Uno dei problemi più sentiti dai giocatori, che del basket hanno fatto un lavoro, è la gestione del fine carriera. Una gestione che, erroneamente, si ritiene debba iniziare soltanto dopo la cessazione degli impegni agonistici e che invece deve essere programmata quando ancora il giocatore esercita la propria attività.
Infatti, una pianificazione svolta con il dovuto anticipo consente all’atleta sia di pensare al proprio futuro in un momento positivo e pieno di spinta propulsiva della sua carriera – e, più in generale, della sua esistenza – sia di mettere a frutto nel migliore dei modi un complesso di relazioni interpersonali e di conoscenze che, finita la carriera, andranno irrimediabilmente ad assottigliarsi.
Per queste ragioni la GIBA, intendendo il suo compito nel senso più ampio e strategico, ha pensato di strutturare il “Progetto Fine Carriera”, in collaborazione con consulenti di provata esperienza e coinvolgendo il mondo del lavoro.
Non ci sono dati figli di analisi statistiche nel basket italiano, ma alcuni studi citati in articoli reperibili sul web parlano di situazioni spesso difficili per i giocatori professionisti, una volta conclusa la carriera (non solo nel basket).
Stile di vita dispendioso, investimenti sbagliati, nessun accantonamento di fondi: queste e molte altre ragioni possono portare “ex giovani benestanti” a un presente fatto di problemi. Per non parlare dei giocatori che ricchi non lo sono diventati affatto, in quanto lavoratori che hanno svolto la carriera in categorie minori.
La crisi economica che dal 2008 attanaglia l’Europa e in particolar modo l’Italia ha portato il mondo del basket a un generale e notevole taglio salariale. E se pochi giocatori possono ritenersi soddisfatti dei loro buoni contratti, il basket italiano odierno è fatto per la maggioranza dei casi di centinaia di lavoratori che ormai percepiscono uno stipendio più vicino a quello di un impiegato che a quello di uno sportivo professionista, con l’aggravante di non avere le tutele medie di un impiegato.
La GIBA ha perciò pensato ad un programma chiamato “Progetto Fine Carriera”, offrendo ai giocatori supporti sia per quanto attiene la comprensione del loro potenziale post basket giocato, sia per quanto riguarda le modalità di ingresso nel mondo del lavoro.
Un progetto che vede nella doppia qualità di testimonial e tutor Mario Boni, Vice Presidente della GIBA e giocatore dalla trentennale carriera. Mario Boni è un giocatore che ha dimostrato come sia possibile giocare avendo occhio attento ai propri investimenti, oltre che progredendo in altri settori che non siano quelli del basket e – più in generale – dello sport. Dunque, un modello positivo reale e concreto.
Mario Boni gestirà il progetto per l’intera durata, occupandosi di coordinarlo, selezionare i consulenti che formeranno i giocatori che sceglieranno di partecipare al progetto, tenere clinic ai giocatori, contattare aziende disponibili a periodi di stage formativo.
Il progetto è destinato ai giocatori in attività iscritti alla GIBA ed è gratuito.
La sede del corso è Bologna e il periodo individuato per lo svolgimento è il mese di giugno 2014.
A livello indicativo, il corso avrà durata di 6 giorni, occupando i primi 3 giorni di due settimane.
Chi volesse partecipare è pregato di contattare la Segreteria della GIBA, ai numeri telefonici 051.623.10.86 oppure 348.47.29.169.
Per l’ammissione al “Progetto Fine Carriera”, essendoci un numero limitato di posti, la GIBA si riserva di valutare l’ordine cronologico delle adesioni.
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