
Jerry Smith dal sito della Tezenis Verona
Jerry Smith ha rilasciato le sue prime dichiarazioni da giocatore della Tezenis Verona durante il Media Day di oggi, nel ritiro di Pinzolo.
«Le impressioni di questi giorni con la squadra sono molto buone. Mi piace molto il coach, il modo in cui ci allena e il rapporto che si sta creando con i compagni. Venire qui è stata la decisione migliore, sia per me che per Verona, perchè sia io che la squadra puntiamo a migliorarci. Sono molto contento di essere qui. Dall’Eurolega alla Legadue? Devo ancora imparare dal basket europeo, per cui non vedo questa grande differenza. Sia l’Eurolega che la Legadue sono Europa e io devo imparare dall’Europa. È una scommessa anche per me ed è per questo che ho fatto questa scelta».
GLI ESORDI. «Ho cominciato a giocare quando avevo 5 o 6 anni, grazie a mio padre che era un allenatore e mi ha aiutato a migliorare ogni giorno di più. Non mi ha mai costretto a seguire questa strada, ho fatto la mia scelta da solo. Lo seguivo quando allenava, vedevo giocatori di un certo livello e imparavo da loro e da quello che lui gli insegnava. Questo mi ha portato ad amare il basket. Modelli? Michael Jordan, come tutti, ma crescendo il mio secondo idolo è diventato Kobe Bryant».
A TUTTO CAMPO. «So attaccare, ma so soprattutto creare gioco e mi impegno molto anche in fase difensiva. La parentesi nell’Nba (coi New Jersey Nets) mi ha mostrato cosa vuol dire lavorare tantissimo per migliorarsi continuamente. In quel periodo mi sono allenato intensamente e ho appreso molto. Lì è molto dura dal punto di vista fisico, anche durante gli allenamenti, ma questo ti aiuta ad essere pronto a rispondere nel modo giusto in partita. Nba a parte, il coach che ricorda con maggior piacere è Bob McKinnon, quand’ero nella D-League coi Springfield Armor. È stato lui a farmi capire che tipo di giocatore sono e mi ha indirizzato sulla strada giusta. Il basket Italiano? Mi piace molto l’attenzione che c’è per i fondamentali e la tecnica».
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