E quella che molti indicano come la vera finale ad ovest, tra quelle che sono due tra le più forti squadre della Western Conference, almeno sulla carta, quanto successo a Dallas ovviamente fa evitare proclami troppo sicuri.
In regular season è finita 2-1 per gli Spurs, ma naturalmente adesso Phoenix vorrà restituire la cortesia.
E una serie dai tanti spunti, il primo, quello più evidente è quello che è una battaglia tra attacco e difesa, si sfidano infatti il miglior [b]attacco[/b], ovviamente quello di Phoenix (110.2 punti a partita) e la miglior [b]difesa[/b] della lega, quella degli Spurs (90.09 punti concessi agli avversari). Qualcuno dovrà cedere il passo. Analizzando un altro aspetto, osserviamo che San Antonio ha un miglior differenziale tra punti segnati e subiti rispetto ai Suns (+8.42 rispetto a +7.30). Di solito, la difesa ti fa vincere nei playoffs, sarà così anche questa volta?
Altro aspetto di sicuro interesse è la sfida, anche se a distanza tra i due ultimi MVP capaci di ripetersi per due anni di seguito. [b]Steve Nash[/b] (MVP 2004-2005 e 2005-2006) è al suo undicesimo anno, questanno ha prodotto 18.6 punti (con un 53.2% che è career high) e 11.6 assist a partita. [b]Tim Duncan[/b] (MVP 2002-2003 e 2003-2004) invece al suo decimo anno tra i pro ha chiuso con 20 punti e 10.6 rimbalzi a gara. E evidente come siano loro i catalizzatori che fanno aumentare il tasso di pericolosità delle proprie squadra. La loro sfida nella sfida è un altro elemento di thrilling della serie.
Così come si va dicendo da inizio campionato il vero quesito per Phoenix è alla fine quanto inciderà [b]Amare Stoudemire[/b]. Contro i Lakers (24.2 + 13.6) non ha avuto praticamente opposizione, ma tutti in Arizona sanno che se vogliono andare davvero lontano hanno bisogno di sue grandi partite, magari come quelle che fece nel 2005 proprio nella serie contro gli Spurs (persa per 4-1) quando ebbe 37 punti (!) e 9.8 rimbalzi di media con un incredibile 42+16 in gara 5.
Per gli Spurs uno dei punti chiave è la resistenza dei suoi veterani: nel 1996-97 [b]Horry e Finley[/b] erano compagni di squadra nei Suns. Da allora Robert ha vinto 4 anelli con squadre diverse e Michael è diventato per diverso tempo il terminale principale dei Dallas Mavericks. Sarà interessante vedere come reggeranno allurto dei più atletici e giovani Suns.
Luomo che davvero però può fare la differenza per la franchigia del Texas è [b]Tony Parker[/b], vero coach in campo, che sa gestire il miglior attacco a metà campo della lega e sa quando imbeccare Duncan, magari dopo aver subito unasfissiante difesa a tutto campo. Quando poi ce nè bisogno Tony, nonostante un fisico normale è tra le migliori guardie a sapere penetrare in area e a concludere: lincredibile percentuale del 52% con la quale ha tirato questanno non ha bisogno di commenti.
[b]Ginobili e Marion[/b] possono essere gli elementi che potranno fare la differenza per luna o laltra parte. Largentino, che non parte in quintetto, ha chiuso con 13.4 + 5 rimbalzi e 3.8 recuperi nella serie contro Denver ed è in uno schema dattacco molto rigido come quello degli Spurs, quello che con il suo tiro dal palleggio può far saltare gli equilibri difensivi.
Marion (18.4+10.2 e 1.8 recuperi contro i Lakers) può praticamente difendere su tutti e 5 gli uomini e per i Suns qualsiasi apporto alla causa della difesa sarà sempre bene accetto.
Alla fine Phoenix spera di ripetere quanto successo nel 1993 quando i Suns di Charles Barkley fecero fuori gli Spurs di Robinson in sei partite per andarsi a giocare la finale contro MJ. Magari poi in Arizona si augurano un finale diverso.
Pronostico: Phoenix in sette partite.