Tantissime le novità nella nuova stagione dei [b]Milwaukee Bucks[/b], che dopo tanti anni di semi-anonimato questestate si sono resi protagonisti del mercato, su tutti i fronti.
Ma novità, nello sport, è sinonimo di incertezza. Sarà levolversi della stagione a dire se lennesimo [i]New Deal[/i] della franchigia del Wisconsin darà i frutti sperati o ripeterà i magri risultati dellultima era.
Dichiarato chiuso il progetto Harris, ex GM silurato ben prima della fine di una stagione priva di alcun significato (26-56 il bilancio finale), è stato nominato al suo posto John Hammonds, ex Detroit Pistons. Le attività sono iniziate subito dopo la fine del campionato: per prima cosa, via il coach Larry Kristkowiak sostituito da [b]Scott Skiles[/b].
Successivamente è arrivato [b]Richard Jefferson [/b]dai New Jersey Nets, stella di livello assoluto NBA, in cambio degli indesiderati Bobby Simmons e Ji Yanlian.
Dopo le scelte sono arrivati anche [b]Luke Ridnour ed Adrian Griffin[/b], giunti da Seattle (ora Oklahoma City) e Cleveland per Desmond Mason e Mo Williams.
Si ricomincia così, con una nuova affermata stella (Jefferson), un centro giovane dal quale ci si aspetta il definitivo salto di qualità (Bogut), ed un olimpionico che dovrà vestire i panni del leader dentro e fuori dal campo (Redd).
Dando uno sguardo approfondito al roster, si notano anche altri nuovi acquisti, per una squadra davvero rivoluzionata. Nel ruolo di [i]point guard[/i] il titolare dovrebbe essere [b]Luke Ridnour[/b], motivato per il cambio di franchigia dopo due anni vissuti in ombra nellincertezza dei Sonics. Ci sarà molto da lavorare in difesa per lui, per imparare i dettami di un coach molto esigente su quel lato del campo, ma la sua capacità di amministrare il gioco e distribuire i palloni è indispensabile per rifornire Redd e Jefferson, i quali sono più finalizzatori che creatori di gioco.
Come guardia il già citato [b]Redd[/b]: da lui dipendono sicuramente i destini della squadra, essendone lelemento di maggior talento. Dovrà migliorare in difesa, come passatore e come punto di riferimento. La sua carriera è probabilmente giunta ad un bivio: se non migliorerà negli aspetti sopraccitati, una riflessione sulla sua importanza come uomo-squadra sarà doverosa, conoscendone anche il valore di mercato. Al suo fianco però questanno ci sarà un vero campione, ovvero [b]Richard Jefferson[/b], dal quale ci si aspettano tantissimi punti (ha avuto medie molto simili a quelle di Redd nel 2007-08), un buon numero di rimbalzi, difesa ed esperienza, essendo reduce da diverse cavalcate playoff con la sua vecchia squadra. Unica incognita saranno le sue motivazioni: inizialmente lo scambio non era per nulla gradito infatti. Adesso il vento sembra cambiato, lopportunità per lui è di diventare punto di riferimento in una squadra futuribile.
Come ala grande la fiducia ricadrà su [b]Charlie Villanueva[/b] che lo scorso anno ha scalzato dal posto di titolare il cinese Yi dopo metà stagione. Giocatore di talento offensivo indiscutibile, la sua sfida sarà di reggere contro pariruolo ben più pesanti di lui, che lo porteranno molto spesso spalle a canestro.
Come centro uno dei pilastri della squadra, ovvero laustraliano [b]Andrew Bogut[/b] che nella scorsa stagione è migliorato molto come realizzatore, rimbalzista e stoppatore, confermando le sue sopraffine doti di passatore. È atteso ad un ulteriore salto di livello: per lui sono aperte le porte dellelite dei centri NBA, basterà solo volerlo e che venga maggiormente coinvolto nella manovra offensiva, visto il suo ampio raggio di pericolosità.
La panchina non è di certo al livello dei primi cinque, e questo è uno dei primi problemi. Come [i]point guard[/i] di riserva si contenderanno i minuti lasciati dal titolare [b]Ramon Sessions[/b] e [b]Tyronne Lue[/b]. Il primo è reduce da un finale di stagione sorprendente. È abile nel passaggio,e sa giocare in velocità. Non si contraddistingue però per la capacità di amministrare il gioco, e molto spesso le sue scelte a testa bassa non sembrano aiutare la squadra. Materiale per renderlo comunque un buon giocatore ce nè, e quindi è sacrosanto sfruttarlo. Chissà che Lue non elargirà lui qualche consiglio su come riuscire a sopravvivere il più possibile nella NBA: lex Atlanta porterà punti e qualche minuto di cambio al play titolare senza causare disastri, ma nei piani della dirigenza, se il progetto Sessions andrà a buon fine, sarà il terzo della rotazione, in entrambi i ruoli dietro. Davanti a lui come guardia di ricambio si troverà [b]Charlie Bell[/b] ormai veterano della franchigia, che dovrà recuperare da unannata storta, successiva al cospicuo rinnovo contrattuale. Come cambio di Redd, potrà essere più che discreto, con qualche capatina allala piccola.
A completare il reparto dietro [b]Adrian Griffin [/b]pretoriano di coach Skiles: dovrà insegnare la difesa ai suoi compagni meno esperti, essendo lui eccellente interprete della specialità.
Come ali innanzitutto i due rookies: [b]Joe Alexander [/b] da West Virginia e [b]Luc Richard Mbah a Moute [/b] da UCLA. Il primo avrà modo di svilupparsi come giocatore essendo stata spesa per lui una scelta alta, mentre il secondo dovrà fare la squadra e rendersi utile come difensore, se vorrà fare parte del mondo NBA. [b]Malik Allen, Dan Gadzuric e Francisco Elson [/b]dovranno essere gli uomini di fatica alle spalle di Villanueva e Bogut: con il loro gioco fisico non faranno rimpiangere di certo i titolari in difesa (anzi, il rischio è quello che siano migliori!) ma il rendimento offensivo, con loro in campo calerà vistosamente, eccezion fatta per qualche tiretto dalla media distanza di Allen, già allenato a Chicago dal nuovo allenatore.
A dirigere la squadra sarà come già detto più volte, [b]Skiles[/b]. Reduce da una parte di stagione disastrata a Chicago, Milwaukee sarà per lui un nuovo trampolino di lancio.
Il suo compito non è per nulla facile: la mentalità distorta della squadra dello scorso anno è da estirpare alla radice nella testa dei giocatori, ma lui sembra luomo giusto: già dalle prime partite prestagionali si è lavorato sulla difesa (con risultati a volte nulli bisogna però dire) e sulla circolazione di palla, aumentata a dismisura, vere e proprie croci della scorsa annata.
Non mancano però i detrattori del nuovo coach: dopo partenze brillantissime sia a Phoenix che a Chicago (le sue esperienze precedenti), la squadra negli anni a venire è sempre parsa remare contro di lui, forse per i suoi modi spartani di gestire lallenamento e lo spogliatoio, non apprezzati dai più della massa dei giocatori NBA (comportamenti di certo discutibili da parte di stelle strapagate, ma dei quali cè da tener conto per gestire al meglio unorganizzazione).
Non è facile comprendere cosa sarà dellannata dei Bucks. Potranno rivelarsi una piacevole sorpresa (gli uomini per fare bene ci sono), così come un cantiere aperto, ma dal futuro roseo, o come un progetto già destinato al fallimento in partenza. E i playoff? Riuscirà la squadra ad emulare i cugini MLB Brewers, ai playoff dopo un periodo lunghissimo? La speranza è quella, ma dipende tanto da come si impasteranno i tanti ingredienti.