ROMA – Nicola Alberani è forlivese, non dimenticatelo, appartiene ad una terra dove il basket è religione quasi se non più del calcio, il famelico calcio che tutto nasconde agli occhi dei media. E’ quindi normale per una persona come lui, nato e cresciuto in una zona d’Italia dove prima di calciarlo il pallone lo si mette a palleggiare per strada, discutere e parlare di basket con enfasi, trasporto, cura massima ma senza dimenticare un occhio avveduto ai cordoni della borsa.
In fin dei conti, un General Manager è pagato anche e soprattutto per questo, non ricordate il celeberrimo film di due anni fa con Brad Pitt “L’arte di vincere” in cui una ex promessa del baseball divenuto responsabile di una squadra professionistica a 360° porta, in una storia completamente vera, gli Oakland Athletics a battere il record di vittorie consecutive di tutti i tempi in regular season nel gioco forse più amato dagli americani? Bene, rivedetelo e capirete del perchè quando si parla di Nicola Alberani è facile accostare quel modello rappresentato da Brad Pitt nel film, quella scommessa dell’allora GM degli Athletics a lui.
In breve, rivedete quel film e noterete moltissimi punti di contatti tra quella storia a quanto sta accadendo a Roma in questa stagione: provare ad applicare un modello vincente in un contesto critico come quello di questa estate associata ad una squadra da rifondare, con un pubblico disilluso e depresso e con un Presidente sull’orlo dell’abbandono.
Nel film accade…..Beh, se non lo avete visto non ve lo diciamo come va a finire ma sappiate solo che Alberani, ovviamente supportato e sostenuto in primis da tutto l’insieme che ruota attorno a lui, riesce oggi a testimoniare in assoluta franchezza che quanto sta accadendo a Roma non sia per niente casuale.
“Il successo, le vittorie dei ragazzi sul campo è solo una parte del lavoro che svolgiamo tutti ogni giorno, quotidianamente, cercando di dare il meglio di noi stessi in ogni singolo ruolo e cercando di sbagliare il meno possibile: dal Presidente al sottoscritto, da Marco Calvani a Francesco Carotti sino al magazziniere. Tutti assieme, tutti, nessuno escluso.”
La prova è anche la notizia della mancata cessione di Gigi Datome in queste ore al Galatasaray.
“Voglio essere chiaro, è stato merito di un incontro di esigenze ma anche di sentimenti. La cifra che ci ha messo sul tavolo il club turco era molto ghiotta ma alla fine il Presidente per primo e lo stesso Gigi hanno capito che era meglio per tutti non far nulla e questo è un grosso punto d’orgoglio per questa squadra e non è retorica, per niente! Non voglio adesso fare le sviolinate al Presidente che non ne ha mica bisogno ma non dimenticare che io vengo da una realtà che l’anno scorso mi “costrinse” a vendere Easley a Sassari per 20.000 Euro, oggi lavoro per una società che ha deciso di non vendere uno dei suoi pezzi pregiati per una cifra ragguardevole, è un avvenimento importante che ha rafforzato ancora di più il gruppo ed il suo spirito ed a Cantù…..Lo avete visto tutti! Eppoi io credo fermamente nella chimica di gruppo e questo è fondamentale per me, cedere Gigi avrebbe voluto dire sconfessare tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi.”
Una squadra sempre presente a se stessa Nicola, forse un pò in difficoltà in questo momento della stagione fisicamente.
“Certo, non scopro l’acqua calda nel dire che adesso vengono fuori i malanni dei primi 6 mesi di stagione ma non solo per noi, in generale. Quelli che magari all’inizio erano solo dei fastidi adesso rischiano di tramutarsi in contratture muscolari, distorsioni a causa dello sforzo prolungato ma abbiamo anche un’ottimo staff di fisioterapisti…”
Anche il gioco palla in mano ne soffre però, specie se i tre lunghi come Lorant, Czyz e Jones vanno a corrente alternata.
“Lo capisco ma nessuno però sta sottolineando un dato. Questa squadra l’abbiamo costruita prima di tutto puntando sui valori umani e dopo tecnici. Lo so che con un insieme di bravi ragazzi non hai rogne nello spogliatoio ma poi se i bravi ragazzi non la buttano dentro hai risolto poco. Per questo motivo abbiamo i tre ragazzi che hai menzionato, perchè s’integrano a meraviglia tra di loro e, facci caso, ognuno di loro non brilla eccessivamente ogni gara ma da sempre, sempre il proprio contributo che forse non appare così netto perchè non fanno i…..15 o 20 punti a partita come dovrebbe fare un Jones, ad esempio, considerando che è anche un visto americano. Ma spesso ci si dimentica che Jones quelle volte che abbiam perso, e per fortuna al momento è successo solo 5 volte in stagione, non si può dire che si sia perso per colpe sue, affatto, mentre quando abbiamo vinto io conto almeno tre o quattro gare dove Bobby è stato determinante! E’ un collante importantissimo, ora sta avendo altri guai fisici, prima la schiena, ora i tendini…..Ma sta stringendo i denti e porta il suo mattone alla causa. Eppoi c’è Oleg Czyz che a mio avviso deve ritrovare confidenza con il suo gioco, s’è smarrito un pò mentre Peter (Lorant, ndr), da sempre il suo contributo, silenzioso ed efficiente. A volte lo si vede di più perchè segna qualche punto in più ma….E’ congeniale al sistema che abbiamo messo in piedi
A difesa di Jones, è vero che domenica scorsa ha perso qualche palla di troppo e fatto scelte di tiro rivedibili ma un certo Leunen in campo non si è proprio visto.
“Bobby non ha sbagliato una mossa in difesa contro Cantù e limitare Leunen è senza dubbio un titolo di merito…”
Ma Cantù ieri sera non ti è parsa un pò “colpita” dall’addio certo di Markoishivili?
“Forse, ma la professionalità di Trinchieri e degli altri ragazzi non si mettono in discussione, semmai hanno trovato una grande Roma in difesa che nel primo quarto sporcava tutti i passaggi e che alla fine è stata brava a mettergli addosso la pressione che li ha spinti a strafare, buon per noi.”
Domenica si va a Reggio Emilia e dopo la Final Eight, infine si torna a casa contro Milano. Cosa succede Nicola?
“Non faccio l’indovino ma dico solo che siamo sempre pronti a dare il massimo, vincere non stanca mai e noi vogliamo sempre vincere, lo vogliamo tanto….”
E se ti dicessi che i tifosi preferirebbero vincere contro Reggio e Milano ed uscire onorevolmente contro Cantù alle F8 tu cosa mi dici?
“Li rispetto e li capisco, del resto ogni domenica io mi faccio sempre dire a fine gara cosa han fatto Venezia e Reggio o Caserta sulle quali al momento abbiamo un buon vantaggio anche in termini di punti ma a Milano daremo il meglio di noi stessi, anche se siamo consapevoli che le risorse mentali ed energetiche che dovremmo gettare in campo potrebbero portarci qualche problemino andando avanti. Certo che vincere la Coppa sarebbe bellissimo…Dai, vediamo come va a finire ma prima c’è da giocare a Reggio, poi ne parliamo della Coppa.”
Comunque sei mesi bellissimi finora a Roma…
“Indubbiamente, sono contentissimo di questa opportunità che Claudio Toti mi ha dato ed il solo fatto che osservo attorno alla squadra entusiasmo dopo lo scetticismo generale e comprensibile, i sorrisi, la voglia di venirci a sostenere non ha eguali e mi da quella carica per cercare di fare al meglio il mio lavoro. Sul campo ci stiamo togliendo delle soddisfazioni enormi con un insieme di giocatori fantastico, con Phil e Gigi a tirare il gruppo e tutti gli altri a darci dentro, è un piacere enorme.”
Ti da anche la carica per visionare gare su gare dei campionati più improponibili del mondo per scovare talenti sin dalle 7:30 del mattino?
“E’ il mio lavoro, mi piace e cerco sempre di curare certi dettagli. Amo conoscerli i giocatori prima di trattarli, mi fido dei procuratori che sanno fare bene il loro mestiere ma io devo fare meglio il mio, semplice no?”
Fabrizio Noto/FRED