In Grecia se ne vedono e se ne sono viste in questi ultimi anni di tutti i colori, ma questa francamente le supera tutte, nell’ambito dell’infinità rivalità sportiva e non tra Olympiacos e Panathinaikos.
Il 20 novembre, ossia oltre un mese dopo la conclusione del quarto di finale di Coppa di Grecia vinto in circostanze rocambolesche dal Panathinaikos ad Oaka 77-76, l’Olympiacos ha presentato ricorso denunciando la presenza sul parquet di gioco del presidente del Pao, Dimitris Giannakopoulos, e quella di un numero di persone fuori regolamento sulla panchina dei verdi.
Dopo due giorni questo ricorso è stato respinto in quanto la gara non era sotto l’egida dell’Esake o Heba che dir si voglia, ossia l’ente che gestisce il campionato greco, ma dell’Eok ossia della Hellenic Basket Federation.
Per farla breve, visto che la difficoltà maggiore era quella di capire chi avesse potere decisionale e competenza sulla faccenda, peraltro già stucchevole di suo viste le premesse (dal Pireo dovrebbero spiegare come l’episodio potesse aver influenzato una gara stra dominato dai biancorossi e persa con un canestro di Batista allo scadere dopo essere stati avanti di sette punti a meno di due minuti dalla fine), è intervenuto l’ASEAD ossia il massimo ente sportivo greco che ha chiesto al Giudice Sportivo di rivedere il ricorso dell’Olympiacos, analizzarlo ed emettere una sentenza definitiva.
Di fatto congelando il risultato della gara e quindi anche la semifinale tra Paok e Panathinaikos che era in programma lunedi 22 dicembre.
Tutto questo, a poco più di una settimana dalla sfida di campionato a Pireo tra Olimpiacos e Panathinaikos, darà sicuramente un valido contributo a rasserenare gli animi.
Alessio Teresi