Non era stata molto tranquilla gara-1 che aveva visto le due squadre giocare con gran agonismo, la seconda allo Staples si è trasformata però in una vera e propria battaglia, in cui i Los Angeles Lakers sono usciti vincitori con gran classe ed autorevolezza, guidati da un Kobe in una forma strepitosa (40 punti per il fuoriclasse), quasi a rispondere colpo su colpo al neo-MVP James, impegnato nell’altra costa in una sfida sulla carta più semplice.
Il ritorno di Walton per una volta si fa sentire ed il figlio del grande Bill gioca la sua partita facendosi ben apprezzare del pubblico, in campo regolarmente dall’altra parte anche Yao Ming che sembra non aver risentito più di tanto della botta al ginocchio dopo il contrasto nella gara precedente con Bryant.
La gara inizia subito forte per i padroni di casa, che spinti dal #24 sono subito avanti di 14 al termine del primo quarto; nella seconda frazione i Rockets, però, iniziano a carburare, supportati dal[b]l’ingresso sul parquet di Carl Landry, giocatore grintosissimo che risulta un vero problema per la difesa gialloviola[/b]. Houston recupera così il gap riagganciando gli avversari e costruendo addirittura un primo sorpasso, annullato subito da una delle più tipiche giocate del Black Mamba che con un fade away sulla sirena manda i due team negli spogliatoi in completa parità, sul 57-57.
Nella terza frazione i Lakers tornano a comandare accumulando un vantaggio in doppia cifra di scarto, che tiene i texani a debita distanza: protagonisti del parziale sono Gasol, Kobe e
Odom, quest ultimo autore anche di un battibecco piuttosto acceso con Scola, [b]nervosismo che sfocia poi sul finale di tempo nel “placcaggio” di Fisher che con una spallata palesemente volontaria manda a terra l’argentino (grande maestro stunt man) e condanna il play losangelino all’espulsione diretta (salterà poi anche gara-3).[/b]
L’ultimo periodo di gioco vede Coach Jackson schierare un quintetto piccolo, in modo da tenere alto il ritmo e chiudere precocemente il match: LA mantiene il vantaggio, con un Bryant assolutamente immarcabile per chiunque: [b]Artest[/b], stanco dell’exploit del #24 e aizzato da una gomitata dello stesso in mischia non fischiata dalla terna arbitrale, [b]si fa espellere a 6.57 dal termine, chiudendo sostanzialmente i giochi per la seconda W consecutiva[/b](26 punti fino a quel momento).
I gialloviola sfruttano così la ghiotta occasione e non si voltano più indietro e, quando Bryant segna uno dei canestri più spettacolari immaginabili in questo sport, lo Staples può cominciare festeggiare: [b]ora LA vola in Texas a ribaltare il fattore campo in quella che sarà la bolgia del Toyota Center[/b], mossa ancor più a sostenere i propri beniamini vista la serie che si prospetta una guerra in cui ogni colpo sembra permesso.
[b]MVP[/b]: [u]Kobe Bryant[/u], semplicemente infermabile a dimostrazione che quando questo giocatore è in missione non ci sia nessun difensore che lo possa perlomeno limitare. 40 punti, con un 16-27 dal campo forte di scelte intelligenti, ma non per questo semplici…consiglio la visone di qualche highlights per comprendere meglio…
[u]Kobe Bryant[/u]: [i]E’ stata un’ottima gara fisica. L’intensità è stata molto elevata perchè c’è stata la partaecipazione di ogni singolo giocatore, tutto a favore nostro. Sono i Playoffs, questo spiega tutto.[/i]
[u]Ron Artest[/u]: [i]Non volevo nessuno scontro tra noi due, giusto un confronto: gli ho detto “Stai colpendo la persona sbagliata. Non lo sai forse che stai colpendo Ron Artest?” Non mi stavo vendicando, ho chiuso col far quello.[/i]
[u]Derek Fisher[/u]: [i]Il mio intento non era di passare così violentemente su quel blocco, non sono d’accordo con un esplusione, ma ho capito la presa di posizione di Joe (l’arbitro) che voleva tenere sotto controllo la gara.[/i]