Una partita di Natale così bella non si vedeva da tanto tempo, e il Nostro David Stern ha di che gioire per gli anni a venire. Si getterà con tutte le proprie armi economiche su Lakers-Suns fino a quando siederanno in panchina coach come Phil Jackson e Mike DAntoni; visto anche le risposte che ha dato Coach Zen nella pausa tra terzo e ultimo quarto.
Certamente questa partita rimarrà la cosa più bella di questo Natale passato come al solito a banalizzare tutto ciò che di più serio si potrebbe fare.
Il pizzetto d Skinner farebbe ridere persino Oliviero Beha.
LAttenzione di Kobe a Vujacic è stata unaltra cosa sorprendente per la visione della partita.
Il secondo quarto passato a correre a destra e sinistra dalle due squadre, in cui il duo di Sky faceva fatica a commentare per lenfasi fisica delle azioni; ha rappresentato unaltra accogliente cosa per lo sguardo.
Insomma, dopo molte gare noiose, finalmente lastante NBA ha trovato un motivo per non addormentarsi davanti allo schermo.
Badando meno al romanticismo della Lega più bella del mondo e descrivendo il buon momento dei Lacustri cominciamo con il parlare di Andrew Bynum, il centro titolare di questa giovane squadra.
Nelle ultime partite, tra cui quattro trasferte ad Est, il giovane centro ha dimostrato uno stato di forma eccezionale con la chicca dellultima partita contro Phoenix (28 punti e 12 rimbalzi) facendosi trovare al ferro costantemente pronto a sfogare il suo atletismo con delle schiacciate tonanti. E secondo nella Lega per numero di schiacciate con 67; preceduto dallabbondante centinaio del gorilla di Orlando, Dwight Howard.
Con delle braccia così lunghe e delle mani sempre ricettive, il numero 17 dei Lakers sta ampiamente dimostrando il suo talento diluito in questi due metri e tredici con statistiche molto interessanti (12.5 punti e 10 rimbalzi). Un suo difetto, come è lecito attendersi da uno di soli 20 anni, è la carenza di esperienza. In difesa spesso è soggiogato dai più consumati uomini darea NBA. O domina stoppando (2 stoppate a gara non sono poche se è per quello) o troppo spesso mette in cantina troppi falli e vien panchinato subito, uscendo mentalmente dalla partita.
Oltre a Bynum, colui che questestate affermava di non volerne più sapere di Los Angeles (sponda Lakers); sta trascinando tutto il team con il sorriso sulle labbra, coinvolgendo tutti i compagni e tirando meno rispetto ai tempi doro; con conseguenti effetti migliori nella percentuale di vittorie.
Venti tiri a partita, cinque assist, il 45% al tiro sono statistiche relativamente tranquille per il Black Mamba egoista di due stagioni or sono: quello che meno di trenta tiri a partita non riusciva a fare e che abbatteva record su record senza subir il minimo sintomo di stanchezza.
Ora si rende meno esoso e prende più seriamente le redini della squadra correggendo più spesso gli errori altrui, anche se, durante la gara persa contro LeBron (anche perché non si può parlare di squadra dei Cavaliers) ha tentato da solo di vincerla senza badare tanto al coinvolgimento dei compagni.
Ora come ora, sembra che nella squadra ci sia unaria frizzante senza un minimo dubbio che Kobe possa fuggire via o che qualcuno possa incrinare qualche non proprio buono rapporto.
Lunico che sembra alquanto al di fuori da questo contesto brioso appare Vladimir Radmanovic. Con la sua sufficienza, senza applicarsi e senza arrabbiarsi un minimo durante qualche chiamata arbitrale sospetta, il Marziano (così lha definito il Coach) è ai margini della rotazione e a breve sarà soppiantato in quintetto dal novizio Trevor Ariza.
Nonostante alle volte Vladimir compaia in quintetto base, la squadra gioca decisamente meglio senza lui e la fluidità in attacco e lefficacia difensiva vengono meno quando lui è presente sul parquet.
Walton, invece, con la sua qualità cestistica degna del padre, sta diventando pedina fondamentale per questa squadra. I Lakers, quando sono in campo con DaFish, Kobe, Walton, Odom e Bynum son belli da vedere e si può capire cosa conti avere o non avere in squadra un certo Smush Parker.
Il play (che parolona), ora alla corte di Riley, l anno scorso si ostinava con le sue giocate da New York baller e rendeva alquanto difficile eseguire una bella giocata collettiva in attacco.
Con Fisher, ora, i Lakers stanno molto meglio in campo e hanno potenziato il loro attacco visto le cifre di squadra (106 punti a gara con il 47% al tiro).
Forse, la differenza sta tutta qui. Nel fatto che Smush Parker non assorbiva mentalmente il Triangolo e Derek Fisher (ha giocato per Phil Jackson per svariati anni) sì e che con la sua esperienza NBA; decennale oramai, rappresenti una chioccia formidabile in campo per i giovincelli (come Crittenton,il rookie dei Lakers), e un formidabile aiutante in campo per gli allenatori.
Unaltra pedina che sta cambiando in positivo questa squadra è Trevor Ariza.
La sua acquisizione datata 21 Dicembre, in cambio del torero Brian Cook e Maurice Evans, potrà rivelarsi efficace se Coach Zen elimina dal quintetto base il tiratore Radmanovic.
Lintensità e latletismo dellantiguano serviranno sicuramente per stanare la stella avversaria visto che Trevor è un giocatore più difensivo che non ha problemi a marcare gente più piccola o più prestante fisicamente di lui. Ha velocità e braccia chilometriche, cose fondamentali per lNBA di oggidì. Attenderemo sviluppi, ma per quello visto nella partita di Natale si può ben sperare. Vedi una stoppata strepitosa su una rovesciata di Barbosa.
Passando alla panchina dei Lakers: che questanno è la quarta per punti realizzati, si deve dar certamente credito alla crescita insperata del play orecchiuto da UCLA, Jordan Farmar.
Questanno ha sorpreso, lasciando tutti a bocca aperta per una tranquillità agonistica mai dimostrata lo scorso anno e sta comandando la second-unit dei Lakers con statistiche di tutto rispetto (9 punti e 3 assist).
Lui assieme a Walton e Vujacic sta dando un grande contributo dalla panchina lasciando ai titolari maggiore riposo rispetto agli anni precedenti. Kobe gioca solo trentasette minuti che sono il suo minimo storico dalla stagione 97/98.
Odom si è assestato sui trentasei minuti di utilizzo e con questa divisione di minutaggio sarà un buon vantaggio per la squadra, visto che arriverà ad Aprile più fresca e sarà più ostica per tutte le contendenti al titolo.
In questo benestante gruppo manca, e non ne sentono per ora la mancanza, Kwame Brown, la celeberrima eterna finta stella che, a questo punto della carriera, non diventerà mai più tale a meno che non cambi identità.
Ora che è infortunato non rappresenta un problema, ma potrà essere tale quando rientrerà in squadra, vista la considerazione che ha il coach per lui, e, soprattutto, visto il rendimento attuale del team in concomitanza della sua contumacia.
Kwame sarà anche un problema per lo staff dirigenziale da Giugno 2008, contando che sarà in scadenza di contratto e lo spazio salariale liberato dalla sua cessione porterà giocatori molto più utili dellala, prima scelta nel 2001 dei Wizards.
Messo così, il futuro dei Lakers è molto roseo, ma basterà il contributo di Fisher e un centro così bravo, ma così giovane per far rimanere unapparente contento Kobe Bryant?