L’avvio della nuova stagione non ha sorriso molto agli Spurs: fuori Ginobili fino a metà novembre a causa dell’operazione alla caviglia sinistra obbligatoria dopo che l’argentino aveva dovuto abbandonare la semifinale olimpica contro gli Stati Uniti, out dopo poche partite anche Parker per una lesione di secondo grado alla [b]caviglia sinistra[/b] (guarda un po’ come ci vede bene la sfiga quando ci si mette) e speroni che si devono aggrappare alle spalle di [b]Duncan[/b], chiedendogli di fare un sacrificio e di innestare le marce alte da dall’inizio stagione (cosa da lui non molto apprezzata)…
Per dare un’idea delle problematiche senza una dei tre all-star basta citare un numero: 55. Sono i punti realizzati da Parker necessari a vincere la prima partita della stagione (dopo aver perso contro Phoenix, Portland e Dallas) contro Minnesota, dopo due combattutissimi supplementari (!!).
Nemmeno il tempo di pensare “Beh con questo Parker magari ce la si può fare a vincere almeno le partite più facili”… ed ecco che nella partita successiva (Miami) il francesino in penetrazione mette giù male la caviglia ed è costretto a lasciare il parquet… risultato?
Ancora una sconfitta.
Malgrado tutto ciò però la squadra ha sempre dimostrato che è la sua organizzazione di gioco a poter fare la differenza, specialmente nella [b]fase difensiva[/b]: ed ecco la chiave che potrebbe comunque permettere agli Spurs di presentarsi con un record decente al rientro degli infortunati, la difesa. Nelle ultime tre partite giocate: New York, Milwakee e Houston, gli avversari hanno segnato rispettivamente 80, 78 e 75 punti (per un bilancio di 2-1).
Ma le note positive non finiscono qui.
Con Ginobili e Parker out, Popovich è stato costretto a lanciare obbligatoriamente in quintetto due pedine che potrebbero rivelarsi più importanti di quanto preventivato da molti; se su [b]Roger Mason[/b] qualche informazione aggiuntiva c’era (confermate peraltro dalle buone prestazioni fin qui registrate – potrà essere una preziosa pedina nel corso della stagione), per [b]George Hill[/b], autentico oggetto misterioso del draft nero argento, si sapeva poco o nulla.
Dopo una preseason fatta di alti e bassi, l’esordio nello starting five contro i Knicks (12 punti e 5 rimbalzi) poi Milwakee con 4 punti, 3 rimbalzi e 3 assist, e infine Houston con 17 punti, 6 rimbalzi e 5 assist. Ciò che ha maggiormente colpito nell’ultima partita è stata la capacità di buttarsi dentro e realizzare nel traffico, mentre è ancora tutto da costruire per quanto riguarda la costruzione del gioco.
E’ prestissimo per dirlo, ma forse San Antonio ha trovato un potenziale back up per Parker… e adesso avrà la possibilità/necessità di testarlo per un mesetto buono, un’ottima occasione per lui per apprendere il gioco e giocarsi le proprie carte, e per Popovich per capire il vero potenziale del ragazzo.
Nell’attesa di notizie positive dall’infermeria, il prossimo mese la parola d’ordine sarà una sola: [b]difesa[/b]!