Stanotte si è giocata, al Palace di Auburn Hill, Detroit, Gara2 della semifinale della Eastern Conference tra Detroit e Orlando. E come in gara1, a spuntarla sono stati i padroni di casa.
L’andamento della gara è comunque stato in bilico fino ai secondi finali, quando i Magic non hanno saputo capitalizzare le azioni offensive e hanno permesso ai Pistons di prendere il vantaggio conclusivo anche grazie alla loro precisione dalla lunetta.
Fin lì, dicevamo, gara in sostanziale equilibrio, anche se il punteggio tra secondo e terzo quarto ha avuto un andamento ad elastico. [B]Detroit[/B], infatti, era riuscita ad arrivare a [B]scavare un solco di 14 punti[/B] verso la fine del secondo quarto, chiudendo i primi 24 minuti sopra di 10 punti, 50 a 40. Poi, la [B]parte più avvincente della gara, il terzo quarto, dove è successo un po’ di tutto[/B].
[B]Orlando si affidava per la rimonta al tiro da oltre l’arco[/B]. E la scommessa veniva non solo vinta ma stravinta. [B]7 su 7 nelle bombe[/B] e record del ’92 dei Celtics attentato ma non raggiunto (i verdi allora chiusero il quarto con 9 su 9). Detroit tutto sommato non ha molto da recriminare sulla sua terza frazione. In attacco il principe ha mantenuto in linea di galleggiamento i suoi con alcune iniziative importanti, e anche in difesa il gioco corale dei Pistons non è sembrato così negativo, come i 36 punti finali di Orlando potrebbero far pensare. Semplicemente hanno deciso di farsi battere dal tiro da fuori della squadra della Florida, dato che per la legge dei grandi numeri, la percentuale al tiro sarebbe dovuta peggiorare dopo le prime conclusioni andate a segno. Peccato per loro che i [B]Magic fossero entrati in quella hot zone[/B] che difficilmente capita all’interno di una partita.
Ma il meglio (o il peggio, decidete voi) del quarto doveva ancora arrivare. [B]Dopo un canestro[/B] subito dai Pistons, con il cronometro che segna [B]5.1 secondi allo scadere[/B], viene eseguita la rimessa e data palla a Billups, che arrivato in prossimità dell’arco dà palla in angolo a Stuckey che, vistosi chiuso, la restituisce a [B]Chuncey che si alza e tira da tre[/B]. La palla entra e [B]Detroit festeggia il buzzer beater[/B].
Peccato che [B]il cronometro segnasse ancora 4.8 secondi alla fine[/B], cosa impossibile dato lo sviluppo dell’azione. Van Gundy e tutti i Magic fanno notare la cosa alla terna arbitrale, formata da Joe Forte, Steve Javie e Derrick Stafford, che si riunisce per capire cosa sia successo. [B]Dopo più di 5 minuti di consulto, la decisione finale. Canestro valido[/B] e 0.5 secondi per Orlando in cui non potrà arrivare al tiro. La frazione si chiude con Detroit che grazie alla bomba allo scadere di Billups si riporta quindi in vantaggio 78 a 76 in un momento di grossa difficoltà.
[B]Le immagini[/B] che però verranno mostrate durante il 4° quarto, [B]dimostreranno che per scoccare il tiro ai Pistons sono stati necessari 5.22 secondi[/B], quindi si era oltre il tempo regolamentare.
Significative però le parole di Dwight Howard a riguardo, che sebbene si fosse professato [I]convinto che il tempo fosse scaduto[/I] (deve avere origini svizzere però per esser riuscito a scandire il tempo con la precisione di un decimo di secondo), [I]ha ammesso che tempo e occasioni in seguito non sono mancate per i Magic[/I], e che probabilmente la loro colpa è stata quella di non realizzarle, aggiungo io.
Perchè è vero che la partita è stata in bilico fino alla fine, ma [B]Orlando[/B], sulle ali dell’entusiasmo di quel 100% al tiro da oltre l’arco, [B]ha pensato di vincere la partita proprio bombardando da fuori[/B] i Pistons, che hanno accettato la sfida e riscattato i dividendi, con un [B]1 su 9 nel quarto quarto[/B] che è andato a compensare la straordinaria prova balistica dei 12 minuti precedenti.
Peccato per Orlando, che nel 4° quarto aveva ritrovato un [B]Howard in gran spolvero[/B] che ha catturato ben [B]9 rimbalzi, di cui ben 6 offensivi, sui 18 totali[/B], e segnato 10 punti, dando l’impressione di essere dominante sotto le plance, cosa che in gara1 e anche nei primi tre quarti di questa gara era un po’ mancata, avendo sofferto oltre misura l’esuberanza di Maxiell e le braccia lunghe di Prince.
Buon per Detroit, che invece deve ringraziare un po’ tutti i suoi big che hanno risposto presente nei momenti importanti, con [B]Billups implacabile alla lunetta con 10 su 10[/B] autore alla fine di 28 punti, du cui 10 nell’ultimo quarto, un [B]Wallace molto concreto in fase offensiva artefice di 17 punti[/B] con un ottimo 7 su 10 al tiro e un [B]Prince[/B] che nei momenti in cui i Pistons sembrano in difficoltà, si prende sulle spalle l’attacco e diventa [B]chirurgico (8 su 13 per lui con 17 punti e 10 rimbalzi)[/B]. L’unico che non ha offerto una prestazione sui suoi livelli standard è stato Rip Hamilton, che ha sparacchiato un po’ per tutta la partita, salvo poi mettere la bomba che nel 4° quarto ha riportato i Pistons in vantaggio.
Difficile leggere in ottica futura la gara di questa notte però proviamo ad analizzare punto per punto quanto è emerso ieri:
[B]Si doveva vincere.[/B] Perchè una prestazione da 7 su 7 da tre in un quarto deve portare alla vittoria finale, perchè questi parziali dovrebbero intaccare le sicurezze degli avversari. Però se poi nei 3 quarti restanti si tira con 4 su 19 l’exploit si và subito a vanificare. Detroit, dal canto suo, ha portato a casa la gara nonostante un terzo quarto difficile.
[B]Punto a punto.[/B] I Magic hanno il vantaggio emotivo di essersela giocata fino alla fine con una Detroit parsa abbastanza in palla e con una decisione arbitrale sfavorevole in un momento chiave. E questo nella prima gara casalinga darà delle sicurezze in più alla truppa di Van Gundy.
[B]Manca un turco.[/B] Orlando stanotte non ha avuto da Turkoglu quello che ha sempre dato in questa stagione, ovvero un ultimo quarto da protagonista. Se nel quarto quarto Hedo non segna nemmeno un punto, per forza la squadra và in difficoltà. La marcatura di Prince è asfissiante e gli errori sono dovuti a questo, però i Magic non possono prescindere dal loro principale clutch player. Se nelle prossime gare il turco darà qualcosa nell’ultima frazione, allora i Magic torneranno pericolosi per la vittoria finale, se viceversa il principe continuerà a mettergli la museruola, per Detroit mezzo passo in più nella vittoria della serie è fatto.
[B]Panchina nulla.[/B] Ieri per Orlando la panchina ha prodotto 4 punti con Arroyo e 4 rimbalzi tra tutti gli altri, un po’ pochino per impensierire Detroit, che dalla panchina può sempre far alzare McDyess che da solo ha messo 6 punti e 8 rimbalzi.
[B]Nelson decisivo.[/B] Più che gli altri, già nella serie con Toronto abbiamo visto che l’uomo più importante di Orlando in questi playoff è stato Nelson. Quando lui ha giocato bene, i Magic hanno vinto o comunque se la sono giocata fino alla fine, quando lui non ha dato il meglio, Orlando ha perso. E’ anche vero che il suo cambio è Arroyo, non proprio Stockton (o Chris Paul se si vuole modernizzare il paragone). Probabilmente a Detroit sono contenti così, meglio farsi battere da Jameer che da Turkoglu tutto sommato.
[B]L’importante è aver voglia.[/B] E pare che i 4 moschettieri del Michigan, 5, se si include l’altro uomo mascherato Totò McDyess, pare ne abbiano. Si è sempre detto che questa squadra fosse una delle principali contender se Billups e Wallace avessero acceso i motori in tempo e non si limitassero a scendere in campo sottovalutando gli avversari. E a partire da gara4 con Philadelphia, pare che le intenzioni dei 2 siano diventate parecchio bellicose. Se continuano così, si porteranno dietro la squadra e allora attenzione a tutti, se succede di nuovo l’improvvisazione difensiva dello scorso anno nell’ultimo possesso difensivo con i Magic, sono guai grossi.
Con tutte queste variabili, insomma, chi può dire con certezza come si concluderà la semifinale tra Magic e Pistons? Di sicuro sarà una serie combattuta, e decisive saranno le prossime 2 gare. Se Detroit dovesse portarne a casa una delle due difficilmente si lascerà sfuggire la serie di mano, diversamente resterà ancora tutta aperta.
Il prossimo capitolo è domani notte, ad Orlando, dove inizieranno ad esserci delle indicazioni in più.
Stay tuned.