FERRARA – Cè già un segno + nel primo bilancio della Carife in serie A: salvezza conquistata con tre giornate di anticipo e playoff mancati per classifica avulsa. Niente male per una neopromossa la cui dirigenza (presidente Mascellani e gm Crovetti) senza strafare, con un budget limitato, non stravolge la corazzata che aveva dominato la Legadue, ma affida al confermato coach Giorgio Valli una squadra compatta, collaudata, dalla mentalità vincente, arricchita di soli due americani, addirittura due scommesse: il rookie Riley e leccentrico anglo-nigeriano-americano Ebi, uno che sotto i cristalli aveva fatto faville nella serie A israeliana. Una squadra programmata per salvarsi in un campionato a 18 squadre, come poi sono andate le cose lo sappiamo bene, e con la riduzione forzata a 16 la quota salvezza era più ardua da raggiungere.
Che il debutto fosse faticoso era prevedibile, ma il calendario è stato impietoso: Teramo, Pesaro, Treviso, Siena, Milano, Avellino; non importa se in casa o fuori, ma bisogna puntare subito a quota 20 punti, ossia vincere mediamente una partita su 3, là cè la salvezza.
Diciamo subito che la scelta di Riley si rivelerà sbagliata, e se anche alla 9° giornata il giovane farà una partita stratosferica contro la Lottomatica, contribuendo al licenziamento di Repesa, il suo destino è già segnato. La Carife paga sì linesperienza, ma trova punti pesanti e forse nemmeno programmati (batte Treviso e va a vincere ad Avellino), ma bisogna correre ai ripari perché con questo passo non ci si salva. A casa Riley, si rivede in Italia quel Rick Apodaca che infiammò Scafati ma che poi rimase negli Usa Qualche chilo in più da smaltire con ore di palestra, ma la classe non si discute. Su 5 partite con lui in campo, però, gli estensi ne vincono solo una, la classifica piange, poi si scopre che il talentuoso portoricano aveva fumato qualcosa di troppo già dal debutto di Udine. Morale: sei mesi di squalifica e scoperto il ruolo di guardia. Musi lunghi, ambiente sconvolto, ma la truppa di Valli ha unimpennata e vince a Montegranaro: ad applaudire i prossimi compagni di squadra cè un certo [b]Allan Ray[/b], arrivato a Ferrara da Roma solo da due giorni, il gran colpo di Crovetti. Finisce landata a quota 10, in media salvezza, ma cè ancora tanto da faticare.
Quella vittoria è linizio della rinascita Carife, la chiave dei tanti successi, alcuni prestigiosi (a Roma e Cantù, contro la Fortezza) che consentiranno di alzare la mani dal manubrio prima del traguardo.
Ray, ex Boston, carattere un po chiuso ma amante della tranquillità, a Roma non si è mai ambientato, a Ferrara invece sì, e subito. Il suo inserimento ha dato fiducia a tutta la squadra e soprattutto ad [b]Andre Collins[/b], il play della Carife che dopo un inizio di stagione dal rendimento discutibile (pagando anche lo scotto prima dellinesperienza di Riley, poi della vicinanza di Apodaca, con cui non cera feeling), ha ritrovato tutta la sua potenzialità offrendo prestazioni da standing ovation, chiudendo la stagione come terzo marcatore: 17.5 di media e il 40.4 % da tre punti. Ray ha dato fiducia a tutti, al totem Harold Jamison, senza tema di smentite il miglior centro della serie A, con il 68.6% al tiro e 3.32 rimbalzi offensivi a partita. Con il taciturno campione ex Boston ha ritrovato smalto anche capitan Farabello, Sacchetti e Allegretti hanno portato a termine una stagione in crescendo mentre Zanelli ha ritrovato la condizione fisica che laveva reso protagonista ad inizio stagione. La strepitosa Carife del girone di ritorno (18 punti), secondo gli addetti ai lavori ha fatto vedere il miglior basket, con Siena ovviamente fuori quota: un basket essenziale (Nnamaka il simbolo in questo senso) e anche spettacolare (Ebi il vero showman, ma con tanta concretezza). Ha messo il suo mattoncino anche Max Rizzo, professionalità da vendere e sempre presente quando Valli gli ha chiesto di prendere e dare qualche mazzata nei momenti topici, così come il giovane del vivaio Valerio Mazzola, nazionale under 20.
Cosa cè nel futuro Carife? La riconferma dello staff tecnico (Valli e il vice Alberto Morea lavoreranno insieme per la quarta stagione consecutiva) è alla base di tutto. Primo obiettivo la riconferma di Jamison (probabile) e di Ray che però costa parecchio ma che ha detto chiaramente di voler rimanere a Ferrara qualora non arrivasse una chiamata dalla Nba. Libero Collins, alla Virtus Bologna, con i nuovi regolamenti che impongono scelte difficili sarà importante scegliere bene i comunitari. Confermato Nnamaka, la Carife cerca un play Usa (da affiancare possibilmente a Ray) ma non trascura lidea di prendere in prestito Sangarè dallArmani Jeans. Sarebbe, a nostro modesto parere, la soluzione migliore. Con unala comunitaria in quintetto (piace il georgiano Viktor Sanikidze, 23 anni, 203 cm, grinta da vendere e gran senso del canestro, già esperto di basket europeo, il cui ingaggio renderebbe però obbligato il prestito di Allegretti), sotto canestro potrebbe essere così confermata la coppia Jamison-Ebi, una vera garanzia, ma in questo senso sembra che la dirigenza bianconera non ci senta, quindi Ebi difficilmente ritornerà (solo se partirà Jamison). Peccato. Si va quindi verso la soluzione 1 e 2 Usa. E fresca la notizia dellingaggio di Joel Salvi, passaportato che Valli conosce bene e che dà garanzie di grinta e muscoli. Già ufficializzato lacquisto di Valerio Circosta, play 23enne (13 punti in 29 di utilizzo, 2.3 assist e 49% dal campo) in uscita da Ferentino, un giocatore che potrebbe imparare tanto da capitan Farabello.
La crisi economica si farà inevitabilmente sentire anche sul basket mercato, e si attendono i responsi della Summer League per orientarsi sul mercato Usa. In ogni caso sarà allestita una squadra sicuramente interessante: in sede di presentazione sentiremo le solite frasi di circostanza, del tipo la salvezza è ancora il nostro obiettivo, ma dopo una stagione da matricola un pensiero serio ai playoff è lecito farlo. E il pubblico ferrarese ci crede.