Una cosa è certa: è stato un mercato tra i più movimentati che si ricordi negli ultimi anni.
Cerchiamo di analizzare gli scambi che hanno cambiato faccia alla Lega, allargando ancora di più, il divario tra Est e Ovest.
[b]Trade Giricek-Korver[/b]
Non sarà stato il colpo più eclatante, ma nello scambio che ha visto arrivare nello Utah Kyle Korver in cambio del mal sopportato Giricek, i Jazz ci hanno guadagnato eccome. Il biondo tiratore, era proprio il giocatore che mancava a Utah per rendere completo il già impressionante arsenale offensivo a disposizione di Sloan. Korver, nel mese di febbraio sta viaggiando ad oltre 12 punti di media, col 42% da 3, ai quali fanno da contorno anche 2.3 assist, il tutto in 25 minuti di impiego medio. Provate ad immaginare come possa essere difficile per una difesa marcare un p&r tra Williams e Boozer, quando nel lato debole è coinvolto anche Korver, che si sta confermando giocatore intelligente, essendosi adeguato bene e in poco tempo, ad un sistema di gioco che necessità di continuo movimento con tempi perfetti. Come detto non sarà eclatante, ma dallarrivo di Kyle i Jazz hanno iniziato a volare, confezionando un record di 19 vinte e 3 perse, con allinterno una striscia di 10 vittorie consecutive a cavallo tra gennaio e febbraio.
[b]Trade Lakers-Memphis[/b]
E stata certamente questa trade la causa di un mercato così bollente. Larrivo di Gasol ai Lakers, in cambio di poco e niente, ha spostato gli equilibri nella già di per se competitiva Western Conference. Intanto gli estremi dello scambio:
per aggiudicarsi i servigi di Pau, i Lakers hanno scaricato il contrattone di Kwame Brown, scommessa persa e giocatore indigesto a pubblico e allenatore. Crittenton, rookie di buone prospettive per il futuro ma ampiamente sacrificabile per un giocatore dello spessore di Gasol e Aaron McKie, riesumato dai Lakers mentre studiava da assistente in quel di Phila. A questi tre giocatori (anche se sarebbe meglio dire due), sono stati aggiunti i diritti su Marc Gasol e due prime scelte, una del 2008 e una del 2009.
Uno scambio che ha molto infastidito i vari dirigenti delle altre franchigie NBA, che hanno rinfacciato ai Grizzlies di essersi liberati di Gasol per troppo poco. Persino Popovic ha tuonato su questo scambio, ben consapevole di come larrivo dello spagnolo a L.A. abbia inserito nella corsa al titolo unaltra contender.
Al suo arrivo a Los Angeles, Gasol è stato subito determinante nella vittoria dei Lakers su NJ, dove Pau ha realizzato 24 punti e catturato 12 rimbalzi con 4 assist, ma a parte le cifre (che sono comunque altre), ciò che è subito saltato agli occhi è che Gasol sembra fatto dal sarto per giocare nella triangolo. Può ricevere in post, ha mani dolci per tirare anche da fuori, ed è un ottimo passatore, tutte qualità che si sposano alla perfezione con il sistema offensivo dei Lakers, che ora possono attendere con meno ansia il rientro di Bynum.
In quanto a Memphis, è chiaro che la dirigenza abbia voluto alleggerire il cap in previsione di un passaggio di proprietà, ma non solo, si è deciso di rinunciare ad un giocatore, che per quanto forte, aveva comunque dato segni di chiara insofferenza, arrivando a chiedere la cessione già la scorsa stagione, e che neanche larrivo del suo grande amico Navarro aveva convinto a rimanere. Ebbene, i Grizzlies hanno deciso di puntare tutto su Rudy Gay, in attesa che il contratto di Brown scada, e che liberi spazio sotto al cap per cercare di fare la voce grossa sul mercato dei Free Agent.
[b]Trade Miami-Phoenix[/b]
Anche qui altro giocatore franchigia in movimento. Shaq compie il terzo coast to coast della sua carriera (Orlando-L.A il primo, L.A.-Miami il secondo), accasandosi nel posto più impensabile per un giocatore della sua tipologia, ovvero, ai Suns, che nello scambio hanno inserito Marion e lo scomodo contratto di Banks.
Vediamo loperazione dai due punti di vista.
Miami: Riley ancora una volta ha piazzato il colpo dellanno, almeno in termini d’importanza dei giocatori scambiati. Lartefice dello Show Time, aveva chiaramente visto quello che daltro canto era lampante: il ciclo di Shaq a Miami era finito. Per arrivare al titolo Riley aveva riempito la squadra di giocatori pronto uso, di veterani navigati ma dallautonomia limitata. Con larrivo di Marion, gli Heat si sono assicurati un giocatore ancora nel suo prime, appetibile da molti e quindi scambiabile, ma anche rifirmabile a fine anno, quando Marion potrebbe far scattare la clausola per uscire dal contratto. Non dovesse rifirmarlo, Miami avrebbe comunque liberato spazio sotto il tetto salariale, una cosa che con Shaq, che aveva ancora due anni di contratto a 20 milioni di dollari, nemmeno si sognava.
Phoenix: E qui arriva il bello. Cosa ci fa il centro dominate per antonomasia in una squadra da corsa come i Suns? Presto detto: come per il Diesel a Miami, anche per Marion era finito il tempo di stare in Arizona. Shawn non si è mai sentito del tutto considerato come pensava di meritare, dai media e dagli addetti ai lavori in generale, quasi sentendosi oscurato dal due volte MVP Nash e dalla presenza ingombrante di Stat. Tutte sensazione che non trasparivano completamente in campo, dove anzi Marion si giovava della presenza di Steve e soprattutto dello stile di gioco voluto dal suo allenatore DAntoni. Nonostante larrivo di Shaq, i Suns non vogliono cambiare la loro filosofia di gioco che, come detto anche dallo stesso coach E funzionata anche lo scorso anno con Kurt Thomas in campo.
Cè molta curiosità su come e quanto verrà utilizzato ONeil. Nella prima gara, che lha visto fronteggiare i Lakers del suo ex nemico (pacche sulle spalle a profusione tra i due) Bryant, Shaq è stato una presenza, disputando un ultimo quarto come non gli si vedeva fare da un po di tempo a questa parte. Amare, che nella partita citata ha realizzato 35 punti, sembra rigenerato dalla presenza del suo idolo di gioventù, che anche in Arizona si sta confermando per quello che è: IL PERSONAGGIO della lega, lo show man per definizione. Il connubio tra lui e Nash funzionerà? Quel che è certo è che, quando farà caldo, bisognerà fare i conti con i Suns.
[b]Trade Sacramento-Atlanta[/b]
Sfumato lo scambio con Cleveland (ma forse era solo un desiderio da parte di LBJ e niente più), Mike Bibby si è accasato ad Atlanta, rilanciando le aspirazioni playoff dei Falchi, che nello scambio hanno perso Anthony Johnson, Tyronn Lue, Shelden Williams, Lorenzen Wright e una seconda scelta del prossimo draft. Sinceramente poca poca roba, in poche parole il giocatore più rilevante è Shelden Williams, prima scelta degli Hawks, roccioso e volenteroso, ma che ha ben poco a che spartire con Bibby.
In un est annacquato questo scambio potrebbe far riassaggiare aria di playoff ad Atlante, che da troppo tempo è costretta a passare la tarda primavera davanti alla TV.
[b]Trade Dallas-New Jersey[/b]
Come per Gasol e ONeil, anche per Kidd si tratta di un giocatore franchigia che cambia squadra, in questo caso passando da NJ a Dallas.
Una trade sofferta, saltata una prima volta per il no di George (i famosi Bird Rigth), la lingua lunga di Stackhouse, e andata in porto dopo lall-star game, con lo scongelamento di Keith Van Horn, che in tutta questa storia guadagnerà qualche milioncino solo per sedersi sulla panchina dei Nets.
Cosa cambia in casa Dallas?
Cambia cambia. Per arrivare a Kidd (con il quale sono arrivati Allen e Wright), i Mavs si sono privati di Devin Harris, Gana Diop, Trento Hassel, il saltatore Ager e il sopraccitato Van Horn. Dunque in poche parole, il suo play titolare, giovane prospetto, ma forse ancora troppo acerbo e incompleto per portare Dallas alla terra promessa, il totem africano, rigenerato dal suo arrivo nella Big D e difensore di primissimo livello, Hassel onesto comprimario e giocatore di rotazione, una scelta del draft e un ex giocatore, più una seconda scelta e 3 milioni di dollari (che probabilmente avanzavano nel portafoglio a Cuban).
E indubbio che la presenza di Jason è un salto automatico in avanti, sia in termini di leadership che di potenziale offensivo. Con dei ricevitori come Nowitzki e Howard, oltre che Terry e Stack, per Kidd, al suo ritorno nella franchigia che lo scelse, ci sarà solo limbarazzo della scelta a chi recapitare la palla. Ma non bisogna tralasciare ciò che Dallas ha perso. La partenza di Diop potrebbe lasciare scoperto un reparto, quello dei lunghi, dove lafricano era una parte importante. Appurato che con Dirk da 5 diventa difficile impedire ai penetratori avversari di arrivare al ferro, come si comporteranno i Mavs in caso di qualche problema a Dampier? Anche la rinuncia ad Herris potrebbe non essere indolore. Kidd è una super star, ma è di gran lunga più vecchio e intasa molto di più il monte salari. In definitiva, con questo scambio, Dallas ha ammesso di essersi sbagliata nel non voler firmare alle cifre richieste Steve Nash, che ha la stessa età di Kidd e prende gli stessi soldi.
Per NJ si è chiusa definitivamente unera. Kidd è stato luomo che ha dato una dignità ai Nets, trascinandoli a due finali consecutive. NJ ha guadagnato spazio salariale, un play giovane con buoni margini di miglioramento e già adesso tra i migliori difensori nel ruolo, un centro intimidatore che con più spazio a disposizione farà certamente lievitare le proprie cifre. Ager può tornare utile, è un atleta e non ha ancora potuto dimostrare niente. Hassel è un difensore duro, un giocatore di squadra. Van Hornbe Keith tornerà ai suoi affari appena finita la stagione.
[b]Trade San Antonio-Seattle[/b]
Popovic, dopo aver tuonato contro lo scambio che ha portato Gasol ai Lakers, non ha perso tempo, imbastendo con il suo GM Buford una trade per portare a casa lennesimo veterano. Kurt Thomas, uno degli ultimi duri rimasti nella lega è stato preso per far fronte alle nuove coppie di lunghi che si sono formate nella Western Conference. E costoso, è avanti con gli anni, ma è ancora uno dei migliori difensori di post della Lega, ed in attacco il suo tiro da 4,5 a volte 6 metri non può essere sottovalutato dalle difese. Ma in cambio di cosè arrivato Thomas? Cisco Elson, Brent Barry e una prima scelta del 2009. Ora, visto che Barry è già stato tagliato (e potrebbe tornare a S.A.), Elson difficilmente berrà più di un caffè nella città che ha visto nascere Starbucks, la motosega texana è stata scambiata per una prima scelta, che ad occhi e croce non dovrebbe essere molto alta. Qualcuno sottovoce, molto sottovoce, ha fatto notare che lasse GM Coach di Seattle è formata, guardacaso, dagli ex vice allenatore e vice GM della coppia in nero argento, ma nessuno ha detto di più
[b]Trade Chicago-Cleveland-Seattle[/b]
Scambio più di quantità che di qualità, e che è servito per tre motivi:
A Chicago per liberarsi di Ben Wallace e del suo contratto.
A Seattle per continuare nello svuotamento del suo roster in vista dellimminente trasferimento.
A Cleveland per mandare un messaggio a LeBron.
Non bisogna però sminuire laspetto tecnico di questa trade, specialmente dalla parte dei Cavs che, sfumato il colpaccio (Bibby), si sono buttati su West e Wally Szczerbiak per aumentare la potenza di fuoco su perimetro, una cosa molto sensata se con la palla in mano cè LBJ, oltre alla educazione cestistica di smith. Certo, per scaricare il contratto di Hughes, Cleveland si è dovuta sobbarcare quello non meno pesante di Big Ben Wallace, ma è un sacrificio che si può sopportare. In che modo questo scambio migliora i Cavs?
Intanto la rotazione tra gli esterni si è allungata, ed ha acquistato anche in qualità. West è un buonissimo tiratore, che sa giocare accanto ad una star e nel caso può anche improvvisare (sempre entro certi limiti). Inoltre può giocare anche da guardia vicino a Gibson. Wally è un attaccante di razza. Ha tanti punti nelle mani, e può anche uscire dalla panchina diventando la prima opzione offensiva quando LBJ rifiata, cosa che prima con Hughes non succedeva. Smith è un giocatore con molta più intelligenza cestistica di Gooden, gran rimbalzista ma pessimo difensore e spezzagiochi come pochi altri nella lega. Wallace potrebbe pestarsi i piedi con Varejao, anche lui giocatore denergia, ma il brasiliano in difesa ha i piedi per allontanarsi dal canestro. Inoltre, con un lungo in più nella rotazione, coach Brown potrà far respirare Ilga e averlo più fresco in aprile.
Chicago è riuscita a scaricare Wallace, giocatore che con il suo atteggiamento non portava certamente serenità nello spogliatoio dei tori. Si è fatta carico del contratto di Hughes, ma nello scambio è arrivato Gooden, Brown e Simmon. Insomma doveva far qualcosa per liberarsi di Ben e lha fatto, magari tappandosi il naso per la contropartita.
[b]Trade Detroit-Toronto[/b]
Semplice: Primo Brezec per Dixon. I Pistons, grazie anche alla crescita di Amir Johnson, hanno deciso di sbarazzarsi di Brezec, che ha trovato estimatori in Canada, dove quel ruolo di numero 5 sembra sempre essere poco coperto. Dixon passerà da fare tappezzeria a Toronto a farla a Detroit, dove però potrebbe guadagnarci un anello da campione. Unulteriore bocciatura per Bargnani? Ufficialmente no, ma certamente non è uno scambio che possa rasserenare la già turbolenta stagione del Mago.
[b]Trade New Orleans-Houston[/b]
Uno scambio che ha fatto storcere il naso a Tracy, che si è visto spedire lontano Wells e James per Bobby Jackson, con il quale aveva anche scambiato un paio di opinioni non proprio amichevoli durante un Kings-Magik.
Uno scambio per certi versi inspiegabile. Wells stava dando il suo contributo a Houston, dove giocava per il suo mentore Adelman. Il prodotto di Ball state può coprire in teoria tre ruoli, e sicuramente darà minuti importanti sia a West che a Stojakovic, allungando così una rotazione sinceramente troppo corta per un Ovest così competitiva. Inoltre nello scambio è arrivato James, realizzatore che si giocherà qualche minuto nella posizione di 1 e 2.
A Houston arriva Jackson, giocatore che cambia le partite con la sua vitalità e che a NH era stato scalzato da un Jamero Pargo in crescita. Onestamente il giocatore sembra avviato a passi veloci verso il declino definitivo. E spesso infortunato, ma una volta in salute potrebbe smentire molti scettici, e dare un contributo anche a livello di leadership, una cosa che sinceramente manca a Houston.
[b]Trade Houston-Minnesota[/b]
Ancora i Rockets protagonisti seppur in uno scambio marginale. Houston ha scambiato Snyder che non stava giocando, per Gerald Green, giocatore che più si avvicina in modo sinistro (per gli altri) al Tracy Mcgrady, almeno dal punto di vista fisico. Uno scambio che non sposta nulla sullo scacchiere della stagione, ma che vede Houston portarsi a casa un prospetto giovane e di grande talento. In quanto a Minnesota, una sola parola: enigmatica.
Stefano Manuto