I successi di una squadra partono sempre e comunque dalla qualità dei vertici dirigenziali: dalla loro competenza, rigidità e lealtà. I giocatori quando sentono delle basi forti sotto i loro piedi e una personalità immanente sullorganizzazione, sono spinti a dare quel “quid” in più che rende una discreta squadra, una contender.
Per i Sixers tutto questo ha un nome ed un cognome: Ed Stefanski.
In questi pochi mesi di comando ha già fatto capire a tutti quali sono gli obiettivi, muovendosi intelligentemente sul mercato e gestendo al meglio le risorse a disposizione.
I rinnovi di Iguodala e Williams erano le “condicio sine qua non” per poter dare una certa contiunuità al progetto, ma strapagarli oltre il loro valore poteva voler dire anche bloccare questo processo di crescita, invece Stefanski ha rinnovato a prezzi onesti (80 mln in sei anni per Iguodala e 27 mln in cinque per Lou) i due, per poi buttarsi sul mercato e portare a casa il vero giocatore che serviva alla squadra per completare il puzzle: Elton Brand.
[b]Il quintetto:[/b]
[u]Andrè Miller:[/u] e giunto a Philadelphia nello scambio che ha coinvolto Iverson. Era stato etichettato come un traghettatore, ma ora è un punto saldo della squadra e viene, probabilmente, dalla sua migliore stagione in carriera. Con una squadra giovane e votata alla corsa lui si trova a meraviglia e la sua qualità di playmaking viene ancor più enfatizzata.
[u]Willie Green:[/u] è lo starter più in bilico perché le sue prove dello scorso anno, non hanno convinto appieno il front office. Si è deciso di puntare forte su di lui dopo linfortunio al ginocchio, ma questo è lanno della verità. Dovrà dimostrarsi sufficientemente solido, riuscendo ad incastrarsi proficuamente nelle nuove gerarchie di squadra. E possibile che al suo posto giochi Thaddeus Young con un quintetto più alto, ma pare più logico e percorribile il sentiero di Willie in guardia con Iguodala ad evoluire in ala piccola.
[u]Andrè Iguodala:[/u] ha fatto il leader per grandissima parte della stagione scorsa, è un giocatore a tutto tondo, dotato di una fisicità devastante. Non fermiamoci con la memoria alla serie contro i Pistons dove ha sofferto per mancanza di alternative valide. E acclarato che non sia una stella che può sobbarcarsi lintero peso offensivo di una squadra, però è un giocatore di altissimo livello, che con una presenza interna come Brand può davvero fare quello step-up che lo porterebbe quasi nelleccellenza.
[u]Elton Brand:[/u] Tutti lo attendono a Phila, è il nome dellestate. Un grande lavoratore, un ottimo professionista ed un leader sia dentro che fuori dal campo. Nonostante le otto partite giocate la scorsa stagione, i medici hanno detto che Elton è in perfette condizioni. La percentuale di rischio cè, ma è un’investimento che ha tutti i crismi per essere definito positivo e se ritroveremo il vero Brand a far capolino in post basso, i Sixers possono diventare pericolosi.
[u]Samuel Dalembert:[/u] Ha giocato una grande stagione, ma ha toppato i playoffs. E un centro chiaramente da regular season con grandi doti di rimbalzo e verticalità. Purtroppo pecca ancora eccessivamente in furbizia e comprensione del gioco. Dovesse trovare un po di scaltrezza diventerebbe qualcosa di davvero dominante, anche se nonostante ciò si sta rivelando comunque uno dei migliori centri in circolazione.
[b]Panchina:[/b]
La bench mob della scorsa stagione ha avuto un impatto decisamente ridotto, se escludiamo Lou Williams.
Ora lex high schooler potrà portare la sua solita quantità industriale di adrenalina alla partita, potendo spartire lefficacia con giocatori come Royal Ivey e Kareem Rush. Il ruolo dellex Lakers e Lietuvos Rytas è molto più importante di quello che si pensi, perché le sua qualità di shooter potrebbero aprire la scatola difensiva avversaria che altrimenti sarebbe piuttosto imperniata verso il pitturato.
Uno tra Green e Young andrà a rinfoltire la panchina e se questi sarà Thaddeus siamo sicuri che possa essere un grande valore aggiunto per la sua versatilità e fisicità. Forse Green avrebbe più le caratteristiche per la capacità di entrare rapidamente in partita, ma Thaddeus deve continuare la scalata che già ha cominciato lo scorso anno ed entrare a partita in corso potrebbe giovargli.
Al capitolo lunghi in uscita dal pino ritroviamo lidolo della scorsa stagione Reggie Evans con la sua adrenalina e voglia, assieme ad un ottimo colpo come il veterano Donyell Marshall che potrà portare alla causa oltre che la sua esperienza, anche un po di tiro da fuori.
Per chiudere abbiamo il cavallo di ritorno Theo Ratliff che avrà il compito di aiutare Samuel Dalembert sia dal punto di vista del learning the game che da quello fisico, dandogli minuti di riposo e qualità.
[b]Il coach:[/b]
Dopo lincredibile stagione scorsa, non potevamo che ritrovare Maurice Cheeks sulla panchina di Phila. Lanno scorso ha creato una metamorfosi incredibile in una squadra che viaggiava nella mediocrità ed era destinata ad un lento ma inesorabile slump, trasformandola nella grande rivelazione di stagione.
E un “player coach” e questo lo porta ad essere ben veduto da chi lavora con lui, ma deve migliorare ancora sensibilmente la gestione delle rotazioni e linterpretazione tecnica della partita.
Se indirizzato (come sotto la guida di Stefanski) potrebbe essere il coach giusto al posto giusto per far capire realmente ai suoi ragazzi che: Skys the limit.
[b]Il giocatore chiave:[/b]
Sembra pleonastico dichiarare chi sarà il giocatore chiave, perché è chiaro che i dividendi che pagherà laffare Brand faranno pendere la stagione dei Sixers verso il positivo od il negativo.
Se sarà integro fisicamente e potrà dare il suo solidissimo contributo da 20 e 10 silenziosi, Phila potrebbe anche diventare una contender della eastern conference, in caso contrario il gap con le altre squadra diventerebbe incolmabile anche per la giovane età del roster e la mancanza di credibili alternative all’ex Clipper.
[b]Prospettive per la stagione:[/b]
E chiaro che pensare ad una stagione da titolo sia alquanto velleitario, lo era (quasi) per chi aveva preso Allen e Garnett in offseason, figuriamoci per Brand ed Iguodala. Ma lobiettivo di questanno è trovare una continuità nel processo di crescita della squadra e della franchigia, al fine di ritornare ai vertici della NBA. Lottare per un alto posizionamento playoffs e giocarsi le proprie (legittime) carte quando conterà è lobiettivo principale. Arrivare come quarta/quinta forza ad est e porvare a passare il primo turno di playoffs, potrebbe bastare come scossa di assestamento per poi provare a curare i particolari nella prossima offseason.
Lo slogan della stagione dice: Run with us. Noi siamo pronti con pantaloncini e scarpe da tennis.