Una reazione di nervi, c’era da aspettarselo. Al Toyota Center i Rockets reduci non solo dalla sconfitta casalinga di gara-3 ma soprattutto dalla mazzata arrivata nelle ore successive, con la conferma dell'[b]infortunio di Yao che ne ha chiuso anzitempo la stagione[/b], hanno dato vita ad una prova esemplare, giocando un basket “europeo” con tanta rotazione di palla e buoni tiri. Complice dell’impresa Rockets sono i Lakers, scesi in campo morbidi e deconcentrati ben oltre il tollerabile, mostrando ancora una volta il loro [i]dark side[/i] che inquieta non poco i tifosi gialloviola.
La partita, cercando di fare una cronaca, non è mai iniziata. Sin dal primo possesso, con la palla persa, in modo banale, da Ariza che regala i primi due punti ad Artest, si è capito che i Lakers in campo non c’erano. Dall’altra parte i Rockets continuavano a martellare la retina, e dopo 7′ la gara aveva già un indirizzo preciso: 22-7 Rockets, frutto di uno splendido 5/6 dalla lunga e preludio del 29-16 con cui si conclude il primo quarto.
Nel secondo quarto, quando in molti si aspettavano una reazione, quantomeno sul piano puramente caratteriale, dei Lakers i Rockets hanno, non solo allargato il divario, ma anche evidenziato come la partita fosse pressochè chiusa: canestri facili, tiri con metri di spazio, voglia di correre ed aiutarsi doppia rispetto agli avversari. Il divario aumenta, arrivando al 54-36 con cui si va al riposo lungo.
Per i Lakers il ritorno in campo dopo l’intervallo è un’ulteriore prova di poca applicazione. I Rockets continuano a trovare punti facili ([b]Battier[/b] finirà con 23 punti con 5/10 dalla lunga distanza, con tiri tutto sommato comodi, [b]Scola[/b] alla quinta doppia-doppia in post season 11+14) ed a colpire la difesa, tornata per una notte [i]Loacker[/i], morbida come il famoso biscotto. Prova ne sia il canestro subito in chiusura di terzo periodo: rimessa laterale nella propria metà campo per i padroni di casa, lob lungo con [b]Aaron Brooks[/b] (career high i suoi 34 punti totali, 17 proprio nel terzo e decisivo quarto, con 12/20 dal campo) che con una specie di backdoor appoggia il layup al volo che porta i Rockets sul +29 (83-54), mentre Farmar, Bryant e Gasol si guardano straniti.
La partita finisce quì, nonostante un quarto periodo in cui i Lakers riescono a recuperare 17 punti di disavanzo, nonostante l’assenza di Odom (in dubbio per gara5, dopo uno scontro di gioco, con brutta caduta e botta alla schiena) ed un Bryant alla peggior partita playoffs di quest’anno. Un episodio? In ottica Rockets probabile, perchè non si capisce come, per quanto fantasticamente coeso, questo gruppo possa portar via 2 partite delle prossime 3 (al massimo) per i Lakers però è un brutto segnale: affrontare in questo modo una partita che avrebbe potuto praticamente chiudere la serie è uno di quei limiti di tenuta mentale che Fisher e coach Jackson indicavano come principale causa della sconfitta in finale dello scorso anno.
[b]MVP[/b]: impossibile non andare con il piccolo Brooks, una delle storie belle di questi playoffs. Secondo anno, giocatore di rottura fino alla trade che ha portato Alston in Florida s’è ritrovato titolare a metà stagione in una delle annate più complicate (e dire che in questo i Rockets son specialisti) per Houston. Ha risposto non solo con la partita di stasera, ma con un playoffs di altissimo livello, tant’è che quando lui rende Houston vince. Non esattamente [i]stocktoniano[/i] nella gestione dell’arancia e non sempre autore di scelte sensate, ma fino a quando tiene questi standard ha ragione lui.
[b]Post Partita[/b]
[b]Shane Battier[/b]: [i]”No, non sono sorpreso per la vittoria, penso che ognuno di noi abbia fatto quello di cui c’era bisogno per colmare l’assenza di Yao. Sarà anche un cliche, ma siamo davvero un grandissimo gruppo, abbiamo parlato tra noi per riprenderci, per giocare con più forza contro ogni avversità: contro le sostituzioni obbligate nella lineup, contro le trade, contro gli infortuni. Non abbiamo mai smesso di lottare e di crederci. Quello di oggi è l’impegno che dovevamo metterci oggi. Aldilà del risultato, questo è il tipo di attegiamento con cui dovevamo andare in campo, avevamo un altro sguardo.”[/i]
[b]Aaron Brooks[/b]:[i]”Sono felice di essere in questa squadra, grande merito dei miei punti è dei miei compagni: mi rendono molte cose più facili grazie alla loro presenza.”[/i]
[b]Phil Jackson[/b]:[i]” Avevo provato ad avvertire i miei giocatori che i Rockets avrebbero messo in campo molta più energia a causa dell’infortunio di Yao, ma i ragazzi non hanno affrontato bene la partita. Non ci hanno messo la giusta energia. Alla fine io posso dire quello che voglio, ma sta ai giocatori andare in campo ed eseguire quello che il coach dice”[/i]