Lakers e Celtics in testa alle rispettive conference. Lanno del vintage NBA prosegue bene
Devo dire che i Lakers mi hanno sorpreso in positivo, e non necessariamente per il clamoroso record di inizio stagione. Pensavo che il processo di reinserimento di Bynum sarebbe stato più lungo, addirittura che non si sarebbe mai arrivati in fondo. Jackson invece è stato ancora una volta intelligente, e non ha inserito, come tutti si aspettavano, il quintettone, con Odom, Gasol e Bynum in campo assieme (se non per brevi tratti), ma ha dato a Odom un ruolo da sesto uomo tattico, comunque con molti minuti, ma giocati principalmente da 4. Il tre titolare è invece rimasto Radmanovich, che allarga il campo con il suo raggio di tiro più di quanto non potrebbe fare Odom, evanescente oltre i 4 metri. Bynum gioca relativamente pochi minuti, lasciando così spazio a Gasol per giocare molto tempo da 5, ovvero quello che ormai è il suo unico vero ruolo. Insomma, una sorta di democrazia ateniese dove tutti sono contenti, hanno il loro spazio e i loro ruoli, e i risultati sembrano dare loro ragione.
Da non dimenticare in tutto questo il ruolo dellarconte, il simpatico Kobe, ormai in una versione ecumenica, che sembra aver fatto pace con sé stesso e i suoi demoni. Minutaggio non esagerato, forzature al minimo, leader in campo per i compagni, capacità comunque di esplodere e mettersi in proprio quando serve.
Fin qui le buone notizie. Ma non sarei un pessimista cosmico se non ne evidenziassi anche di brutte.
Quelle che tra laltro mi fanno pensare che i Lakers siano meglio di quanto avessi previsto, ma comunque non destinati a tornare in finale.
I giallo viola, anche questanno, tendono ad omettere la fase difensiva. E non è solo la media punti subiti ad essere imbarazzante. Ho visto ampi brani di un recente LA-Sacramento; mettiamola così: non è che quegli altri avessero proprio limmarcabile Lebron James. A dire il vero non avevano nemmeno la loro stella (!?), Kevin Martin. Eppure, con un attacco abbastanza disfunzionale, che deve ancora rodare i meccanismi dopo la dipartita dellingombrante RonRon, con discreto turnover dovuto agli infortuni, quelli della Gas Station si presentavano con insistenza nel salotto buono di LA, realizzando canestri degni del miglior questo lo segnavo anchio.
La loro difesa migliorerà nei playoffs?
Probabile.
Potrà mai diventare almeno accettabile?
Assolutamente no.
Personalmente continuo a preferirgli ad ovest sia Utah che New Orleans. I primi sono al momento incommentabili, dato che Wiliams ha saltato il primo mese (e comunque non è ancora a posto), Boozer manca da 8 partite, Okur ne ha saltate un buon numero per i problemi di salute del padre in Turchia e Kirilenko (che quando si parla di infortuni è sempre il primo sospettato, come il maggiordomo) va e viene. In compenso il record non fa schifo, e Milsapp e CJ Miles stanno uscendo alla grande. Gli Hornets dal canto loro hanno un record più che soddisfacente data la prolungata assenza del centro titolare (oddio, nel loro caso la dizione titolare non è proprio necessaria per identificarlo, trattandosi dellunico centro a disposizione di Scott), con Paul che ha giocato un inizio stagione da MVP.
A proposito di ovest, gli Spurs sono 7-3 nelle ultime 10. Attenzione ai nero argento, che anche questanno daranno parecchia noia.
Chi pensasse che non ho citato tra le contender Houston per dimenticanza, sappia che sta sbagliando.
Li ho ignorati di proposito.
Se Los Angeles è Atene, direi che Boston è decisamente Sparta. Brutti, sporchi, a volte rozzi, ma con uno spirito combattivo unico. I Celtics operai si sono rimessi al lavoro, con una sottolineatura particolare:
[b]Pierce, Be Like Mike[/b]
Tranquilli, non sono del tutto impazzito, accecato dal sacro fuoco biancoverde. Riesco ancora ad accorgermi che lo stile di gioco dei due non ha niente a che vedere, fluido e atletico MJ, lento e scattoso, quasi scordinato il Capitano, ma senzaltro miglior trepuntista. Quello che però sta facendo questanno P2 è veramente sorprendente. Nel contesto di quella che è indubbiamente la miglior squadra NBA, con una panchina mooolto più forte di quanto si pensava (il Leone ormai è forse il miglior lungo che si alza da una panca NBA, House un attento costruttore di gioco e difensore impeccabile!) e un Ray Allen decisamente più coinvolto in attacco (è lunico per cui vengano chiamati dei giochi specifici), The Thruth può andare in amministrazione controllata, concedendosi lunghi tratti di partita (a volte intere partite) in cui non guarda nemmeno il canestro, si riposa e fa contenti tutti. Quando poi serve, viene al lavoro. Contro i Magic, dopo due quarti da spettatore non pagante, decide che la partita è durata abbastanza, e in 7 minuti di terzo quarto mette 15 punti segnando a piacimento e terminando lincontro. I movimenti sono diversi, ma questa capacità di accendere e spegnere a comando, e soprattutto di essere chirurgicamente immarcabile quando lo decide è una caratteristica molto jordanesca.
Che giocatore, signori!
[b]Its up to you, New York, New York[/b]
Al Garden ci sono in programma dei lavori. Lo staff sta pensando di rimuovere dal cubotto che pende dal soffitto lindicatore del punteggio. Inutile quello spreco di energia e prezioso spazio dedicabile magari alla pubblicità, per fornire un informazione che non interessa a nessuno.
La stagione dei Knicks infatti non si misura in punti realizzati o partite vinte, ma in contratti sganciati. Non che siano gli unici a giocare con queste regole, ma in questo particolare campionato parallelo NY è decisamente una testa di serie.
E questo non ostante il forte handicap con cui partiva: il secondo cap più alto della lega, sicuramente il peggio speso, con una fila di mezzi giocatori, mai decisivi, sempre problematici, e con contratti molto lunghi e molto onerosi. I primi colpi sono stati clamorosi, con la cessione dei contratti di Crawford (il meno peggio, ma non a quel prezzo) e soprattutto di Randolph.
Il colpo più significativo (più dal punto di vista psicologico, che da quello, pur molto pressante, del salario) è quasi certo che avverrà a breve, ed è la risoluzione della questione Starbury: o un taglio, o uno scambio entro febbraio, quello che è certo è che questestate il peggior sfascia spogliatoi della lega non sarà più a libri per i Knicks.
Più difficile invece liberarsi di Curry, centro dalle mani fatate, ma un cuore sospetto e una quantità di testosterone inferiore a quella di Mary Poppins quando canta basta un poco di zucchero. Prima o poi Dantoni dovrà acconsentire a farlo giocare per metterlo in vetrina, sperando che qualcuno abbocchi. Peccato solo che la carta Clips ce la siamo già giocata, Denver è in modalità money saving, e a Dallas un centro enorme molto costoso e con poca voglia ce lhanno già.
Certo, poi ci sarebbe il caso James (Sexy, non Lebron), ma qui se Walsh riesce a scaricarlo si parla di conferirgli subito il premio di miglior GM per la prossima decade
Nel frattempo comunque il progetto Knicks va avanti a gonfie vele. Pur dovendo fare degli scambi in cui era la parte debole (dovendo liberarsi di merce che scotta), Walsh ha portato a casa roba comunque interessante in ottica Dantoni, ovvero Harrington e Thomas, due giocatori molto funzionali al gioco predicato dal baffo. I loro contratti, onerosi ma brevi, permetteranno di verificarne effettiva idoneità e motivazioni, e nel caso confermarne uno o entrambi per la NY che verrà. Si aggiunga al tutto che i tifosi (molto) paganti dei Knicks sono abbastanza soddisfatti: posto che il risultato non conta, hanno da consolarsi sia con la speranza che è sempre più probabile che il prescelto tra due anni vestirà una canotta blu arancio, sia con il gioco comunque divertente imbastito da coach baffo: tanti punti, ritmi alti, tanto contropiede: magari non si vince sempre sempre, ma se lo si vede come un prespettacolo nellattesa che il Re arrivi a reclamare le chiavi del regno, non è male. E se anche non arrivasse, per una strana coincidenza astrale quellestate chiunque sia in grado di spostare equilibri nellNBA ha il contratto in scadenza, e una piazza come NY e un sacco di soldi da spendere tendono ad essere motivazioni convincenti.
Vae Victis