Tutto ebbe inizio proprio dopo la sosta natalizia, quando al PalaSavelli di Porto San Giorgio scese la Carife Ferrara per una partita che sapeva di spareggio.
Entrambe le formazioni avevano palesato fino a quel momento problemi di gioco ed anche se la Sutor aveva comunque un bottino di punti piu’ consistente dei ferraresi, la situazione psicologica in casa gialloblu’ era comunque di quelle complicate.
Urgeva vincere e convincere ed i ricorsi storici di certo non erano di buon auspicio, infatti, esattamente un anno prima, proprio dopo lo stop natalizio, le due si erano affrontate nello stesso scenario e ne era scaturita una partita brutta, nervosa che la Sutor aveva gettato alle ortiche dilapidando 6 punti di margine negli ultimi 60 secondi di partita, in piu’, quella era stata la svolta che aveva infilato la formazione di Finelli in un tunnel di sconfitte che aveva fatto si che la salvezza, che gia’ a Natale sembrava in cascina, fosse rimessa in discussione a Pasqua, una lunga via Crucis conclusasi solo alla penultima di campionato con la vittoria sulle V nere a sancire il raggiungimento dell’obiettivo.
Dicevamo che occorreva vincere , con ogni mezzo, per fugare paure e dubbi e nelle molteplici varieta’ di potenziali finali che questo meraviglioso sport puo’ proporre la Sutor, per quella partita scelse il piu’ complcato, ricorrendo al supplementare, agganciato peraltro sbagliando ad arte, e non c’e’ migliore definizione, un tiro libero per trasformare il decisivo tap-in.
Sembra retorica dire che un gesto, piccolo, forse anche poco significativo puo’ essere foriero di sconvolgimenti futuri, ma non c’e’ altra descrizione che mi viene in mente per quel tap-in.
Un tocco, come se ne fanno a centinaia in una partita, ma che al pari del sassolino della montagna ha generato la successiva valanga che si e’ scatenata.
Difatti, dopo quel tap-in, la Sutor ha conosciuto una sola unica sconfitta, ad Avellino , inanellando successive dieci vittorie consecutive.
Questo nella poesia, ma nella prosa c’e’ il lavoro di tutti i giorni, continuo, costante, impegnativo cui si sono sottoposti tutti, dai giocatori allo staff tecnico che hanno permesso il raggiungimento di un risultato che ha tutti i crismi per essere considerato storico, perche’ inatteso, perche’ conseguito con modalita’ sempre diverse, perche’ figlio di un progetto lungimirante che mira alla valorizzazione, udite udite, anche del prodotto italico.
Quante possono vantare questo record?
Nessuna, neanche la Siena dei marziani, che sicuramente e’ di gran lunga piu’ forte della Sutor attuale ma che tra le sue fila annovera giocatori italiani in versione packaging, usati come i chipster di polistirolo delle confezioni, nient’altro che riempitura.
Ma durera’ ?
Tutti se lo chiedono, tifosi, addetti ai lavori e curiosi dell’ultima ora, sicuramente no, ogni striscia ha la sua conclusione e forse a Roma e’ proprio quello che si auspicano, ma cio’ che sicuramente non andra’ perduto, oltre allo sterile ricordo, sara’ lo spirito che questa squadra ha ormai acquisito, la combattivita’, la sicurezza, la consapevolezza dei propri mezzi che soltanto 3 mesi fa, con ancora il panettone in giro, sembravano proprio una favola di Natale.
Qualcuno sostiene che ci sono ancora margini di miglioramento, come dargli torto, in fondo la squadra e’ molto giovane e molti dei suoi componenti hanno ancora inespresse potenzialita’, basti pensare ad Antonutti, che e’ molto migliorato ma che molto ancora puo’ fare, al rigenerato Lechtaler, irriconoscibile rispetto allo spaurito fratellastro di Settembre, ad Ivanov, che e’ ancora lontano dall’esprimere tutte le sue enormi potenzialita’ con continuita’ o a Marquinho, trasformato in tre mesi da mangiapalloni e giocatore di 1 vs 5, a uomo squadra tout-court, capace di momenti difensivi feroci e di assistenze sopraffine, a Maestranzi, partito in sordina tra mille dubbi, nel girone di ritorno viaggia a 14,3 punti di media col 69% abbondante da 3 punti.
Numeri importanti, statistiche sensazionali, ma cio’ che piu’ impressiona di questo gruppo e’ cio’ che sulle statistiche non compare, la sicurezza con la quale gestisce i finali punto a punto o come accelera per creare break importanti e come, con sicurezza da squadra esperta li amministra.
Tutte cose che non fanno che inorgoglire il popolo gialloblu, che come sempre , da sempre segue i suoi beniamini ovunque e se negli anni passati spesso ci voleva fede incrollabile quest’anno come non mai, questi ragazzi si meritano il sostegno di tutti.
Che la festa continui, Buona Pasqua a tutti.
Francesco Andrenacci