Senza troppi preamboli, avendo bene in mente che lup set può essere sempre dietro langolo, ma anche che i miracoli non accadono tutti gli anni.
[B]EASTERN CONFERENCE[/B]
[B]Boston Celtics (1) Atlanta Hawks (8)[/B]
Una gara Atlanta la porta a casa? Lunico argomento di discussione per questa serie dovrebbe essere questo. Boston è una squadra in missione, guidata da un KG affamato di vittorie e smanioso di fare strada nei playoff. Gli Hawks non hanno niente da chiedere a questi playoff, tranne appunto dare una soddisfazione casalinga ai propri tifosi che da troppi anni aspettano una rinascita della loro squadra. Sembrerebbe essere la serie più scontata, soprattutto per la forza di Boston.
[B]LE STELLE[/B]
Boston ha un tris di stelle, ma quella più scintillante è KG, che non vede lora di iniziare i playoff con la maglia biancoverde. Auguri a chi se lo ritrova di fronte.
Per quanto riguarda Atlanta senza alcun dubbio JJ, che però contro la difesa di Boston non potrà isolarsi troppo spesso e dovrà pensare a coinvolgere ancora di più i propri compagni.
[B]LE CHIAVI DELLA SERIE[/B]
Atlanta deve provare a correre, correre e ancora correre. Se Boston la inchioda a metà campo lo sweep è dietro langolo, anche perché i Celtics vorranno subito dimostrare tutta la loro potenza.
[B]Detroit Pistons Philadelphia 76ers[/B]
Billups e compagni non sono soliti schiacciare fin da subito il piede sullacceleratore. Se a questo sommiamo che comunque Phila è squadra piena di giovani in un momento esaltante della propria carriera, allora forse un paio di gare Phila le strappa, specialmente in casa. Detroit è molto più profonda di Phila, oltre ad avere un tasso di talento maggiore.
[B]LE STELLE[/B]
Iguodala non sta giocando solo per i 76ers, ma anche per dimostrare di valere il massimo salariale. Ad ogni modo è diventato assieme a Miller il leader di questa squadra, e molte sue giocate danno il via ai migliori momenti di Phila.
Indicare una stella per i Detroit Piston è come pescare da una mazzo, non sai cosa ti capita ma si pesca sempre bene. Rip Hamilton, primo turno o non primo turno, non si ferma mai, e nella squadra che fu del Doctor non si vede chi possa imbrigliarlo.
[B]LE CHIAVI DELLA SERIE[/B]
[B]Orlando Magic (3) – Toronto Raptors (6)[/B]
Domenica alle 18,30, ora italiana, verrà alzata la prima palla a due della serie Playoff tra i Magic e i Raptors. Le squadre arrivano da Regular Season decisamente diverse tra loro. [B]Orlando[/B] ha dimostrato di essere [B]una signora squadra[/B], molto potente e soprattutto futuribile, con il potenziale dominatore delle prossime stagioni come principale stella. Il suo record, 52-30, è stata una brillante dimostrazione di come la squadra si sia evoluta rispetto alla stagione scorsa, quando a fronte di una partenza lanciata, iniziò a perdere per strada gioco, convinzioni e vittorie, riuscendo ad addentare solo l’ultimo posto valido per i playoff.
Viceversa, [B]Toronto pare in forte involuzione[/B] rispetto alla passata stagione, e non solo come record di vittorie, che lo scorso anno portò i Raptors ad avere il terzo posto ad est, ma anche come gioco, che pare non essere migliorato rispetto alla scorsa stagione, anzi, piuttosto è peggiorato il sistema difensivo, che pare decisamente più battibile rispetto a quello consolidato visto la passata stagione.
Ecco quindi che i due team si presentano all’appuntamento con la postseason con abiti completamente diversi. Elegante e con scarpe tirate a lucido i Magic, e con la prima cosa trovata nell’armadio e scarpe da ginnastica i Raptors. E anche con il vantaggio stagionale negli [B]scontri diretti a favore di Orlando, 2 a 1[/B].
Però si sa, i Playoff cambiano drasticamente la visione delle cose, e non ci sarebbe da stupirsi se poi la serie fosse più equilibrata del previsto.
Proviamo quindi ad analizzare i due team in termini di matchups e di punti di forza e di debolezza, e vediamo cosa ne verrebbe fuori, almeno sulla carta
[B]Matchup:[/B]
Iniziamo a vedere le differenze tra i due Roster:
[I]Orlando Magic:
PG – J. Nelson,
SG – M.Evans
SF – H.Turkoglu
PF – R. Lewis
C – D. Howard
Dal pino: Carlos Arroyo(PG), James Augustine(PF), Tony Battie(C), Keith Bogans(SG), Brian Cook(PF), Keyon Dooling(SG), Adonal Foyle(C), Pat Garrity(PF), Marcin Gortat(C), J.J. Redick(SG).[/I]
[I]Toronto Raptors:
PG – TJ Ford
SG – A. Parker
SF – J. Moon
PF – C. Bosh
C. – R. Nesterovic
Dal pino: Jose Calderon(PG), Andrea Bargnani(PF-C), Carlos Delfino(SG), Jason Kapono(SF), Maceo Baston(PF-C), Primoz Brezec(C), Jorge Garbajosa(SF), Joey Graham(PF), Kris Humphries(PF).[/I]
Da una parte, Orlando gioca con uno starting five piuttosto equilibrato, con Evans a fare da specialista difensivo sugli esterni, e due tiratori come il turco e Lewis per aprire la scatola difensiva e liberare spazi per Superman Howard. Offensivamente Orlando ha parecchi rebus difficili da risolvere per Toronto, che avrà degli accoppiamenti tutto sommato abbastanza scontati. Con TJ in campo infatti, Parker dovrà necessariamente prendere in consegna Evans, sprecando un po’ il suo talento difensivo in marcatura su uno degli uomini meno coinvolti offensivamente del quintetto dei Magic. Diverso sarà il momento in cui al posto di TJ ci sarà Calderon, che potrebbe prendere Evans lasciando a Parker il compito di marcare il play avversario e cercare di bloccare i rifornimenti per le bocche da fuoco dei Magic. Dentro l’area, invece, sarà ovvio mettere Rasho su Howard, per cercare di contenere il suo strapotere fisico con il miglior difensore dei Raps nel pitturato. Lewis, che dovrà quindi essere preso in consegna da Bosh, cercherà di portare molto fuori dall’area il miglior rimbalzista dei Raptors. Stessa cosa cercherà di fare Turkoglu con Moon, molto adatto a marcare ali piccole atletiche, ma da rivedere con un giocatore come Hedo che può indistintamente castigare da fuori o mettere palla per terra. Il gioco che potrebbe fare Orlando con le sue ali che giocano molto sul perimetro, potrebbe essere una chiave per la vittoria dei Magic, che estranierebbe dalla lotta a rimbalzo i due migliori aspirapolveri dei canadesi. Stesso discorso con Bargnani in campo, che in coppia con Bosh dovrebbe comunque prendere Howard rischiando figuracce su figuracce in area, mentre in coppia con Nesterovic si troverebbe a dover rincorrere Lewis sul perimetro, cosa non proprio avvezza al Mago, che però in attacco potrebbe aprire di più la scatola del team della Florida se trovasse buone percentuali al tiro da fuori. Offensivamente, con lo starting five Toronto giocherebbe molto sui pick&roll tra Ford e Bosh, con il folletto texano che potrebbe produrre molti punti grazie alla marcatura a maglie larghe di Nelson. Bosh si troverebbe invece in difficoltà nel suo tiro dai 5-6 metri perchè sarebbero tutti da prendere con un uomo acui non può tirare sopra la testa (Lewis). Nel caso in cui invece Bosh venga fatto giocare più da interno, si troverebbe contro Howard, contro il quale prendere posizione in area sarebbe improbo a causa della differenza di tonnellaggio tra i due. Il vantaggio i Raptors ce l’avrebbero sfruttando molto la panchina, con Kapono, Calderon e il Mago con parecchi minuti a disposizione a provare a fare la differenza con il tiro da fuori e sfruttando la poca vena difensiva sul tiro da 3 che ha la panchina di Orlando.
Francamente però qui si entra nei vari arrangiamenti che si potrebbero apportare durante la serie o all’interno delle gare stesse, ma si cadrebbe in quello che è il vero e proprio Mismatch a favore dei Magic. Il Coach. Perchè se è vero che Van Gundy ha dato un gioco molto più efficace alla sua squadra, altrettanto non si può dire di Mitchell, ex Coach of the Year l’anno passato, che pare non riuscire a ottenere il meglio dal suo roster. Se ci saranno delle letture valide delle gare da parte dello staff canadese, ci sarà una serie equilibrata, in caso contrario, i Magic non potranno che avere i favori del pronostico dalla loro parte.
[B]Previsione:[/B]
4-1 Magic. Probabilmente un po’ secco come pronostico, ma non si vede come i Raptors attuali possano impensierire una squadra come Orlando dall’identità ben definita, con una stella in grande ascesa, e un Turkoglu che pare veramente essere diventato un All star. La speranza è che i Raptors riescano a dare battaglia e che magari Bargnani si riprenda un po’ dal letargo degli ultimi tempi e che sfoderi prestazioni simili a quelle degli scorsi Playoff contro i Nets, ma anche in questo caso sarebbe davvero difficile per i Raptors avere la meglio.
[B]La Serie:[/B]
Gara 1 – Raptors@Magic – 20/4 – 12:30 PM ET (18:30)
Gara 2 – Raptors@Magic – 22/4 – 7:30 PM ET (1:30)
Gara 3 – Magic@Raptors – 24/4 – 7:30 PM ET (1:30)
Gara 4 – Magic@Raptors – 26/4 – 3:00 PM ET (21:00)
[I]Gara 5 – Raptors@Magic – 28/4 – TBD
Gara 6 – Magic@Raptors – 1/5 – TBD
Gara 7 – Raptors@Magic – 3/5 – TBD [/I]
[B]Cleveland (4) Washington (5)[/B]
Sarà una serie equilibrata. Da una parte lo strapotere di James, dallaltra i Big Three di Washington. I Cavaliers dopo la trade hanno faticato a trovare un equilibrio, cosa comunque normale, perché oltre ad essere arrivati 4 giocatori nuovi, Wallace, West, Szczerbiak, Smith, i Cavs hanno dovuto reinserire anche Gibson, fuori per tanto tempo a causa di un infortunio. La potenza di fuoco a disposizione degli scarichi di LBJ è aumentata in modo significativo, ma con essa si è un po perduta lidentità di una squadra che lo scorso anno è pur sempre approdata in finale. Washington dal canto suo, non ha avuto una stagione facile: il rientro affrettato di Arenas, poi rimasto fermo fino ad una settimana fa circa, i problemi fisici avuti da Butler. Insomma una stagione che non sembrava dover portare a nulla, e che invece ha gettato le basi per quella che potrebbe essere una squadra molto interessante, anche senza Arenas (che però in ottica playoff può essere sicuramente un valore aggiunto). Con Brendan Haywood finalmente concreto, Blatch in piena fioritura, Stevenson sempre più leader emotivo ed affidabile sia in attacco che in difesa, gli Wizard hanno serie possibilità di estromettere Cleveland dai playoff. Se Washington riuscirà a fare due o tre buone giocate difensive nelle partite fondamentali, allora per i Cavs potrebbe riuscire difficile variare il proprio attacco, che consiste fondamentalmente in palla a LeBron easpettare.
Stevenson, che è tornato a stuzzicare il prescelto, potrebbe, con le sue parole, aver segnato il destino della propria squadra. In fondo LBJ ha sconfitto da solo Detroit, e i suoi Cleveland Cavs nei playoff sono 3-0 contro Washington.
[B]LE STELLE[/B]
King James e Agent 0. Almeno dal punto di vista mediatico, ma in campo, al posto di Gilbert il vero protagonista per Washington dovrebbe essere Caron Butler, che dopo la partenza da L.A. si è trasformato in un vero e proprio uomo franchigia. James come detto, può segnare una serie praticamente da solo. Di Butler si può dire lo stesso? Per il momento no (visto anche linfortunio che lha tenuto fermo nella serie dello scorso anno), ma potrebbe essere arrivato il momento giusto.
[B]CHIAVI DELLA SERIE[/B]
Quanto sprecheranno i compagni di LBJ?
Haywood contro Ilga, freschezza fisica e potenza contro i cm e la tecnica di Z.
Chi ferma Jamison?
Il talento di Washington sarà supportato dalla concentrazione e da qualche buona giocata difensiva?
[B]WESTERN CONFERENCE[/B]
[B]Los Angeles Lakers (1) Denver Nuggets (8)[/B]
Siamo sicuri che Kobe Bryant avrebbe voluto incontrare i Phoenix Suns al primo turno. Non perché la squadra dellArizona sarebbe stata unavversaria più abbordabile, tuttaltro. Bryant avrebbe voluto incrociare i Suns per consumare la sua vendetta contro la squadra che per due stagioni consecutive ha eliminato i suoi Lakers al primo turno. KB è consapevole della forza della sua squadra, prima in una Western Conference forse mai così competitiva, e questa sua sicurezza la dimostra coinvolgendo i compagni, finalmente considerati dal probabile futuro MVP, degni di considerazione. La serie contro Denver sembra quella più scontata ad ovest, per molti fattori, primo fra tutti la non difesa dei Nuggets, che ha acciuffato i playoff per i capelli e che ha non pochi problemi da risolvere a livello di coaching e di equilibrio tattico.
[B]LE STELLE[/B]
Kobe Bryant E la stella per antonomasia di questa Lega. Questanno, dopo gli anatemi lanciati verso il proprio general manager in estate, Bryant si è rimboccato le maniche, trascinando la sua squadra ai vertici della Western Conference, in una stagione dove si è infortunato Bynum, Odom, lo stesso Bryant, Ariza, ma anche in una stagione dove gli è stato letteralmente regalato Gasol, giocatore di prima fascia che sembra fatto dal sarto per giocare allinterno della triangolo e con una presenza ingombrante come può essere quella dellex n° 8. KB ha miscelato al meglio il suo talento realizzativo con le esigenze della squadra, dando sicurezza ai compagni ed intimorendo gli avversari.
Melo è il presente e il futuro dei Nuggets, ma il vero leader a Denver porta il nome e il cognome di Allen Iverson. Il numero 3 più famoso del mondo è ancora uno dei migliori realizzatori della Lega, gioca sempre come se fosse lultima volta che lo fa, non mollando mai se appena appena pensa di poter vincere la gara. Parlando della non difesa di Denver e del suo quanto meno atipico assetto tattico, il nome Iverson viene menzionato molte volte. AI non è un play, ma non può in nessun modo marcare una guardia, compito che spetta al suo compagno di reparto, che però in questi Denver Nuggets non ha la sapienza tecnica e la tenuta fisica di uno Snow, tanto per citare uno dei fidi scudieri dellIverson in versione Phila. Ciò non toglie che quando è in campo, praticamente sempre, Allen sia il pericolo pubblico numero 1. I Lakers e Bryant si sono già scottati una volta (gara 1 delle Finali), e non potrebbe essere lultima.
[B]LE CHIAVI DELLA SERIE [/B]
L.A. ha talento, profondità ed è allenata da un coach che ad occhio e croce conosce bene larea dei playoff. Denver ha forse un tasso di talento offensivo ancora maggiore, vista la presenza di due super realizzatori come Iverson e Anthony, con in uscita dalla panchina JR Smith e Kleiza, che in quanto a mettere punti a tabelloni sono secondi a pochi altri giocatori provenienti dalla panchina.
Difficilmente i Lakers concederanno qualcosa in casa, ma Denver in casa è squadra che può fare male, specialmente se è in una giornata di tiro anche sufficiente. Il problema per i Nuggets sarà quello di non avere troppi cali di concentrazione, soprattutto nei momenti importanti della serie, ma dando unocchiata alla stagione di Denver questa sembra proprio unutopia.
Attenzione a JR Smith, in un momento di forma strepitoso e che potrebbe disputare una serie vicino ai 20 di media. Dovesse accadere per L.A. le cose si complicherebbero e non poco.
Le riserve dei Lakers, che tanto hanno dato in stagione regolare, sono chiamate ad elevare il proprio contributo, perché, come si dice spesso, i playoff sono un altro sport.
[B]New Orleans Hornets (2) Dallas Mavericks (7)[/B]
Una stagione straordinaria potrebbe non essere abbastanza per gli Hornets per fare strada nei Playoff 2008. Il primo ostacolo sarà infatti uno dei più duri, cioè quello con i rinnovati Dallas Mavericks.
Le partite di differenza tra le due franchigie sono solamente 5, fatto più che insolito, risultante da una regular season di livello altissimo nella Western Conference. Che ha visto la squadra della Louisiana vincere 56 partite (record franchigia) e raggiungere il pennant (termine rubato al baseball) della Southwest Division. Trascinati da un superbo Chris Paul (tra i papabili per il titolo di MVP) Chandler, Stojakovic e soprattutto David West hanno vissuto stagioni sorprendenti. Aiutati quindi dal numero 3, hanno superato molte delle contendenti al trono dellOvest di inizio stagione.
Tra le quali, sicuramente stanno i Mavs, ancora scottati dalla clamorosa eliminazione nel primo turno dello scorso anno per mano dei Golden State Warriors. La stagione non è stata eccezionale (51-31 il bilancio) in confronto alle attese, ma cè anche da dire che la squadra è stata rivoluzionata a febbraio con larrivo di Jason Kidd dai Nets e la cessione di Devin Harris come contropartita. È stato faticoso trovare un equilibrio di squadra dopo un cambiamento piuttosto radicale, ma forse è arrivato proprio in queste ultime partite, con la vittoria nella notte di mercoledì, proprio contro gli Hornets, con la prima tripla doppia con la nuova maglia di Kidd (100a in carriera peraltro).
Andiamo a vedere ruolo per ruolo i valori in campo:
[B]Chris Paul Jason Kidd[/B]: confronto epocale tra i due, nuova scuola contro vecchia scuola. Paul sta avendo una stagione straordinaria, da MVP, mentre Kidd ha mantenuto i soliti, eccellenti, numeri sia ai Nets che ai Mavs. Sarà molto dura però arginare lex Wake Forest, che dalla sua ha la giovinezza e una serie di armi offensive molto efficaci. I Mavericks dovranno lavorare tantissimo in difesa per fermarlo, e così bloccare le possibilità di successo della sua squadra, essendo accentratore di gioco come pochi nella Lega.
Kidd non è così pericoloso in attacco, ma è in grado di coinvolgere i compagni grazie alla sua illuminante visione di gioco.
[B]Morris Peterson Jason Terry[/B]: i Mavs nel ruolo sono orfani di Devin Harris, ma il sostituto è più che accettabile, anzi, meglio. Veloce, capace di sfuriate da decine di punti, molto più adatto al ruolo di guardia che a quello di playmaker nonostante laltezza. Peterson, al primo anno in Louisiana, si è perfettamente integrato nel sistema di Byron Scott: gli scarichi di Paul sono spesso indirizzati a lui, che insacca tiri da tre punti con facilità punendo i raddoppi avversari sul suo collega di reparto.
[B]Peja Stojakovic Josh Howard[/B]: due giocatori molto differenti, ma entrambi efficaci. Stojakovic è un tiratore: sa segnare sugli scarichi, uscendo dai blocchi, dal palleggio arresto e tiro. Fulmine di certo no, ma trattato di tecnica sicuramente sì. Soffrirà in difesa contro Howard, che fa dellatletismo e del gioco fisico il suo marchio di fabbrica, e che sicuramente cercherà di far valere il più possibile il mismatch. Vediamo però come reagirà ai playoff, il suo rendimento è sempre stato inferiore alle attese quando gli è stato chiesto il salto di qualità per aiutare la squadra.
[B]David West Dirk Nowitzki[/B]: nel ruolo di ala forte va in scena uno dei duelli più interessanti della serie. West è esploso questanno fragorosamente, diventando unAll-Star.
Gioca benissimo il pick and roll con Paul, ha tiro dalla media e alcuni movimenti spalle a canestro, anche se non sfruttati con continuità.
Il suo atletismo potrà mettere in difficoltà Nowitzki il quale, reduce dalla solita, solida annata, dovrà riprendersi sulle spalle la squadra e portarla oltre alle paludi del primo turno, per vendicare (se mai sia possibile) luscita prematura dello scorso anno. Portando allesterno dellarea West potrà sfruttare le sue capacità in penetrazione, arresto e tiro e da tre punti. Un raggio dazione così ampio può sfiancare lex Xavier, rendendolo così meno efficace in attacco.
[B]Tyson Chandler Erick Dampier[/B]: sfida tra due specialisti della difesa. Di sicuro il più attivo e coinvolto nelle vicende della squadra è il primo, mentre il secondo ricopre un ruolo più marginale e sornione. Contribuisce con stoppate e rimbalzi, è più che altro tonnellaggio da mettere sotto canestro per intimidire gli avversari. Se non ha problemi di falli può aiutare la squadra. Chandler è il principale destinatario degli Alley-Hoop di Paul, che costituiscono buona parte del suo bottino in punti di ogni partita. È in grado di catturare enormi quantità di rimbalzi, è un giocatore di cuore, mette lanima per questa squadra.
[B]Panchina[/B]: le riserve degli Hornets non sono al pari dei titolari, non danno il contributo che sono in grado di fornire i sostituti avversari. Jannero Pargo è forse il rilievo di maggior impatto, il che è tutto dire. Assieme a lui Melvin Ely, Hilton Armstrong, Ryan Bowen. Julian Wright potrebbe essere positivo, ma non avrà molto spazio in quanto rookie nella rotazione di coach Scott. Mentre per gli arrivati da Houston, Bonzi Wells e Mike James, limpatto non è stato dei migliori. Anche se la loro esperienza potrà venire utile se New Orleans farà strada.
La panchina Mavericks è invece infinita. Cè solo limbarazzo della scelta: il tasso di qualità maggiore si ha nel reparto guardie/ali, nel quale a cambiare Terry e Howard si può scegliere tra Eddie Jones e Jerry Stackhouse per esempio, oppure, nellipotesi peggiore, Devean George o Antoine Wright.
Come cambio di Kidd troviamo Josè Barea, energia al servizio della squadra, mentre spostandosi sotto le plance si trova la potenza di Brandon Bass per Nowitzki, o lesperienza di Juwan Howard o Jamaal Magloire, anche se per loro i minuti sono limitati.
Sarà una serie combattuta, molto interessante perché il talento, almeno per i giocatori migliori, è di livello altissimo. Sarà bello vedere Paul confrontarsi con lesperto Kidd, o osservare West che oppone la sua potenza alleleganza di Dirk Nowiztki. E tanti altri matchup.
Per gli Hornets sarà un crocevia davvero importante, che farà capire le possibili ambizioni della squadra per questo e gli anni a venire, e altrettanto si può dire per i Mavericks, che stanno cercando con la carta Jason Kidd di ottenere il tanto agognato titolo prima che sia troppo tardi.
In bocca al lupo ad entrambe le squadre, e speriamo ci facciano divertire.
[B]San Antonio Spurs (3) Phoenix Suns (6)[/B]
Ancorasi ancora. Ma questa volta gli equilibri in campo sembrano diversi, meno definiti. Magari non sarà una serie con un Amare da 37 di media (anche se non finirà molto lontano), o un Nash da 15 assistenza e 20 punti, ma questa volta potrebbero davvero spuntarla quelli dellArizona. Una cosa è certa, sarà molto probabilmente il più intenso tra tutti i primi turni di questanno. In stagione regolare i Suns hanno anche espugnato il campo degli Spurs, e soprattutto, la presenza di Shaq a centro area ha dato molto fastidio a TD, che con Amare aveva invece vita facile. Come successo per gli altri anni, la serie girerà su degli episodi, forse anche non strettamente legati a quello che succede in campo.
[B]LE STELLE[/B]
TP sarà anche stato lMVP delle ultime finali, Ginobili sarà anche il giocatore che deve creare per se e per gli altri, il giocatore dei momenti caldi, ma gli Spurs vanno dove li porta il 21. Senza il Duncan formato playoff gli Spurs rimangono squadra solida ma non squadra da titolo. Quando Timoteo si mette a giocare, improvvisamente la maggior parte dei rimbalzi diventa di proprietà dei nero argento, in area si fatica a finire ed ogni ricezione in post è unavventura.
Dallaltra parte non si può non puntare lattenzione su Nash. Dallarrivo di ONeil, Amare Stoudemire ha dovuto fare degli adattamenti al suo gioco, ma facendo comunque ciò che gli viene più naturale, ovvero mettere giù la palla e attaccare il canestro. Il canadese invece, ha dovuto modificare e non di poco il proprio modo dintendere la pallacanestro. Le sue zingarate sulla linea di fondo senza mai chiudere il palleggio sono diminuite drasticamente, come anche le incursioni al ferro dopo il P&R con Amare. Se Nash riuscirà ad improvvisare allinterno di un disegno tattico che si è fatto più rigido, allora lattacco dei Suns può diventare più inarrestabile di quello che è già.
[B]LE CHIAVI DELLA GARA[/B]
Il cast di supporto. Finley dopo una stagione non proprio scintillante sembra aver ritrovato il ritmo nellultimo mese di regular season, e comunque San Antonio ha dei veterani che hanno combattuto mille battaglie. Il dubbio è se queste battaglie non siano state troppe. Oberto e Thomas garantiscono esperienza e sapienza cestistica sotto le plance, ma Damon Stoudamire saprà soddisfare il suo esigente coach?
Difesa. E vero i Suns difendono male sul P&R, ma dire che sono una squadra che non difende è sbagliato. Bell è un mastino, Hill è un difensore di livello, Shaq in area è una presenza e sa che per vincere in post season bisogna difendere, lo stesso Amare, sulla palla è più efficace di quello che si crede. E allora dovè il problema? Il problema sta nei dettagli. Ai Suns può capitare di non seguire un taglio per mancanza di comunicazione, di farsi prendere un rimbalzo offensivo quando ormai la palla sembra destinata a loro. In certi momenti lultimo uomo della rotazione non chiude come dovrebbe e la mancanza di Marion rende più complicato accoppiarsi nella transizione offensiva. Dettagli, che però fanno vincere serie ed anelli, come ben sanno i texani. I Suns dovranno eliminare queste piccole ma determinanti sbavature, per sfruttare al meglio tutte le loro qualità, anche quelle nuove, come il predominio a rimbalzo, che da quando è arrivato il Big Cactus è ad appannaggio dei Soli.
Diaw e Barbosa: il francese, dopo la prima scintillante stagione in Arizona, sta mostrando più ombre che luci. Ha tecnica e intelligenza tecnica da vendere, ma spesso il suo approccio è troppo soft per lesigenze della sua squadra. Con la sua atipicità dovrebbe essere una spina nel fianco degli Spurs, ma il problema è sempre uno: che Diaw arriva alla partita, quello che sposta o quello che si fa spostare?
Diverso il discorso per il brasiliano. Barbosa, animale da campo aperto, è quello che più di tutti ha sofferto la presenza di Shaq, non tanto in termini numerici, quanto per il suo impatto sulle gare. Dovesse riprendersi, sarebbe una grande aggiunta per il secondo quintetto dei Suns, che spesso da il via alla partita vera e propria.
[B]Utah Jazz (4) Houston Rockets (5)[/B]
Una serie che potrebbe regalare non poche sorprese, quella tra Utah e Houston. Certo, ci fosse stato il cinese, la sfida sarebbe stata ancora più equilibrata, ma attenzione a sottovalutare le risorse a disposizione degli uomini di Adelman, che erano già stati dati per spacciati nel momento dellinfortunio di Yao Ming, salvo poi piazzare una striscia impressionante di vittorie (iniziata col cinese), ed arrivare anche in testa alla Conference.
Sarà una gara dallalto contenuto tecnico. Utah con la sua esecuzione esemplare, Houston con i giocatori in grado di mettere qualche granello di sabbia allinterno di un ingranaggio che sembra perfetto. Una gara 7 non smebra per niente improbabile, ed in quel caso, i Rockets avrebbero dalla loro il fattore campo.
[B]LE STELLE[/B]
Tracy McGrady nella sua carriera non ha mai vinto una serie di playoff. Non ad Orlando dovera la prima, seconda e terza punta, non a Houston con Yao in squadra. Per questi playoff tornerà ad essere lunica super star della sua squadra, ma il cast di supporto è senza alcun dubbio più forte e completo. La probabile mancanza nelle prime due gare da parte di Alston potrebbe mettergli ancora più peso sulle spalle, specialmente in attacco, dove i vari Scola, Battier, Landry non sono certo giocatori in grado di crearsi un tiro da soli. Una serie vicino ai 30 di media è altamente probabile, bisognerà solo vedere la qualità di quei punti e con quanta benzina T-Mac arriverà alle gare decisive.
Deron Williams non sarà spettacolare con il suo compagno di draft CP3, ma è certamente altrettanto efficace. Williams, che con Boozer forma con ogni probabilità una delle coppie meglio assortite dellNBA, è il maestro dellorchestra Jazz. Lex Illinois è in grado di pescare i tiratori in uscita dai blocchi, di premiare i tagli sulla linea di fondo e gioca il P&R in maniera fantastica, un P&R che può finire in svariati modi, con Deron che può entrare con la palla, servire il bloccante (e con Boozer sono quasi sempre due se non tre punti), tirare se il lungo non esce troppo ed innescare un terzo giocatore. Praticamente una gamma infinita di soluzioni, dovute in gran parte a questo giocatore, che ha cm e kg per non andare sotto con nessuno, anche i lunghi, figuriamoci quindi i pari ruolo. Un discors che vale anche in difesa e a rimbalzo, dove Williams può fare la voce grossa (cosa che non sempre capita però). Dovessero servire 25 di media DW potrebbe farli, come anche 15 assist, basta chiedere.
[B]LE CHIAVI DELLA SERIE[/B]
Utah non ha una difesa irresistibile, specialmente per quanto riguarda gli interni. Lunico vero intimidatore è Kiri, mentre Boozer e Okur non hanno ne i cm ne latletismo per essere un fattore difensivo. Questo difetto sarebbe ancora più grave se Houston potesse contare sulla presenza di Yao, ma con il cinese assente tutte le attenzioni della difesa di Utah saranno per TMC.
Houston ha invece nella difesa uno dei suoi punti forti. I suoi lunghi non hanno cm (Mutombo escluso), ma hanno energia, dedizione e intelligenza cestistica per sopperire a questa mancanza. Sono forse una delle migliori squadra a difendere sul P&R, ma per essere efficaci in difesa Adelman potrebbe sacrificare qualcosa in attacco.
Passerà tutto sulla freschezza fisica di Tracy. Dovesse arrivare in forma nelle gare cruciali, il tanto agognato passaggio di primo turno sarebbe vicino, molto vicino.
[B]Scritto con la preziosa collaborazione con Horace13 e Dav[/B]
[B]Stefano Manuto[/B]