Non è di certo un periodo felice in casa Clippers, alle continue sconfitte si sono aggiunti gli infortuni più o meno gravi che hanno decimato la squadra: da Chris Kaman a Zach Randolph fino al più recente Baron Davis, il primo fuori dai giochi fino ad almeno Febbraio, gli altri due in via di recupero e pronti a tornare sul parquet già tra 7/10 giorni.
Mike Dunleavy, head coach della squadra losangelena, si è così ritrovato a dover rimpiazzare tre giocatori fondamentali nei suoi schemi: a questa emergenza sembra però aver risposto bene solo [b]Mardy Collins[/b] che si è riciclato positivamente come starter, fornendo buone prestazioni.
A coprire il posto di Randolph è stato ripescato Brian Skinner, che fino a Gennaio vedeva il campo per poco più di 3 minuti a gara: è dunque chiaro che, in quanto a voglia è forse tra i migliori, ma sul piano tecnico ha enormi lacune, prima su tutte la sua scarsa presenza a rimbalzo anche se, a onor del vero, con in campo Marcus Camby è difficile catturarne tanti…
Proprio quest ultimo è diventato la chiave di questi Clippers, pura manna inviata dai Nuggets, capace di viaggiare in questo ultimo mese con cifre da capogiro: 14 punti e quasi 18 rimbalzi di media, il tutto condito da 2 stoppate a gara.
Note positive arrivano poi dal rookie [b]Eric Gordon[/b], settima scelta allo scorso Draft. E’ divenuto subito un giocatore a cui affidarsi ed il sophomore Al Thornton che continua a brillare collezionando cifre da vero leader, aprendo sempre più il suo futuro nella NBA non solo per le ottime cifre reegistrate, ma anche per una grande aggressività. Ultimo a mollare e primo a sacrificarsi, nonostante rimangano da perfezionare alcuni cali durante la stagione, sintomo comunque proprio dei giovani come lui, ancora alla ricerca di un definita identità nel gioco.
Entrambi, sono stati protagonisti nell’ultima gara giocata contro gli Atlanta Hawks, a cui è bastato mollare la presa per pochi minuti nell’ultimo periodo che il vantaggio accumulato si era dissolto: la mancanza però di una vera stella a cui affidarsi, ha determinato il contro-parziale di Josh Smith & co. che hanno poi dilagato vincendo 97-80. Questo match ha inoltre evidenziato la poca consistenza (ed era prevedibile) dei Clippers senza i “Big Three”, il quasi inesistente apporto della panchina e la relativa difficoltà di costruire qualcosa nei momenti “clutch”, situazione palese verificatasi nella gara contro i Suns, dove tutto il lavoro fatto per mantenere la situazione di parità è stato gettato al vento nel finale a causa decisioni offensive molto discutibili .
Con le le pesanti [b]assenze Davis, Randolph e Kaman[/b], non sembra essersi delineato un buon futuro a LA: di sicuro hanno dato più spazio ai giovani che hanno avuto in questo modo la possibilità di migliorare sempre più, ma il record rimane decisamente deludente (8-30) e questo è un vero peccato, perchè sarebbe stato curioso, già da quest anno, vedere all’opera questi nuovi Clippers, così tanto modificati nella scorsa calda estate.
Restano comunque ancora tre mesi prima dei PO e vista la situazione, coach Dunleavy potrà fare ulteriori esperimenti in ottica prossima stagione, solo allora, forse, Baron Davis potrà realizzare il suo sogno “Voglio portare i Clippers ai Playoffs, voglio vincere”.
Chi vivrà, vedrà…