Dopo un anno di assenza susseguente alle ben note difficoltà tecniche allindomani delle macerie che potremmo denominare Caso-Lorbek, Treviso ritorna alle Final Eight di Coppa Italia con un ruolo di pretendente ben definito.
Il club della Ghirarda sta infatti faticosamente ricostruendo un nucleo forte, uno zoccolo duro che possa far rivivere i fasti degli anni scorsi in cui la Verde Casacca trionfava in Italia e simponeva allattenzione dei più in Europa a tutti i livelli, sul campo e fuori dal campo di gioco.
E questa Final Eight edizione 2008-09 cade in un momento importante per la nuova Benetton, contraddittoria in campionato (decisamente forte e perentoria in casa, timida e smarrita fuori dalle mura amiche), ma nettamente in ripresa rispetto al disastroso anno passato. E infatti il momento di testare di quale pasta siano fatti i vari Nicevic, Lorbek o Wood al cospetto di una manifestazione unica nel suo divenire e dalle mille insidie psico-fisiche.
Al suo cospetto per il secondo anno di fila la Sutor Premiata Montegranaro nei panni della damigella donore, cercherà di onorare al meglio lappuntamento forte del ruolo consapevole di chi non ha nulla da perdere.
Nessuno infatti, in primis il presidente Tiziano Basso, si straccerebbe le vesta in riva allAdriatico nel caso in cui si tornasse a casa sin da questa gara anche se lacquisto recente del greco Vasileiadis parrebbe indicare il contrario.
Noi preferiamo credere che lacquisto del giovane talento greco dipenda dal fatto che sinora, dopo unottima partenza lanciata, la Premiata abbia infilato non a caso diverse sconfitte consecutive derivanti delle limitate rotazioni di un roster che, appunto, ha denunciato fiato corto e scarsa adattabilità alla luce dei normali e logici cali fisiologici delle stelle americane della squadra.
Messasi alle spalle la strana vicenda Shawn Kemp di questa estate, la Sutor ha avuto una bella partenza scandite da prestazioni mirabili dei vari [b]Garris, Hunter[/b], Heliwell, Minard e Taylor, con la pattuglia italiana guidata da un ottimo Simone Flamini (decisamente ottimo il suo apporto vincente in alcune gare molto importanti ad inizio stagione, su tutte quella molto sentita di Pesaro), e da un altalenante Cavaliero, si è assistito a partite quasi tutte in fotocopia: buoni primi quarti di gara per poi spegnersi progressivamente sino ai finali delle stesse giocate con la bombola dossigeno.
E dopo, dicevamo, unottima partenza, ecco la Sutor che arranca, ha difficoltà nel mantenersi nelle zone buone o quantomeno tranquille della classifica e che perde con allarmante frequenza anche nei finali tirati di partita.
Ma non stupisca la serenità di fondo della dirigenza marchigiana, questanno era prevista unannata di transizione dopo lincredibile annata scorsa culminata con i primi playoffs della storia del club e questo sicuramente toglie peso dalle spalle di coach Finelli & Co.
A Treviso invece magari soffrono del problema opposto, chiamasi quadratura del cerchio o se preferite gerarchie da definire: il roster è bene assortito tra buone prime scelte (Neal e Wallace), e giovani rampanti anche se il balletto nel ruolo di play tra Bobby Dixon (ora rimpiazzato da Bulleri), giovane rookie per il nostro campionato e DaShaun Wood, bella sorpresa della Cantù dellanno scorso, non ha aiutato la definizione dellaffiatamento del gruppo, senza contare poi sulla chioccia Matteo Soragna; inoltre, queste prestazioni così altalenanti tra casa e fuori, non favoriscono il consolidamento psichico di un roster che sta cercandosi in tutto e per tutto. Intanto che ciò si definisca Treviso respira aria di alta classifica come era abituata da lustri e si sa che queste posizioni di privilegio favoriscono levoluzioni di un gruppo giovane. Coach Mahmouti sta cercando di soffiare sul fuoco dellentusiasmo, non vuole che il suo lavoro iniziato alla fine della tormentata stagione passata possa subire bruschi cali di tensione, i ragazzi vanno seguiti, incoraggiati ma se si perde limbattibilità interna contro la corazzata Siena non se ne fa un dramma, si volta pagina e si guarda avanti.
[b]PUNTI DI FORZA TREVISO:[/b]
Il roster trevigiano era molto atteso dagli addetti ai lavori e sinora ha mantenuto fede alle promesse ed alle premesse: buoni tiratori dal perimetro, buon peso specifico sotto le plancie con discreto mix tra potenza e sensibilità di mano anche fuori dalle stesse soprattutto con Rancik e [b]Wallace[/b], difesa aggressiva e reattiva, discreta corsa nelle transizioni e capacità di ribaltamento dellazione elevata
Questi dunque i punti di forza del team gestito da coach Mahmuti, caratteristiche però che a volte fuori dal Palaverde, come prima accennato, si annacquano inspiegabilmente.
Ed ecco che quindi quelli che dovrebbero sembrare i punti di forza si possono trasformare in debolezze congenite.
[b]PUNTI DI FORZA MONTEGRANARO:[/b]
Probabilmente 4/5 del team che scende sul campo ogni turno per la Sutor, e cioè i vari Minard, Hunter, Taylor e Garris sarebbero da startin five in moltissime squadre della Lega italiana. Un sapiente mix di tecnica, forza, potenza e dinamismo e francamente dopo le partenze di Amoruso e Ford per altri lidi non si credeva che il presidente Basso riuscisse ad operare così sapientemente.
Ma come accade a Treviso, anche per la Sutor (e ciò è decisamente singolare), i punti di forza a volte finiscono con labbattere le speranze di vittoria finale. Molti minuti per i Fantastici 4 significa poi vederli stanchi e poco lucidi nelle fasi delicate e conclusive del match.
Anche recentemente a Bologna, sponda Fortitudo, la Premiata ha retto benissimo contro i padroni di casa per quasi tutta la gara ma, aldilà delle polemiche alle quali abbiamo assistito per il cronometraggio negli istanti conclusivi della gara (problema che in verità ha forse danneggiato eccessivamente la Sutor), nei momenti cruciali della gara Garris & Co. hanno mostrato un po la corda.
[b]PRONOSTICO:[/b]
Anche se ci piace da matti il quintetto della Premiata per quello che esprime in campo, è incontrovertibile che Treviso sià più quadrata, più rodata con un roster più lungo e con molti punti nelle mani e si fa preferire appunto per questo.
Ma attenzione però allesperienza di queste vecchie volpi del parquet con la maglia gialla o blu sulle spalle, la sorpresa ci starebbe tutta.