Tornato a Boston per un evento di beneficenza, Doc Rivers non ha potuto non soffermarsi sul suo recente passato. Il suo passaggio ai Clippers è stato, per molti versi, più doloroso per i tifosi dei Celtics rispetto alla perdita di Kevin Garnett.
Sopra a tutto questo, ovviamente, c’è la cessione di Paul Pierce, lo storico capitano, ai Brooklyn Nets. Per Rivers un errore che non doveva essere commesso:”Penso a Kobe che finirà la carriera ai Lakers, Dirk lo stesso a Dallas. E’ un’ingiustizia, soprattutto se compiuta da una franchigia che fa della tradizione il suo trademark, non aver concesso la stessa possibilità a Paul“.
Parole dure, quelle del coach che è stato per 9 anni alla guida di Boston, e che probabilmente dietro alle apparenze ufficiali (voler guidare una squadra che fosse da subito tra le contenders al titolo e non ripartire con un’altra ricostruzione) non si è lasciato molto bene con la proprietà dei Celtics e con Danny Ainge.
Per Garnett le parole non sono meno dolci, anzi… “L’errore qui l’abbiamo fatto qualche anno fa, cedendo Perk (Kendrick Perkins, Ndr) in cambio di Green a Oklahoma. Kendrick era lo ‘scudo’ di KG, che infatti ha sofferto problemi con varie squadre dopo la sua partenza“.
Rivers torna anche sul Garnett uomo squadra:”E’ un peccato che la città abbia conosciuto solo il Kevin pubblico, il suo atteggiamento verso l’esterno, spesso burbero e che fa parte del suo essere un guerriero in campo. Ma Garnett è la stella con la quale ho lavorato che più si sacrifica e pensa alla squadra, prima che a se stesso o alle sue statistiche. Nello spogliatoio è fondamentale la sua presenza: ogni anno accompagnava i rookies nel mio ufficio, li prendeva sotto la sua ala protettrice, chiamava il suo sarto e gli faceva confezionare a sue spese due abiti a testa, perchè se volevano essere dei professionisti dovevano anche vestirsi come tali. Un rito che si ripeteva ad ogni inizio di stagione, un piccolo-grande gesto di una persona fantastica“.
Dunque per Doc è già il momento dei rimpianti, a pochi giorni dall’inizio del training camp che lo porterà sulla costa opposta a guidare i Clippers. Solo risultati immediati garantirebbero ai tifosi dei Celtics un veloce passaggio dal passato al futuro, ma siccome questi tarderanno ad arrivare ci sarà tempo per tornare con nostalgia sui personaggi che hanno dato a Beantown il banner n° 17.