Sino a qualche anno fa gli appassionati di basket doltreoceano si lamentavano del fatto che quasi tutta Europa era nella cartina NBA con almeno un esponente del proprio paese, da Kirilenko a Nowitzki, da Parker a Gasol.
Gli unici a non avere un giocatore cui tifare era lItalia e sembrava esserci anche poca voglia da parte dei talenti di emigrare al di là delloceano dovendo riguadagnarsi tutto il rispetto e la fama conseguita nel vecchio continente e andare in una lega che definire gerarchica è addirittura semplicistico.
Andrea Bargnani è stato colui che ha aperto la strada, senza farsi fuorviare dalle fugaci apparizioni di Esposito e Rusconi, il nostro uomo è lunico che è entrato nellolimpo di Stern dalla porta principale ed addirittura col tappeto rosso della prima scelta assoluta.
Dalla fatidica frase [i]With the first pick of 2006 NBA draft Toronto Raptors select: Andrea Bargnani[/i] il global game si è accorto che anche lItalia merita perlomeno qualche attenzione.
Per questo motivo, assieme al grandissimo impegno profuso da Walter Veltroni nel rilancio del basket italiano, lNBA è stata più che felice di approdare nello stivale per due anni consecutivi per lormai classico Europe Live Tour. Lanno scorso Andrea era solo la prima scelta assoluta con tutto da dimostrare, ora è un secondo anno che è andato ad un infortunio in un momento sfortunato dallessere il rookie of the year.
Questanno la cornice era pronta per un esplosione di entusiasmo al solo pensiero di vedere la franchigia del Mago e quella più vincente della storia calcare il parquet del Pala-Eur. Ad incrementare esponenzialmente questo entusiasmo è arrivato un mercato di Ainge da capogiro con le acquisizioni di [b]Kevin Garnett[/b] e Ray Allen, che creano assieme a Pierce uno dei [i]”big-three”[/i] più forte degli ultimi dieci anni.
I due giorni di Nba europe live di Roma sono stati comunque una festa, il primo giorno infatti lenfant du pais Bargnani era in campo con i suoi Raptors (la squadra nba di stampo più europeo) giocare contro i Celtics di Kevin Garnett. Il clima festoso e di attesa si poteva percepire già dalle file ai cancelli con tutto il popolo del basket che interloquiva pensando a cosa potessero fare i Celtics con questo roster, se i Raptors riusciranno ad andare in fondo nei playoffs oppure se la Lottomatica avrebbe mai potuto impensierire una squadra NBA.
Le canotte NBA addosso ai fans si sprecavano, Iverson, Wallace e Bryant i più gettonati del lotto, ma non sono mancate le scorpacciate di merchandising con le maglie celebrative della competizione, acquistate in gran mole nonostante prezzi decisamente sopra la media. Il momento di massimo entusiasmo arriva quando lo speaker scandisce a gran voce lentrata in campo dei Boston Celtics e di conseguenza la presentazione ad uno ad uno di tutto il roster.
[i]The revolution[/i] da uomo-spettacolo qual è, non si è lasciato scappare loccasione per far capire a tutti che il padrone della scena fosse lui, anche se giova dire che, in alcune situazioni, è anche andato leggermente sopra le righe.
La partita e il risultato finale sono ciò che meno ha interessato i tifosi, per la cronaca hanno vinto i Celtics con un finale tirato e una serie di liberi gufati dal pubblico che speravano in un overtime e altri 5 minuti di spettacolo (cosa che ad onor del vero i giocatori non avrebbero mai voluto).
La giocata che più di tutte ha mandato in visibilio la folla è stato un assist di Garnett servito sotto canestro che, marcato stretto da due difensori, ha lasciato andare un no-look a Perkins per una delle schiacciate più semplici della sua carriera.
Per chi non si fa scomporre troppo da due o tre balzi insensati o da schiacciate sopra il ferro, vedere due squadre NBA giocare una contro laltra fa capire che il basket europeo non ha assolutamente nulla da invidiare alla lega di super-uomini dal punto di vista tecnico (anzi ha da insegnare), ma il livello fisico rimane qualcosa di assolutamente inarrivabile anche grazie a preparazioni fisiche, lavori mirati ed entourage con professionisti delle statistiche al seguito.
Tornando allaspetto prettamente folkloristico della manifestazione, interessanti e divertenti sono stati gli inframezzi di timeout e pause, infarciti di intrattenimento con le mascotte delle squadre a darsi battaglia a suon di scatch divertenti e organizzazioni chiamate per loccasione a mostrare le proprie capacità di freestyle con il pallone oppure con schiacciate acrobatiche.
Nonostante ciò lNBA sta decadendo, e molto, sia dal punto di vista della qualità del gioco, che per quanto riguarda la sacralità che campioni e personalità come Magic, MJ ed Erving erano riusciti a creare negli anni 80 e 90. LNBA era la lega più armonica, considerata e prolifica dello sport americano grazie a campioni che non erano tali solamente allinterno del campo, ma erano dotati di quel carisma e di quella forza psicologica tale da conseguire rispetto e credito in tutto il mondo.
Le star contemporanee sono alla ribalta più che altro per atteggiamenti scabrosi fuori dal campo che per le gesta messe in scena sui 28 metri, ma senza voler cadere nel banale il successo di una lega è determinato da chi la compone e la gestisce, purtroppo in questo momento la sete di marketing e di nuove stelle (che provano ad emulare le vecchie glorie) è tanta per una lega che si deve rilanciare dopo gli scandali che l’hanno colpita.
Cambiare totalmente un meccanismo che va avanti ormai da tantissimi anni è difficile e anche se a livello di spettacolo e capacità di valorizzare il prodotto gli americani sono maestri, qualche cosa per invertire la cattiva rotta ci vuole e questo qualcosa potrebbe essere anche solamente fondersi come concezioni e regole con il basket Fiba. Siamo sicuri che potrebbe venire fuori solamente qualcosa di buono per entrambe le federazioni. Intanto godiamoci lo spettacolo che ci offre questa torunee in attesa che la palla a due di inizio stagione venga alzata.