Nella sfida tra due squadre che avrebbero potuto tranquillamente ispirare Robert Louis Stevenson per il suo Dottor Jekyll e Mr Hyde, vince la squadra più cinica, o forse quella con meno stanchezza nelle gambe, ovvero Avellino, che dopo un primo tempo da 48 punti ne segna appena la metà nella ripresa, chiusa nelle percentuali da una difesa di Dalmonte che ha fatto la differenza. Va riconosciuta l’abnegazione dell’Acea, testimoniata dalla prestazione di un De Zeeuw straordinario per intensità e carisma (15 punti e 8 rimbalzi) nonchè da un buon Morgan, incisivo quando serve. Peccato che i capitolini abbiano uno Stipcevic con brutte percentuali al tiro, ma che soprattutto associa ai 7 assist ben 4 palle perse e forzature (2/9 dal campo) che, localizzati specie nel primo tempo, pesano e non poco sul piatto, così come quella sua tripla affrettata a 20″ dalla fine sotto di due nel punteggio. L’esito però è scritto da Triche, che se firma nel suo momento migliore quei 9 punti che ricuciono le distanze e portano la parità, ha sulla schiena ben 7 palle perse (saranno 24 di squadra alla fine) di cui una decisiva nell’ultimo minuto che lancia la fuga irpina nel momento peggiore dei lupi. D’Ercole scuote i suoi e regala energia, Jones tra luci e ombre fa il suo, “fantasma” Gibson dopo una gara anonima rischia di deciderla con una tripla dal parcheggio nel finale ed Ejim ci mette grinta e cuore, e allora è difficile spiegare come e dove Roma perda la partita. Una parziale spiegazione la danno le percentuali dell’Acea, eguali sia da due che da tre anche nel ranking, con 26/60 equamente diviso tra conclusioni tra breve e lunga distanza, forse eccessivo per una squadra che non si chiami Sassari. Avellino ha viaggiato a percentuali stratosferiche ben oltre il 60% dal campo fino al 23′ poi è scesa di tono ed ha inanellato una brutta serie di palle perse, che saranno 18 alla fine. A deciderla è un Harper concreto da 21 punti con buone percentuali dal campo. Banks stasera incredibilmente negativo dalla lunetta (3/7) sopperisce con 6 assist, non certo la specialità della casa, Anosike è silenzioso nella sua doppia doppia da 13 e 13 rimbalzi, decisivo nel finale Sundiata Gaines con 11 punti (3/6 dal campo) ma tanta sostanza, così come Hanga, che inanella un 5/5 dalla lunetta che si rivelerà decisiva ai sensi del risultato. Nessuna delle due squadre esce soddisfatta dal match, ma almeno la Sidigas può esultare con due punti pesanti in vista Final eight.
Inizio di gara contraddistinto da tanti errori da ambo i lati, nei primi tre minuti la cosa più interessante da segnalare è la faccenda dei teddy bear lanciati in campo. Avellino costruisce bene, ma sbaglia piazzati semplici. Roma non trova alternative al pick and roll centrale che serve un intenso Morgan e un pimpante Ejim. Il primo break lo scavano le triple ben costruite di Cadougan e Harper. Potrebbe essere anche maggiore il distacco, ma le percentuali sono bassissime. Hanga guida i suoi dalla difesa, il pick and roll centrle di Roma è sterile e non produce, Banks si prende prima un antisportivo e poi, dopo i liberi, anche un bel jump dall’angolo e il +11 irpino è servito. Con Gibson e Jones già in panchina per due falli, è D’Ercole che tira la carretta, in una marea di palle perse capitoline, aiutato solo da De Zeeuw, che si fa trovare pronto alla chiamata con intensità. Alla prima pausa siamo 23-12, con l’Acea che non ha ancora inciso in attacco e ha già perso 6 palloni.
Banks apre con fallo e canestro, potrebbe ammazzare la partita ma sbaglia una schiacciata in contropiede sull’ennesimo errore romano, e la punizione arriva. Palla al bacio di Stipcevic per Morgan che appoggia al vetro, poi il play slavo si mette in proprio e col canestro dalla lunga riporta a 9 le distanze. Con la zona 2-3 Roma prova a mettere la museruola ad Avellino, ma i problemi degli ospiti sono in attacco, dove ci sono tante, troppe forzature, che lanciano il contropiede irpino, chiuso col fallo e canestro del nuovo +14 firmato da Hanga. Stipcevic perde le mani dal volante della sua squadra, sbraccia due volte ed in entrambi i frangenti subisce il fischio per contatto di sfondamento. Non si riesce a capire dove inizino i meriti della difesa avellinese o i demeriti di un attacco romano che, privato anche di un nervoso Triche (3 falli) va in confusione tanto da dover tirare da centrocampo in emergenza. Anosike si fa vedere in vernice, non evidente ma sempre essenziale, per scrivere di nuovo +14, e qui la gara finalmente si accende. D’Ercole, l’unico dei suoi a vedere il canestro, manda a bersaglio la tripla, puntualmente risposta da Gaines. Stipcevic da solo può disfare e creare con eguale destrezza, ed i suoi meriti offensivi si scontrano con le amnesie difensive, e da un play di esperienza non ci si può certo aspettare una totale perdita di posizione che regala ad Harper due comodi dalla media. Il contropiede della Sidigas, lanciato dalla serie infinita di palle perse degli ospiti, è l’arma principale di una fuga che appare insormontabile, sul +15 (43-28) al 17′ quando Dalmonte prova a frenare l’inerzia con un timeout. E dopo tanti errori grandinata di triple da ambo i lati, con De Zeeuw, Gaines e Jones che bruciano la retina. Sull’ultima azione Stipcevic forza ma sbaglia, siamo 48-34 alla pausa lunga, ma forse il punteggio non identifica bene la mole di gioco della gara. Avellino con 11/20 da 2, ma soprattutto 6/10 da tre, con un Harper stratosferico già a quota 14 punti, mentre da sottolineare è che Anosike già sfiora la doppia doppia (9+7), mentre Banks si mette al servizio dei compagni (8 punti e 4 assist). Nel deserto di Roma, che ha già 12 perse a carico, Stipcevic prova a illuminare con i suoi assist, ma la serata non è promettente, con D’Ercole bravo a metterci intensità dalla panchina.
L’Acea firma al 21′ la sua prima buona azione del match, servendo sotto Morgan che realizza, ma Harper riprende da dove aveva lasciato e col bel semigancio continua a far correre il suo tassametro personale. In mezzo a tante conclusioni confusionarie e sbagliate, o per meglio dire sputate dal ferro, Roma riesce a trovare finalmente il canestro con Ejim nel traffico, ma continua a latitare in fiducia e in continuità, e sull’ennesima palla buttata alle ortiche (numero 5 per Triche) arriva la punizione della Sidigas, griffata Anosike che buca con facilità una zona malmessa. Gli ospiti si aggrappano a Jones, che spara una tripla che poco ha a che vedere col gioco costruito e di squadra ma vale comunque punti a referto, ma Anosike continua a fare il bello e il cattivo tempo in vernice, raccogliendo anche palloni sporchi e concretizzandoli. Finalmente Triche si sblocca col jump dalla media, ma Avellino vede una vasca da bagno al posto del canestro, ed anche la forzatura di Hanga trova il bersaglio grosso nonostante il cuore di Ejim. La gara si mantiene brutta con errori da ambo i lati. Triche scrive il nuovo -11 al 28′ grazie soprattutto a Cadougan sempre più fuori dagli schemi di Vitucci e responsabile di più di qualche palle persa. I capitolini potrebbero ricucire ancora ma le buone scelte offensive non vanno a buon fine, col canestro che beffa più volte i tiratori in maglia blu. Avellino latita col gioco troppo perimetrale e spreca, Roma però riesce a produrre solo un misero 1/2 con Bobby Jones dalla lunetta, non capitalizzando la tanta inerzia a favore. Dopo la quinta persa in fila della Sidigas, che quasi emula l’Acea del primo tempo, è Cavaliero a salvare letteralmente i suoi cancellando Stipcevic troppo egoista con una palla più che fondamentale per i suoi. L’ex Varese prova a farsi perdonare, sparando una tripla sulla sirena, che esce e non di poco, ma il buzzer da rimbalzo offensivo di Morgan scrive 58-50 all’ultimo stop and go, lasciando aperto ogni verdetto.
Dopo tempo immemore Avellino muove di nuovo il punteggio, col solito Banks che si butta dentro e appoggia al vetro, dopo che Roma aveva sciupato due occasioni con triple ben prese ma sbagliate. Morgan è l’ultimo gladiatore della sua squadra che vuole lasciare l’arena. La sua intensità a rimbalzo, anche al cospetto di Anosike e Harper, produce rimbalzi offensivi, falli subiti e due liberi per il nuovo -8 al 32′. La gara si accende e l’intensità va tutta a favore degli ospiti in rimonta, che dopo la palla recuperata, vedono De Zeeuw lottare in vernice e realizzare il tapin dell’incredibile 60-54 a 6′ dalla fine. La Sidigas sembra essere arrivata stanca sulla linea del traguardo, Roma ha la palla per riaprirla definitivamente ma dopo una brutta gestione di Stipcevic arriva l’infrazione di 24″. Davvero sanguinosa, perchè Harper insacca la tripla dal parcheggio. La fortuna per gli uomini di Dalmonte è tutta nella classe di De Zeeuw che si fa vedere fuori dall’arco e riporta di nuovo a 6 le lunghezze tra le due squadre. La panchina romana, dopo un contatto veniale, si becca un tecnico, che Avellino non sfrutta, prima perchè Banks sbaglia il libero, poi perchè perde palla sulla rimessa. Anche qui però Roma non ne approfitta, con l’errore in transizione di Jones, che commette anche un fallo di frustrazione. L’americano però si riscatta immediatamente (dopo il timeout di Vitucci) con la palla recuperata e l’assist per Triche che trova la tripla del 63-60 che gela il Paladelmauro. Avellino continua con la sterialità offensiva, Banks si prende il fallo ma fa 0/2 dalla linea della carità e col ritmo a favore l’Acea vola: Stipcevic per De Zeeuw e altra tripla, stavolta importante perchè è quella del pareggio. Il belga va on fire e realizza il sorpasso, ancora una volta imbeccato dal suo play. Vitucci, che non sa più a cosa appigliarsi, prova a scuotere i suoi con la sospensione, ma se l’uscita dal timeout è l’ennesima palla persa del secondo tempo, le cose sono gravi. Gibson prova ad ammazzare la partita ma sbaglia, Jones vola a rimbalzo ma poi perde la maniglia regalando la palla ai padroni di casa, che la capitalizzano al massimo col solito Harper, impeccabile nei tiri in sospensione dalla media. Gara tesa, finale spigoloso. Sidigas col muso avanti con l’1/2 di Gaines dalla linea della carità, di lì in poi tanta confusione con poco gioco e puro agonismo. Dalmonte ferma il tutto col timeout e disegna la tripla di Gibson dal parcheggio del +2 ospite, Banks pareggia col jump in sospensione forzato a 1′ dalla fine e arrivo in volata. De Zeeuw sbaglia liberissimo, Hanga lo imita, confusione sul rimbalzo, con l’arbitro che prima si rifugia nella palla a due e poi va a guardare l’instant replay per decidere a chi va il possesso negli ultimi 35″ secondi decisivi. Il conciliabolo al tavolo premia Roma, che però perde malissimo il pallone con Triche, che regala a Gaines un’autostrada per il +2. A 20″ dal termine Stipcevic forza la tripla affrettata, sul rimbalzo si avventa Hanga che subisce il fallo e imbuca un prezioso 2/2 che regala quattro punti di vantaggio ad Avellino a 13″ dal termine. La schiacciata volante di De Zeeuw (che rimedia il solito errore di Triche) dimezza lo svantaggio a 8″ quando viene chiamato Gaines in lunetta. L’ex Cantù fa 2/2 e finisce qui, 74-70. Entrambe le squadre continuano a mostrare alti e bassi non solo in campionato (e l’Acea anche in coppa) ma anche nella stessa partita. Forse in queste sfide il pareggio sarebbe stato più giusto, ma il basket non è come il calcio e qualcuno deve vincere e la Roma della gioventù ha ancora qualcosina da imparare.
SIDIGAS AVELLINO – ACEA ROMA 74-70
Parziali: 23-12; 25-22; 10-16; 16-20
Progressione: 23-12; 48-34; 58-50; 74-70
Tabellini
MVP: Harper e Gaines, decisivi quando serve. Un plauso a De Zeeuw e alla dedizione di Roma nella ripresa.
WVP: Triche, deleterio con troppe palle perse.