SIENA- Grande Montepaschi ieri sera al Palaestra, i senesi si impongono sul Caja Laboral, seguito in terra di Toscana da una trentina di tifosi chiassosissimi ma molto corretti, e volano in testa al girone di Eurolega al pari della corazzata catalana, e cioè di quel Barcellona naturale favorito per la vittoria finale non solo di questo girone ma dell’intera Eurolega. Adesso, terminato il girone d’andata, si possono tirare delle prime somme e constatare come, al di là di ogni più rosea immaginazione, la Mens Sana sia fortemente proiettata verso i play-off di questa affascinante manifestazione. Primo posto con 6 vittorie su 7 gare e 4 punti di vantaggio sulla quinta, per Siena, in un girone che sembra proporre 5 squadre per 4 posti. Le due turche e il Maccabi appaiono attardate e, per ciò che si è visto fino ad oggi, oggettivamente inferiori alle 5 che si stanno giocando l’accesso alla fase successiva. Considerando fuori gara un Barcellona davvero più forte di tutti, restano 3 posti vacanti con Siena che, nelle prossime 7 gare del girone, deve difendersi dall’attacco di Olympiacos, Caja, Khimki Mosca, tutte e tre staccate di 4 punti dai campioni d’Italia. E’ ovvio che si tratta di un’impresa tutt’altro che facile ma, a questo punto, la cosa appare decisamente alla portata dei biancoverdi.
Ieri sera Siena ha rotto la partita nel secondo tempo dopo che nei primi venti minuti di gioco gli spagnoli erano andati al riposo lungo sul +2. Primo tempo sempre in equilibrio con Siena che guida nel punteggio per quasi tutto il primo quarto prima di essere superata proprio sul suono della sirena, anche il secondo quarto scorre sui binari dell’equilibrio con le due squadre che non riescono a superarsi e con la Mens Sana che ha in mano la palla del pareggio allo scadere, palla però sciupata da Kangur. Il terzo quarto è quello che in pratica decide la partita: le triple di Janning, Moss, Hackett, Brown scavano il solco, un fallo tecnico fischiato a Nocioni frutta 5 punti ai senesi e si va all’ultimo intervallo con i padroni di casa in vantaggio di 11 punti. 11 punti che resteranno tali anche al suono dell’ultima sirena con la Mens Sana che amministra abbastanza agevolmente il vantaggio toccando anche il +17. Finisce 85-74.
Tecnicamente la partita ha detto cose che sapevamo già, con il Caja straripante fisicamente che ha vinto la lotta sotto le plance ed ha trovato ben 19 canestri dal pitturato contro gli 11 dei senesi. Siena è stata però implacabile dall’arco chiudendo con un ragguardevole 15/26 che non è nemmeno parente dello scadentissimo 4/16 degli avversari. Squadre quindi che hanno mantenuto le premesse e le caratteristiche tecniche che conoscevamo. I biancoverdi sono stati pressochè perfetti dalla lunetta con un solo errore da parte di Eze ed hanno distribuito 16 assist contro i 22 degli avversari. Da notare il dato estremamente basso delle palle perse con 10 palloni gettati al vento da parte degli spagnoli e, addirittura, solo 8 per i biancoverdi. A livello di singoli Zan Tabak ha avuto un grande duo in Lampe e N. Bjelica. La mole di Lampe si è fatta sentire sotto canestro e il suo pick and roll ha causato numerosi danni alla difesa senese, addirittura meglio di lui Bjelica che ci è parso giocatore davvero “totale” in grado di segnare dall’arco, dal pitturato, buon rimbalzista con 7 catture, dotato di una grande tecnica individuale, il migliore dei suoi. Degli altri da segnalare il buon avvio di un sempre grande San Emeterio che però alla distanza si è spento, luci ed ombre per Nocioni, attesissimo, che non ha tirato benissimo (3/9) attirando però su di sè 6 falli, ma commettendo un fallo tecnico che ha pesato tantissimo sulla fuga decisiva di Siena. Rivisto sul parquet Omar Cook, il play americano, defenestrato da Milano, non ha certo causato rimpianti stasera nella dirigenza meneghina. In casa senese Luca Banchi ha spremuto soprattutto i giocatori mandati in campo nello starting five con Brown, Moss, Janning, Eze e Kangur sugli scudi, davvero tutti positivissimi: il play solito catalizzatore del gioco mensanino e finalizzatore di molti possessi biancoverdi, clinic difensivo del duo Kangur-Moss con l’estone in grado di tenere incredibilmente anche con giocatori nettamente più piccoli e veloci di lui, in crescita Eze, anche se a volte in difficoltà contro il corpulento Lampe, implacabile Janning dall’arco con un sontuoso 4/5. A dispetto della gran prova del quintetto base la Mens Sana non ha avuto tantissimo dalla panchina, con pochi minuti per Rasic, Ortner, per il convalescente Ress, per un Sanikidze che non riesce ad incidere. C’è però una bellissima eccezione: dalla panchina si è alzato un grandissimo Hackett, così come in coppa Italia il figlio del grande Rudy è stato il killer della gara, per lui 16 punti in soli 19 minuti sul parquet, 5/8 al tiro, 4/4 dalla lunetta, una prova gagliarda che fa di questo ragazzo probabilmente la miglior presa della campgna acquisti di Ferdinando Minucci.
Da segnalare, prima dell’inizio della partita, la consegna del premio come MVP di Eurolega del mese di gennaio a Bobby Brown.
Montepaschi-Caja Laboral 85-74
Parziali: 22-23, 13-14, 26-13, 24-24
Progressione: 22-23, 35-37, 61-50, 85-74
Tabellini: http://www.euroleague.net/main/results/showgame?gamecode=173&seasoncode=E2012#!boxscore
SALA STAMPA
Banchi: Grande conferma dopo la coppa Italia, non è da tutti fare una gara così dopo la tre giorni di Milano, questi ragazzi hanno davvero qualcosa di grande dentro oltre alle doti tecniche. Sapevamo delle difficoltà che una squadra come il Caja Laboral ci avrebbe presentato, loro sono fisici, con la loro taglia ci hanno messi in difficoltà ma non ho mai avuto la sensazione che potessimo perdere il controllo delle operazioni anche prima di quello splendido terzo quarto che ci ha consegnato la vittoria. Stasera andiamo a letto consapevoli di aver fatto meglio della volta precedente, che già era stata più che positiva, e questo per un allenatore è il massimo.
MVP: Hackett per Siena e N. Bjelica per gli ospiti si sono issati su un piano superiore ai rispettivi compagni di squadra.
WVP: Omar Cook non ha sicuramente suscitato grandi rimpianti nella dirigenza e nella tifoseria milanese.
Alessandro Lami