Sulla base di un approfondimento dei cronisti Sky ad inizio stagione, parliamo di tiro da 3. Allesordio alcune squadre avevano tirato più dallarco che non da 2. Per plausibili problemi di amalgama, accentuati magari dalla regola dei 24, ormai non più nuova ma evidentemente ancora difficile da metabolizzare.
Pensando anche ad alcune partite dei campionati scorsi, in cui, a memoria, si era assistito a sessioni di tiro al piattello (esaltanti o raccapriccianti a seconda della bontà delle percentuali), ho fatto una verifica. Dopo lottava giornata di campionato, 3067 dei 8442 tiri totali sono stati scoccati da oltre larco: il 34,7%; in pratica, unazione su 3 si conclude con un tiro dallarco. Ogni squadra ha una media 21,3 tiri da 3 a partita. Si usa molto il tiro dalla lunga? Sì. Se ne abusa? Forse no; in effetti i numeri non sembrano dire questo.
Lidiosicrasia per il tiro al piattello sembra però essere sempre più dattualità. E credo giustamente, considerando che se si guarda basket quello si vuole vedere e non mere sessioni di tiro, per quanto esaltanti possano essere.
Non è il caso di abbandonarsi a troppi filosofeggi: lunica soluzione è quella di allontanare larco. È un passo da fare. Limportante è farlo con conscienza di ciò che si vuole guadagnare, ma anche di ciò che si andrà a perdere.
Si continuano a sentire spesso espressioni del tipo le squadre si accontentano del tiro da 3, ci sono troppe forzature da lontano. Secondo me utilizzarle parlando in generale (la singola partita è un altro discorso) del basket odierno non ha alcun senso. Non a caso, cè uninteressante voce fuori del coro: Mi va bene che si tiri dallarco ogni volta che se ne ha la possibilità. Anche se le percentuali sono basse, quel tiro vale un punto in più. Tale pensiero (più o meno) di colui che ora allena i Suns, mi spinge a dire che è legittimo pensare al tiro da 3 non solo come ad una risorsa, ma addirittura come alla prima opzione offensiva. Prescindendo dal punto in più, ne faccio anche una questione tecnica. Causa difese sempre più fisiche ed organizzate, sono sempre meno i giocatori in grado di battere efficacemente luomo in palleggio. E, non da oggi, pochissimi quelli capaci di frenare la penetrazione e di concludere con successo in arresto e tiro. I lunghi? Si insiste a dar loro palla in post basso (fa parte delle regole base di questo gioco), salvo poi accorgersi che creare spalle a canestro è pane per pochi eletti (tutti profumatamente pagati da squadre di vertice). Unaltra regola base, non solo di questo gioco, è quella di cercare le cose semplici, le conclusioni più facili. Ora, non esagero se dico che nel basket di oggi quasi tutte le squadre schierano un quintetto con 4 giocatori in grado di far male dallarco. I lunghi ora sono tiratori! Per questo mix di evoluzioni ed involuzioni tecniche, la soluzione più facile finisce per essere proprio la conclusione dalla lunga distanza.
Non è questa unapologia del tiro al piattello (la mia posizione lho già espressa). Solo un tentativo di dimostrare che la ricerca di canestri da vicino non significa, di questi tempi, sposare il play the right way, inteso come il fare le cose più semplici. Ovvio, scegliendo di vivere e morire di tiro da 3, si finisce quasi sempre… per morire (vedi lultimo europeo). Anche nel basket di oggi trovare il giusto mix tra soluzioni da fuori e da sotto è basilare: dico solo che non ci si dovrebbe scandalizzare se il numero di tiri dallarco avvicinasse (e magari superasse) quello dei tiri da due.
Allora ne faccio essenzialmente una questione di spettacolo. I grandi parziali, le rapide rimonte che esaltano i tifosi (ed in effetti rendono unico il pathos di questo sport) sono spesso generati dal lavoro dei pezzi dartiglieria posti lontano dal ferro. Divertente, certo. Ma il basket è anche altro. Dovrebbe essere soprattutto altro. Lo spettacolo, in particolare, dovrebbe avere altri ingredienti. Ne faccio, ribadisco, una questione di spettacolo, che dovrebbe essere a 360 gradi. Non di efficacia. Lo stesso discorso vale per il pick&roll: gioco a due pallosissimo perché usato più che troppo, ma che, questo è il punto, se ben eseguito continua a non avere antidoti. Non è un caso che il Pana di due stagioni or sono lo giocasse sistematicamente, perfino in transizione. E si potrebbero scomodare anche i Jazz dei due fenomeni…
Pick&roll e tiro al piattello possono garantire risultati eccellenti. Anzi, forse da essi non si può prescindere. Ma il basket è, deve essere, anche altro!
Si allontani allora la linea del tiro da tre. Ci si prepari ad assistere a difese sempre più chiuse, che scommettono, credo con buoni margini di successo, sulle percentuali dellavversario (segna pure da lontano, che tanto vale 2, e sbaglia pure da lontanissimo!). Ci si prepari a rinunciare a vedere rimonte costruite in poche azioni. Ma almeno si vedrà più basket! I verdetti del campo premieranno chi gioca a pallacanestro e non chi beneficia quasi unicamente della vena dei cecchini. I piccoli torneranno, col tempo, ad usare armi che si erano dimenticati di avere. E i lunghi torneranno finalmente a fare i lunghi!
Detto questo, ho già dei dubbi: allungata la distanza, magari il tiro dai 6,25 potrebbe mancarmi. Chissà…