Dopo le scaramucce tra Lance Stephenson e LeBron James di gara5 (Paul George già profetico dopo gara3 in cui affermava di non scuotere il RE), la stella degli Heat si riprende il ruolo che gli compete, mettendo insieme una partita che lascia poco spazio ai Pacers.
Bastano 4’08” agli Heat per regolare e smaltire la pratica Pacers. Pronti via i ragazzi di coach Vogel, metto subito un bel parziale (9-2). Sembra si metta bene, ma poi si sveglia il RE e da quel momento in poi i Pacers scompaiono dalla partita. Infatti LBJ (25 punti in 32’ di gioco con 8/12 dal campo, senza triple) ne piazza 7 consecutivi, che aiutano nel parziale degli Heat (11-0). Da questo momento in poi Miami non si volta più indietro nella partita. Il primo quarto si chiude 24-13 con il parziale degli Heat di 13-4.
Il secondo quarto si apre come si era chiuso il primo, con gli Heat che continuano a macinare gioco e a chiudere tutti gli spazi ai Pacers. Nota negativa per i Pacers in questo periodo, che vedono il solo tiro segnato dal campo di tutta la partita, da parte di Hibbert (stanotte solo 8 punti con 1/3 dal campo e 4 rimbalzi totali), veramente anonima la sua partita, peccato che venga visto poco dai suoi compagni di squadra. L’anno scorso è stato un fattore, quest’anno non è proprio riuscito ad entrare nella serie, anche grazie ad un’ottima interpretazione del ruolo di centro, da parte di Bosh (25 per lui stanotte, il migliore insieme a LBJ, con 10/15 dal campo), che tende a uscire per cercare anche il tiro da oltre l’arco.
La conclusione del secondo quarto (vinto da Miami per 36-21, e finito con il risultato di 60-34) +26, è il preludio a una grande vittoria per Miami (è il secondo più alto distacco tra due squadre dopo due quarti nella storia delle finali di Conference). Nel terzo periodo la storia è ormai bella che conclusa, gli Heat amministrano il vantaggio e bloccano qualsiasi tentativo di rientrare in partita da parte dei Pacers. Non succede niente di particolare e, infatti, si può incominciare a pensare quale sarebbe la migliore scelta, tra le due future rivali degli Heat a West.
Alla fine del quarto periodo si svuotano le panchine e l’unica microsoddisfazione, dei Pacers, è la vittoria del periodo (26-34), che però non aiuterà a digerire una sconfitta così scottante. E così gli Heat vincono (117-92) e si portano per il 4° anno consecutivo in finale NBA, per giocarsi il titolo di campioni con una tra Spurs o Thunder, che sono attesi a una gara6 che potrebbe decretare il campione (San Antonio) o il pareggio (Oklahoma), nella finale della Western Conference.
L’impresa di Miami è la terza nella storia dell’NBA, che era riuscita solo ai Los Angeles di Magic Johnson e ai Celtics di Larry Bird: conquistare per quattro anni consecutivi le Finals.
In questa serie ci siamo divertiti soprattutto ad assistere ai siparietti tra Stephenson e James, dove la grande esperienza, ma soprattutto intelligenza, del RE hanno avuto la meglio, senza mai cadere nel tranello (se non una piccola reazione nel primo periodo di gara 5, dopo un “carezza” del newyorchese sulla faccia di LBJ), restando sempre concentrato e senza mai cedere alle provocazioni.
Francesco Bertoni