I Denver Nuggets hanno vissuto la miglior stagione da molti anni a questa parte, un’annata che contraddistinta dall’arrivo di Chauncey Billups in cambio di Iverson, li ha portati dritti fino alla finale della Western Conference.
Sotto la guida di Coach George Karl i Nuggets hanno messo in mostra quel gioco che li ha resi famosi negli anni 80 fatto di tanto campo aperto, con in più una point-guard come Billups a dosare i ritmi e colpire da fuori, uno straordinario attaccante come Carmelo Anthony e la presenza sotto canestro (offensivo ma anche se non soprattutto difensivo) di Kenyon Martin e Nené Hilario. Solo i Lakers hanno saputo arrestate una macchina da canestro che nella prossima stagione punta direttamente alla supremazia della propria conference, tentando di riconfermare quanto di buono s’è visto nel corso del 2009, soprattutto l’equilibrio che Karl ha saputo creare affidandosi all’esperienza di Billups. Il “must” della post-season di Denver era rifirmare Chris Andersen, e l’operazione è andata in porto, riconfermando il roster che ha saputo tenere una media punti superiore ai 100 per tutta la stagione e alzandola ulteriormente nelle 16 gare di playoffs disputate.
[b]Sorpresa:[/b] di sicuro è stato il ritorno di “Birdman” Andersen la più grande sorpresa nella stagione dei Nuggets. Chris rientrato dopo squalifiche varie si è rivelato un autentico “plus” per Anthony&C. portando dalla panchina energia, rimbalzi e stoppate (secondo per media nell’intera Lega). L’aver rifirmato un contratto pluriennale garantisce a Andersen un ruolo da protagonista nelle prossime annate, e a Denver la garanzia di avere questo giocatore davvero speciale che ogni sera esce dalla panchina e con una giocata di atletismo può girarti la partita. Vero incubo per gli avversari che non riescono a tagliarlo fuori a rimbalzo, Andersen ha saputo guadagnarsi più di 20 minuti di impiego a gara, conditi da 6.4 punti, 6.2 rimbalzi e soprattutto (come detto) 2.46 stoppate a partita. Birdman is back!
[b]Delusione:[/b] Renaldo Balkman continua a essere un oggetto misterioso. Il suo contributo dall’arrivo in Colorado a oggi è apparso spesso insignificante e di certo non superiore a quello dato in passato ai Knicks. Se in regular season Karl gli aveva trovato un piccolo spazio per provare a dimostrare il proprio valore, nei playoffs il minutaggio già scarso è sceso ulteriormente, fino a sparire quasi del tutto nella serie contro i Lakers. L’ala da South Carolina in 14.7 minuti di impiego (in stagione) ha portato alla causa 5 punti di media e 3.8 rimbalzi, con uno scarsissimo 28% da 3 punti e (ancor peggio) il 64.6% dalla lunetta. Balkman dovrà lavora questa estate per presentarsi migliorato al training-camp se vorrà continuare a ritagliarsi un ruolo, seppur marginale, nella rotazione dei Nuggets.
[b]Futuro:[/b] cominciare da dove s’è finito. Questo è il compito – per niente facile – che attende Karl. Aver riconfermato Andersen è cosa fondamentale, così come aver trovato una quadratura del cerchio attorno a Billups che sappia sfruttare al massimo le qualità di Anthony e Martin. Difficile non ammettere che molti miglioramenti dovranno avvenire nella metà campo difensiva, ma è anche vero che una squadra votata come i Nuggets all’attacco e al campoaperto deve gioco-forza rinunciare a qualcosa in difesa. Ciò non vuol dire puntare sempre e solo a fare 1 punto in più degli avversari (concetto comunque comune a qualsiasi squadra, ovviamente) ma ogni tanto cercare di farne fare 1 in meno. Anche il coinvolgimento dei lunghi dovrà aumentare, con qualche chiamata del Coach che favorisca l’atletismo di Martin e la presenza vicino a canestro di Nené, senza scordarsi dell’ottimo Kleiza (altro free-agent da rifirmare), lungo atipico e pericolosissimo nel tiro da 3 punti.
Al draft Denver ha scelto la guardia di North Carolina Ty Lawson, miglior point-guard della passata stagione collegiale, e incluso nel miglior quintetto dell’ultima Final Four, per altro vinta dai suoi Tarheels. Ex-giocatore di calcio a livello liceale, Lawson sembra la soluzione ideale per dare minuti di riposo a Billups, se è vero che tra le sue caratteristiche non mancano la velocità e la capacità di creare per se e per i compagni, soprattutto in situazioni di contropiede.