CUCCIAGO (CO) – Questa ACEA non smette più di stupire e vince la sesta gara su otto trasferte in campionato, due sconfitte rimediate solo a Milano ad inizio stagione ed in quel Bologna, avendo tra l’altro sbagliato anche l’ultimo possesso del potenziale pareggio in terra felsinea. Ormai le parole cominciano a latitare per descrivere in modo corretto il carattere, la grinta ma soprattutto la compattezza d’intenti che i ragazzi con la maglia Virtus addosso esprimono gara dopo gara, tra guai e malanni fisici che in questa fase della stagione ovviamente incominciano a presentare il conto.
Nessuno aveva violato il parquet brianzolo quest’anno, ebbene la Virtus costruita con un budget ridotto all’osso da Nicola Alberani e con il coadiuvo di Marco Calvani, questa Virtus umile e spartana, sta ridando senso alla parola “sudore” e “sacrificio” associata alla pallacanestro nella sua essenza completa, totale quasi. Certo, lo spettacolo ed il gioco offerto questa sera dalla Virtus è stato appena sufficiente in fase di possesso ma era importante vedere come avrebbe reagito l’ACEA al cospetto di un avversaria di rango decisamente superiore dopo le scorribande vittoriose su campi alla propria portata, contro un roster molto più lungo e profondo del proprio.
E vittoria è stata. Sofferta, tirata come era facile prevedere e che impressione vedere ad esempio Lollo D’ercole, al termine della sfida vittoriosa piangere, sia di gioia ma anche di dolore per un fastidiosissimo malanno addominale che lo tormenta da una decina di giorni, vuol dire che c’è veramente qualcosa che batte sotto la sua maglia e che non può essere soltanto il suo ego da buon professionista.
Una gara anche questa sera a punteggio basso da parte dell’Urbe, nuovamente non superati i 70 punti all’attivo ma come sempre una buonissima difesa di base. Anzi, oseremmo dire un altro piccolo clinic su come difendere mischiando anche zona ed uomo nella stessa azione, fattore questo che ha destabilizzato il già fragile piano d’attacco canturino, minato dalle recenti opache prestazioni. Una grande prova difensiva da parte dell’Urbe quindi ma, a voler essere proprio pignoli, anche qualche distrazione di troppo sulle rimesse laterali sotto il proprio canestro, contate ben tre soluzioni vincenti su tre tentativi di Cantù con i secondi contati dove qualcuno ha sempre perso due volte Brooks e l’altra Markoishivili, senza dimenticare l’antisportivo sanzionato a Czyz su Leunen “perso” sempre da rimessa da fondo campo in fase di difesa.
E visto che abbiamo citato l’attuale leader offensivo della chebolletta come non evidenziare che, comunque fatti i complimenti a Roma per la meritata vittoria, oggi questa Cantù è decisamente la lontana parente della bella squadra che un mese fa battagliava con le potenze europee nella Euroleague? Il georgiano stasera ha forse condizionato i compagni emotivamente, le notizie che lo vedono ormai in maglia Galatasaray sono più che una voce ed il suo saluto a fine gara, commosso ed applaudito dal solito fantastico pubblico di casa, lo dimostrano e le sue cifre poco brillanti lo confermano: 1/6 dalla lunga, 2/5 da due per un totale di 10 punti.
Ma sarebbe banale teorizzare l’involuzione del gioco, del sistema trinchieriano con la probabile cessione di Markoishivili. Un deterioramente del sistema di gioco visto anche domenica scorsa a Venezia e confermato stasera, con la chebolletta che mai ha dato la sensazione di poter gestire la sfida se non nell’ultimo quarto, dopo aver piazzato un micidiale parziale da 12-0 che gli consegnava al 36° quattro punti di vantaggio (60-56), e soprattutto l’inerzia della gara. Non inganni però il play-by-play della sfida perchè, anche se il parziale dice appunto 12-0 per Cantù, bisogna anche evidenziare come tale break sia stato generato più per demeriti dell’attacco romano che per fluidità di possesso canturino, con in più un briciolo di buena suerte su di una tripla tre volte ballerina sul ferro di Tabu prima di chiudere la sua logica corsa nel cotone romano. Sia chiaro, idem per una tripla di Goss fondamentale nell’economia della gara e dopo una spettacolare conclusione sempre dalla lunga di Markoishivili con Lawal addosso (mica uno qualunque), ma nel complesso…..Del bel gioco di Cantù, del possesso prolungato e paziente per cercare il tiro a più alta percentuale misto ad una difesa asfissiante su ogni uomo ed in ogni zona del campo non v’è più traccia.
Con un Tabu positivo solo dalla lunga e meno fluido nel dettare i tempi di gioco e con un Anderson da -4 di valutazione in 9 minuti di gioco, il perchè potrebbe essere spiegato ma come si spiega allora la prova a dir poco inesistente dei pretoriani Leunen e Mazzarino? E come si spiegano gli 8 minuti di panchina per Aradori nel quarto periodo e del suo sfondo successivo al suo ingresso in campo? Il giocattolo sembra essersi lesionato, non s’è rotto. Forse anche Trinchieri che ha recentemente accettato la panchina ellenica ha incrinato qualcosa in seno allo spogliatoio sull’onda di questa scelta perchè altrimenti l’attuale crack non si spiega e, lo ribadiamo, Roma ha vinto con merito ma non ha certamente incantato per la qualità delle sue scelte offensive, tenendo anche conto che anche questa sera i suoi lunghi di complemento, Jones (tranne una tripla buona….Lasciamo stare il resto), Czyz e Lorant, hanno lasciato abbastanza a desiderare in fase di possesso, a dire il vero meno peggio il giovane polacco.
Tant’è, adesso sarà una settimana di passione e di domande in casa chebolletta mentre Roma potrà festeggiare e preparare con la massima cura la prossima trasferta in quel di Reggio Emilia, con il livello dell’entusiasmo a cime mai pensate o pensabili, in fin dei conti tra 10 giorni c’è già la rivincita con in palio la semifinale di Coppa Italia.
Primo periodo, Calvani parte con Czyz in quintetto dopo tempo immemore mentre Trinchieri non ritiene opportuno dar fiducia a Markoishvili, sotto pressione per la vicenda Galatasaray. Come era facile prevedere, soprattutto con l’ACEA degli ultimi tempi, si parte a marce basse in attacco da ambo i lati ed è soprattutto il festival delle palle perse con le difese che sporcano passaggi su passaggi ed il solito Lawal a fare la voce grossa sotto i tabelloni, imitato dalla coppia Brooks e Cusin. Non è bellissimo basket, anzi, al 5° Lawal mette dentro il secondo canestro per i suoi, 5-4 per Cantù la quale segna solo in transizione, Aradori cerca l’allungo al 6°, 8-4. Ma Roma non molla, lo si sa, risponde colpo su colpo, contra e riparta come se stesse tirando di scherma e grazie ad un ottimo Lawal, Goss e Czyz chiude addirittura avanti 12-16. Cantù sembra legnosa, lenta, poco reattiva quando c’è da velocizzare il tiro e chiudere la soluzione mentre Roma sembra quasi speculare ma riesce a limitare i danni grazie a Lawal che domina in difesa e si fa sentire in attacco, ben innescato come al solito.
Secondo periodo, da due delle migliori prime quattro squadre che tirano da tre ci si aspetta la santabarbara dalla lunga ma invece il ritmo non cambia. Cantù però parte molto meglio dell’Urbe, break all’inizio da 7-0 con un buonissimo Brooks ed anche il redivivo Scekic a referto, 19-16 al 14° mentre Roma tira male perché sceglie soluzioni a bassa percentuale di realizzazione. Però quando l’ACEA è in crisi, sempre al 14° è già a 4 falli di squadra, ci pensa Lawal che blocca la fuga in pectore dei bianco blu. Poi due triple per parte, prima Tabu e dopo D’Ercole ma il ritmo è sempre poco amico della lucidità. Intendiamoci, non c’è gran velocità ma c’è quasi frenesia e poca freddezza, spesso gli attacchi non fanno lavorare a dovere le difese e queste ultime hanno gioco facile nel loro compito. Roma si porta a +4 sempre con D’Ercole stavolta da due, 24-28 al 18° con Trinchieri che chiama tempo ma i due minuti finali sono tutti dei padroni di casa con Super Brooks, che gode anche di una grave dimenticanza a zero secondi da palla inattiva, si chiude 30-28 per Cantù un secondo parziale poco frizzante e denso di cose rivedibili da ambo i lati. E’ cominciata la schermaglia che vedrà le due squadre contro tra 10 giorni a Milano nei quarti di Final Eight?
Terzo periodo, Roma si scuote ma si scuote soprattutto Jordan Taylor che “spara” due triple su due possessi consecutivi imitato dal solito Super Gigi, 32-37 al 22° per gli ospiti che mostrano adesso più brillantezza esattamente come contro Pesaro la domenica scorsa, aver ricaricato le batterie in panca ha fatto bene….Super Gigi impazza assieme all’incredibile Taylor sempre dalla lunga (3/3 per lui nel periodo), l’ACEA vola al 26° sul +10 (39-49). Cantù ci capisce poco, sparacchia onestamente a salve anche con la zona romana ma non da affatto la sensazione di comprendere come scardinare la cassaforte romana. La Virtus non ne approfitta ulteriormente un granchè e gli errori, di tiro e di scelta, ritornano a predominare da tutte e due le parti del campo, uno spentissimo Leunen fa due liberi a seguito di un generoso antisportivo di Czyz su di lui e sempre su rimessa dal fondo…Cantù respira poi grazie ad un’altra tripla di Tabu a fil di sirena quasi, 46-51 ed il pubblico tira il classico sospiro di sollievo.
Ultimo periodo, Manuchar Markoishivili scuote subito i suoi ma un contro break da 0-5 del solito Lawal e di Jones (prova altamente rivedibile la sua a parte questa tripla), Roma si riporta a +8 al 32°, 48-56. Passeranno altri 5 minuti per rivedere Roma a referto e lo farà con la fortunosa tripla di Goss citata prima, nel contempo la chebolletta guadagna campo e recupera nel punteggio piazzando un parziale da urlo, 12-0. Dopo questa tripla, Cantù non segnerà più osservando invece i canestri vincenti di Datome e Taylor in attacco al ferro, segno di una tangibile e scarsa lucidità nei momenti topici con Tabu sul banco degli imputati, non è forse un caso che i brianzoli stiano perdendo tutti gli arrivi in volata con lui in campo in questa stagione. Roma alza i pugni al cielo, a Cantù si mastica amaro e domani arriva anche l’addio di Markoishivili, probabilmente….
Che bolletta Cantù – ACEA Virtus Roma 60-65
Parziali: 12-16; 18-12; 16-23; 14-14
Progressione: 12-16; 30-28; 46-51; 60-65
MVP: ormai non fa nemmeno più notizia…..18 punti, 5 falli subiti, 19 di valutazione, 5 rimbalzi. Indovinate chi è, ayooo? Bene anche Gani Lawal, 9 jump e 14 punti ma applausi per un Taylor che con il suo 3/3 nel terzo periodo mette le cose a posto in casa ACEA. Tabu fa 12 punti e 21 di valutazione, non malaccio ma la gestione degli ultimi possessi?
WVP: bella lotta in casa chebolletta tra Anderson e Mazzarino, sì proprio lui, Il Cardinale con un incredibile -2 di valutazione. Ma vogliamo parlare dell’1 collezionato da Leunen? O del 3 preso da Tyus?
Fabrizio Noto/FRED