Il Presidente federale sulle dichiarazioni del Presidente di Legadue, Marco Bonamico. Dispiace constatare che dalle parole non si passi mai ai fatti.
Il dibattito sullintroduzione del concetto della wild card è stato lungo ed approfondito.
Scaturisce dallesigenza più volte rappresentata dai club della massima serie di contenere i propri budget e dalla considerazione che lattuale interscambio Lega A Legadue (2 retrocessioni – 2 promozioni) costituisce unanomalia rispetto allassetto degli altri campionati maschili per cui ciascun girone composto da 16 squadre esprime una sola promozione al campionato superiore.
Lintroduzione della wild card a partire dalla stagione sportiva 2010 / 2011 mira a sanare questa anomalia pur riconoscendo alla seconda classificata della Legadue un premio di risultato nonché la possibilità di accedere alla Serie A nel caso in cui la quindicesima classificata della Serie A decidesse di non attivare il processo della wild card.
Non credo pertanto che si possa parlare di cessione del diritto sportivo e quindi di violazione delle direttive emanate dal CONI a riguardo.
Il Presidente di Legadue, accogliendo in linea di principio sia lidea di wild card che di ranking, ha partecipato alle riunioni di Consiglio federale nel corso delle quali sono stati ripetutamente affrontati questi temi e mi ha incontrato personalmente a Roma non più tardi della scorsa settimana, manifestando le proprie perplessità e le proprie remore rispetto agli accordi raggiunti tra FIP e Lega A, con particolare riguardo allistituto del ranking, e formulando una proposta interessante che mi riservo di valutare nel contesto appropriato del Consiglio federale.
Ho rispetto per tutte le società della FIP e per i loro dirigenti, ma sono mesi che tocco con mano limpossibilità di assumere provvedimenti ed iniziative che non siano oggetto di fuochi incrociati, di veti, laddove le dichiarazioni verbali sono tutte improntate al bisogno di fare sistema, di tornare ad essere un gruppo unito che lavori per il bene dellintero movimento, delle ragazze e dei ragazzi che vogliono fare basket, dei dirigenti che lavorano sul territorio con gli istruttori, gli allenatori, gli arbitri.
Sono stato eletto per fare delle scelte, non contro qualcuno, ma per il movimento.
Voglio fare queste scelte, come già accaduto per le norme in merito alla eleggibiltà in Lega A. Posso sbagliare, verrò valutato, giudicato, avvicendato, ma non posso sopportare di essere immobilizzato nella situazione attuale.
Le Associazioni riconosciute dalla FIP, e quindi anche le Leghe, nascono per collaborare lealmente e fattivamente con la Federazione lungo il solco delle direttive e degli obiettivi che la FIP stessa stabilisce.
Questo mi aspetto, e questo sto aspettando, che tutte le Associazioni riconosciute comprendano di far parte di un sistema cui debbono costantemente far riferimento senza assumere posizioni sindacali in difesa di questo o di quel gruppo.
Se la logica partecipativa e responsabile al sistema federale non si affermerà velocemente vorrà dire che avrà perso la pallacanestro italiana.
– FIP.it –