u]CURIOSITA:[/u]
– La particolarità di questa squadra è che oltre ad un roster da prima della classe, può permettersi di fare uscire dalla panchina come sesto uomo, semplicemente il miglior giocatore dEuropa, ovvero Theo Papaloukas. Il greco è sempre in grado con la sua celestiale (ed immaginifica) gestione di gioco, di infliggere quel cambio di ritmo e quellimprevedibilità che spesso permettono al CSKA di piazzare parziali mortiferi. I suoi 5,3 assists sono semplicemente la cifra più alta di tutta Europa, ma oltre a quelli a referto, vanno anche i suoi giochi a due e le sue iniziative che generano attacchi e buoni tiri piazzati per attaccanti come Holden e Langdon.
– Se Theo crea, i compagni non perdonano, infatti fatturano 77.5 punti di media, con il 54,6% dal campo e il 40% da 3 e perdendo solamente 11 palloni a partita.
[u]LA CHIAVE:[/u]
La chiave di queste final four per Mosca è la durezza mentale e la convinzione che deriva dalla vittoria dello scorso anno. Essere i campioni uscenti mette una certa pressione, però rende anche consci della propria forza e della possibilità di ripetersi. Nei momenti dove non si può sbagliare e serve la giocata giusta, questa squadra cè sempre, quindi occhio a dare per favorita la vincente dellaltra semifinale perché prima di passare sul cadavere dei russi ci vuole una prova perfetta.