Eccoli qua. A dispetto di tutto e tutti, sono arrivati al secondo turno. Forse la prima volta nella storia in cui la seconda del seeding partiva sfavorita contro la numero sette. Potere dell’Ovest versione 2008. Ma potere anche di una squadra che sta continuando a stupire tutti. A inizio stagione si diceva che dopo la pausa dell’All Star Game sarebbero crollati. A fine stagione si diceva che ai playoff avrebbero pagato l’esperienza e la, presunta, panchina corta. Ora si dice che verranno mangiati, divorati, da quella macchina da vittorie che è San Antonio.
Intanto Dallas l’hanno regolata con inaspettata facilità. Anche i più ottimisti mai avrebbero immaginato un 4-1 così autoritario.
Merito sicuramente di Chris Paul (autore, dopo alcune prove mostruose, di una tripla doppia nella gara conclusiva), che ha fatto impazzire Jason Kidd e tutti gli altri che si sono alternati nella sua marcatura, ma anche di tutto il resto della squadra, tra cui va segnalato, oltre al solito West, uno strepitoso Pargo. Ha tirato nelle 5 partite, con un 50% complessivo e il 45% da tre, il tutto considerando anche la gara d’apertura in cui non avrebbe segnato nemmeno in una vasca da bagno. Rimarranno impressi per parecchio tempo i suoi 30 punti nell’unica partita persa dagli Hornets.
Va detto ad onor del merito che i Mavs visti in questa serie sono sembrati poca cosa. Un’accozzaglia di stelle o presunte tali, poco squadra, alcuni in rotta prolungata con la società e l’allenatore, peraltro appena silurato. Da salvare esclusivamente il Tedesco, ammirevole il suo tentativo di tirare la carretta da solo, Jason Terry e Brandon Bass, la vera sorpresa di questo turno. Una Dallas tradita da Jason Kidd, uno degli acquisti in corsa più inutili della storia della NBA, in rapporto al nome coinvolto, da Stackhouse e soprattutto da Josh Howard, che tra prove incolori, dichiarazioni folli (ma si può dichiarare di fumare marijuana in un momento così delicato della stagione?), feste programmate e altre amenità assortite ha probabilmente chiuso i suoi giorni in Texas.
Archiviato questo storico passaggio del turno, la prossima avversaria è di quelle che farebbe tremare squadre ben più equipaggiate dei calabroni: gli Spurs. Nientepopodimeno.
Le chiavi della serie per gli Hornets sono molteplici. Innanzitutto la marcatura su Tony Parker. Perchè Ginobili verrà marcato prevalentemente da Peterson e da Julian Wright quando sarà schierato, Duncan troverà sulla sua strada Chandler e West, ma mettere Paul su Parker per troppo tempo potrebbe non essere una grande idea. Per questo probabilmente vedremo in campo molto spesso il buon Pargo, che si sta dimostrando ottimo difensore, oltre che realizzatore di striscia.
Un altro elemento su cui prestare attenzione sarà la marcatura che gli spurs decideranno di adottare su Paul. Probabile che vadano con Bruce Bowen, con il francese in marcatura sulle guardie.
Il play degli Hornets ha dimostrato più volte di essere semplicemente immarcabile, ma la marcatura di Bowen sarà uno scoglio duro da superare, per questo sarà vitale che la guardia di turno faccia valere il fisico contro il più piccolo Parker. Qui entra in gioco Bonzi Wells. Perchè Peterson questa stagione ha dimostrato limiti nell’attaccare continuativamente il canestro, e non potrà impensierire più di tanto il suo marcatore. Bonzi invece è un autentico maestro nell’utilizzare il suo fisico massiccio contro gli esterni più leggeri di lui (praticamente tutti). Sarà necessario però un Bonzi molto più vicino a quello visto in passato contro gli stessi Spurs quando indossava la casacca dei Kings piuttosto che quello visto contro i Mavs.
Posto che comunque buona parte della sorte degli Hornets passerà per le mani di Paul e di West, l’unico elemento del quintetto di New Orleans a non avere bisogno necessariamente degli assist del piccoletto per segnare con continuità.
La serie sembra già chiusa. Troppo forti e troppo esperti i neroargento.
Ma ricordiamo che ad avere il vantaggio del fattore campo sono gli Hornets, e che ormai hanno già fatto più di quanto gli venisse richiesto, per cui giocheranno senza alcun tipo di pressione. E poi hanno già stupito tutti più volte, potrebbero averci preso gusto.