Un’altra stagione si è chiusa nella grande mela. Un’altra stagione, la quarta consecutiva, che si è chiusa anzitempo, senza la gioia dei playoff, che ormai paiono chimera irraggiungibile già da dicembre. Troppo mal assemblata questa squadra per pensare di aver traguardi importanti. Meglio provare a dare un taglio netto con il passato e provare a vedere cosa riserverà il futuro.
[b]Situazione salariale e contrattuale[/B]
Se la stagione appena conclusa è andata parecchio male, [b]dal punto di vista salariale New York da anni ormai va malissimo[/B]. Il payroll è il più alto della lega, e alcune scelte quantomeno discutibili operate da Isiah Thomas, GM di New York fino allo scorso 2 aprile, giorno dell’avvento di Donnie Walsh, hanno affossato ogni speranza di possibile ricostruzione della storica franchigia bluarancio. E [b]arduo sarà il compito di Walsh per cercare di ridurre il monte salari[/b] della franchigia, considerando che alcuni giocatori sono al minimo storico come valore e quindi difficilmente scambiabili.
Di sicuro si proverà a fare qualcosa per sfoltire l’organico e per [b]cercare di fare convergere tutte le maggiori scadenze nell’estate 2010[/B], anno di grazia in cui saranno disponibili come free agent molti player della classe del draft del 2003. [b]Quella di Lebron[/b] per intenderci, vero e proprio sogno di tutta la grande mela.
Ovviamene Brooklin inclusa, e considerando che nel 2010 i Nets si saranno spostati proprio nel quartiere adiacente Manhattan, c’è da giurarsi che daranno filo da torcere ai Knicks nella lotta al contratto del Re.
La [b]gestione sconsiderata di Thomas[/b], prontissimo ogni anno ad ammassare talento ma molto meno a gestire il salary cap in modo da ottenere spazio di manovra, ha portato ad avere a Roster giocatori difficilmente accoppiabili come [b]Curry e Randolph[/b], entrambi portatori sani di contratti rispettivamente da [b]10 e 16 Milioni di dollari[/b], mal contati, entrambi in scadenza nel 2011 (considerando difficilmente rinunciabile la player option data a Curry per gli ultimi 2 anni di contratto). Ha garantito a New York i servigi [B]Jerome James[/B], più noto per l’appellativo di”Sexy” che per le presenze sul parquet, ormai lontanissime nella memoria, che per la modica cifra di [b]6 Milioni di dollari per altri due anni[/B] (anche qui, grazie alla Player Option che Thomas non nega mai a un suo giocatore) si dovrà svegliare la mattina e trascinarsi al campo di allenamento dei Knicks, oppure, come accaduto spesso nella ultima stagione, spedire via fax un certificato medico con una motivazione per stare a casa a godersi i dollari elargitigli dal buon Dolan. Oltre a loro, a New York ci sarebbero sul libro paga, per quasi [B]8 Milioni di dollari, Malik Rose[/B], che essendo all’ultimo anno di contratto potrebbe anche interessare a qualche squadra, e [B]Quentin Richardson[/b] anche lui in scadenza la prossima estate a [b]9 Milioni[/B], se non fosse per la solita player option garantitagli, e considerando le prestazioni degli ultimi anni, il buon Q-Rich difficilmente proverà a mettersi sul mercato in cerca di contratti più alti.
Dunque ricapitolando: [B]Curry, Randolph, Richardson, James (quello sbagliato), Rose. Totale, circa 52 Milioni di Dollari[/B] di cap saturati con giocatori inutili alla causa o quasi. Suona male ? Suona malissimo se contiamo anche [b]Marbury[/B], il nativo di Coney Island che, al suo ultimo anno di contratto, prende circa 22 Milioni di dollari.
Francamente proprio tanti per pensare di provare a muoversi sul mercato in modo sciolto.
[b]Giocatori da firmare e obiettivi di mercato[/b]
Con la poca mobilità che garantisce il payroll della squadra, sono [b]pochi gli obiettivi perseguibili[/b] per Walsh quest’anno. [b]La priorità era quella di prendere un playmaker[/b] che potesse integrarsi con Crawford, destinato ad essere una delle poche pietre miliari del team nel prossimo futuro, grazie a prestazioni solide offerte nella passata stagione, e in quest’ottica va vista [b]la firma di Duhon[/b], play da Chicago capace di dare ordine e difesa al reparto dietro dei Knicks. Per il resto, New York stà alla finestra, in attesa di eventuali mosse che possano permettergli di [b]scaricare contratti onerosi[/b] in cambio di poco o nulla, o di contratti che scadano nell’anno in cui sarà tentato il tutto per tutto per arrivare a Lebron James. In quest’ottica, uno dei rumors apparsi in questi giorni, ovvero uno scambio tra New York e Los Angeles, sponda Clippers che vedrebbe Randolph in direzione LA in cambio sostanzialmente di nulla, grazie allo spazio salariale a disposizione dei Clips, potrebbe non essere così peregrino per i Knicks, che vedrebbero sì partire un uomo da 20+10 che potrebbe avere più mercato, ma che invece che prendere un altro albatross poco utile, potrebbero sfoltire il payroll senza colpo ferire. Insomma, un sacrificio che potrebbe dare dei frutti. Si potrebbe poi provare a [b]cercare di offrire Curry in giro per la lega[/b], considerando quanto poco sia adatto Eddy a giocare il gioco di Mike D’Antoni.
[b]Draft[/b]
Al Draft, New York ha però fatto felici noi italiani. [b]Con la scelta numero 6[/b] infatti, i Knicks hanno selezionato [b]Danilo Gallinari[/b], il diciannovenne giocatore ex Armani Jeans considerato da tutti gli addetti ai lavori uno dei giocatori migliori del draft, sommando [b]talento, intelligenza cestistica e personalità[/b]. Ovviamente non sarà lui il giocatore che al primo anno di NBA trascinerà New York ai Playoff, ma i tifosi della Grande Mela possono essere sicuri che [b]Danilo sarà un giocatore molto importante per il futuro[/b] della franchigia. E anche tutti quei tifosi che al momento della chiamata, al Madison Square Garden hanno fischiato il Gallo, vedranno quanta classe e voglia di emergere porterà il ragazzo in squadra.
[b]Cosa succederà?[/b]
Non sarà sicuramente questo l’anno in cui i Knicks si risolleveranno e faranno la stagione della vita centrando i playoff in carrozza. [b]Il talento per arrivare alla postseason ci sarebbe[/b] anche, ma è troppo [b]mal amalgamato[/B] per dare frutti. Però è questo sicuramente l’anno importante per dare la svolta per un futuro migliore.
La [b]base è stata ricostruita[/b], con Walsh che ha preso pieni poteri sulle decisioni della franchigia e la traghetterà verso il traguardo ambizioso di ricostruire un team con un salary cap accettabile e una squadra finalmente funzionale a un progetto, e con [B]D’Antoni[/b], le cui chiavi del progetto sono passate in mano, con la richiesta di portare un gioco divertente e di vincere, finalmente.
Certo, al momento il roster non è quello che Mike vorrebbe. Ci sono ancora due big man troppo soft e poco decisivi, c’è un [b]reparto ali piuttosto sovraffollato[/b], con Jeffries, Richardson, Gallinari, Balkman e Lee che, ognuno con le proprie caratteristiche di Difesa, Tiro da fuori, point forward, energia e rimbalzi (in rigoroso ordine) richiedono minuti, e con coach D’Antoni che limita gli uomini delle rotazioni a 8 players, qualcuno rischia di restare scontento.
Chi vi scrive è convinto che [b]D’Antoni proverà a recuperare Q-Rich[/b] ai fasti di Phoenix, per cercare anche di fargli riprendere quotazione, che di Lee e di Jeffries si fiderà perchè daranno difesa e rimbalzi, e che almeno [b]inizialmente a farne le spese potrebbe essere Gallinari[/b], che si potrà prendere pochi minuti. Ma personalmente sono anche convinto che con l’avanzare della stagione proprio il Gallo guadagnerà spazio e si prenderà responsabilità importanti.
Vediamo ora questi Knicks sempre imprevedibili quante cose riusciranno a smentire di questo articolo, scritto da un loro tifoso in attesa come gli altri di nuovi tempi di gloria.