Altra mattanza al Palau BlauGrana, dopo l’88-61 di due giorni fa.Gara 2 finisce 84-63 e questa volta non c’è neanche il buon primo tempo del Galatasaray a frapporsi fra il Barcelona e il 2-0 nella serie, visto che già il primo quarto finisce 21-8 con una differenza di intensità e voglia tanto lampante quanto preventivabile. La squadra di Ataman, infatti, aveva già dimostrato in gara 1 di aver subito psicologicamente in maniera decisiva l’uscita dai giochi del proprio leader Carlos Arroyo (che in gara 3 potrebbe esserci), e la sensazione è stata nettamente rinforzata questa sera. I giallorossi del Bosforo non hanno mai mostrato di crederci un minimo a poter impattare la serie sull’1-1, giocando molli, con poca convinzione (se non in brevi frangenti) e finendo triturati da una squadra che, quando riesce a fare le proprie cose senza trovare ostacoli particolari, è quasi inarrestabile. La partita è scorsa via talmente liscia che l’attenzione dei tifosi catalani è quasi immediatamente passata alle condizioni di Juan Carlos Navarro che dopo pochi minuti è uscito dal campo (senza rientrare) per un infortunio a una mano. Non che senza di lui il risultato della partita sarebbe stato particolarmente diverso, ma per andare sul sicuro in terra turca, stante il probabile ritorno di Arroyo e il clima che sarà come sempre infuocato, sarà meglio per il Barça essere al completo e non rischiare di complicarsi più del necessario la vita. Và detto, infatti, che se è assolutamente impossibile pensare alla rimonta miracolosa della squadra di Istanbul, lo è altrettanto pensare anche solo a una vittoria di Arroyo e soci. Da una parte, infatti, c’è una squadra che gioca sul velluto e, anche nei momenti in cui la mano si inceppa (vedi terzo quarto iniziato con 1/10 al tiro), riesce lo stesso a trovare il modo o di bloccare l’avversario in difesa (prova importante di tutta la squadra sugli esterni e presenza importante di Tomic sotto le plance) o di mettere un paio di canestri per mantenere le distanze di sicurezza. Un pò quello che è successo stasera.
Le sbavature del Gala e la difesa spagnola hanno subito forzato un alto numero di palle perse, trasformate in un amen in punti in campo aperto dai padroni di casa, con Papanikolau (10 punti e 5 rimbalzi) a mettersi sugli scudi dopo l’esordio in sordina. Galatasaray che aveva anche avuto un buon approccio al match, impattando i primi canestri del Barça. Ma è stato solo un fuoco fatuo, visto che la forbice del vantaggio si è allargata molto rapidamente, passando dal 7-6, con un parziale di 14-2, al 21-8 di fine primo quarto. Partita già segnata e che su quest’andazzo si trascinata stancamente fino al 40°. In mezzo cose pregevoli di Oleson (che è in un momento di forma balistica strepitosa) e schiacciate tonitruanti di Dorsey (15 di valutazione), meno decisivo di gara 1, ma più che altro perchè non ce n’è stato bisogno. E anche un piccolo tentativo di rientro Gala che, tra zona e quintetti ruotati alla disperata ricerca di qualcuno in palla, aveva trovato in Erceg le mani affidabili per risalire a -11 nel terzo quarto, mentre dall’altra parte i metri lasciati al jumper non troppo affidabile di Sada e la difesa a zona interrompevano per un attimo il flusso continuo blaugrana. Per un attimo, appunto. Una tripla di Marcelinho e una di Oleson, in mezzo a tanti errori banali degli avversari, rimettevano subito in chiaro le cose e aprivano definitivamente il garbage time, con il vantaggio ad oscillare sempre a cavallo dei 20 punti.
Poco davvero da aggiungere su quanto visto fino ad ora. Il dominio del Barça è stato tale che davvero non si vede come i catalani non possano arrivare alle Final Four. Il Galatasaray è in crisi di fiducia nei propri migliori giocatori (americani ancora insufficienti, con Hairston a tratti irritante e molto nervoso), soffre terribilmente a rimbalzo (37-27 Barcelona anche oggi) e non può certo sperare che il solo rientro di un Arroyo che, gioco forza, non potrà essere neanche lontanamente prossimo al 100% della forma, possa sistemare tutti i suoi problemi. Se un’indicazione positiva si vuole proprio andare a trovare in questa partita è che Zoran Erceg sembra poter essere un giocatore su cui contare per strappare almeno il punto della bandiera la prossima settimana e Ender Arslan (10+7 asissts e 7 falli subiti) ha giocato una partita di grande volontà e certo sarà l’ultimo a mollare, ma è proprio un volersi aggrappare a qualcosa per non vedere solo tutto il negativo venuto fuori nei primi 80′ di gioco. Per il Barça si fa prima a dire che, più che di gara 3, ci si deve preoccupare delle condizioni fisiche di Navarro pensando anche di risparmiarlo nella prossima partita, qualora l’infortunio si rivelasse sufficientemente serio. Per il resto la band di Pascual ha giocato due partite vicine alla perfezione, dando la sensazione di non mettere mai veramente le marce alte. Sempre tutti sotto controllo, rotazione lunghissime e minutaggi controllati, gioco offensivo semplice e terribilmente efficace, difesa capace di stritolare l’avversario al momento necessario, specie sugli esterni, e una serie di giocatori apparsi in condizioni scintillanti (Pullen, Oleson e Dorsey su tutti). Un posto per Milano, insomma, sembra già assegnato, ma il Galatasaray può provare a rendere almeno interessante le prossima partita per regalarsi qualche microscopica speranza in più.
BARCELONA – GALATASARAY 84-63
Parziali: 25-8; 22-17; 18-16; 23-22;
Progressione: 21-8; 43-25; 61-41; 84-63;
MVP: Il collettivo catalano continua a impressionare, ma oggi in mezzo a tanto splendore, ha suonato una nota sopra a tutti Brad Oleson, micidiale per semplicità di gioco ed efficacia.
WVP: Nervoso, scentrato, incapace di segnare tiri aperti (come anche i propri compagni per la verità), in poche parole il lontanissimo cugino del bel giocatore visto da queste parti: Malik Hairston ha certamente qualcosa da farsi perdonare in vista di gara 3.
Nicolò Fiumi