Girone A
Russia – Polonia 79 – 82
La gara di apertura della seconda giornata del girone regala agli archivi un emozionante derby-spareggio, vissuto pressoché costantemente sul filo dell’equilibrio. La Russia detta ancora legge a rimbalzo, costruendo tanto sulle seconde opportunità, ed appare più equilibrata del solito la distribuzione di tiri e responsabilità; la Polonia replica con un Waczynski in gran spolvero (23 punti, 15 all’intervallo) e chiude avanti di due il primo tempo. Nella ripresa i polacchi provano ad allungare approfittando dei soliti black-out russi, mentre sale in cattedra (finalmente!) Marcin Gortat (18+6). Il suo gioco in post e le incursioni di Waczynski fatturano punti, viaggi in lunetta ed il primo allungo della partita! Zubkov (21), dall’area, ed i suoi, con le solite triple, riescono in qualche modo a restare in scia, ma le residue speranze russe si spengono con la disperata “preghiera” di Antonov a fil di sirena…
Ora, per gli uomini di Pashutin, il cammino si fa davvero in salita, mentre la Polonia, pur non brillando, resta al comando del girone e si candida prepotentemente alla piazza d’onore!
Finlandia – Israele 66 – 79
Si mette subito malissimo per i nordici, costretti a rifugiarsi, con alterne fortune, fuori dall’arco per racimolare qualche punto, mentre Israele costruisce con calma meticolosa il suo gioco più tradizionale, trovando in Eliyahu (22+6 assist alla fine) ed Ohayon i sicuri terminali. Per la Finlandia il solo (e solito) Salin in doppia cifra all’intervallo: 11 punti tutti confezionati dall’arco o dalla lunetta, per un parziale che recita 31-46. Nei primi 12′ del secondo tempo la Finlandia produce il massimo sforzo, grazie ad uno scatenato Murphy (24+9), davvero imprendibile, dando la sensazione di poterla riaprire ed arrivando a toccare il -4 ad inizio di quarto parziale, ma poi finisce la benzina, forse complice il supplementare di ieri, Mekel e soci chiudono la saracinesca (solo 4 punti concessi negli ultimi 7′) e per i finnici si fa notte. Israele in testa al girone con merito e costanza, mentre per Koponen (pessima la sua prova) e soci nulla è ancora perduto, avendo ormai lasciato alle proprie spalle, probabilmente, le partite più dure del girone.
Francia – Bosnia Erzegovina 81 – 54
La Francia usa il primo quarto per carburare come un diesel, poi decide di chiudere tutte le maglie difensive e piazza, nei due quarti centrali, un mortifero ed eloquente parziale di 50-21, concedendo praticamente nulla nel pitturato ai malcapitati avversari e con Nando De Colo sugli scudi. A metà del terzo quarto è praticamente già garbage-time: spazio, allora, anche per i vari Wessermann, Kahudi e Lauvergne, comunque in grado di gestire comodamente il vantaggio. Tra le fila della Bosnia, invece, non si salva proprio nessuno, e lasciamo perdere chi aggiusta il proprio tabellino durante l’inutile quarto parziale! I transalpini si divertono e fano divertire, mettendo insieme un buon allenamento serale in vista di più impegnative disfide.
Classifica: Francia, Polonia, Israele 4; Finlandia, Russia, Bosnia Erzegovina 0
Girone B
Germania – Serbia 66 – 68
Spettacolare testa a testa nel big match di giornata del girone B: gara dall’esito incerto dal primo all’ultimo secondo e sfida nella sfida tra gli strateghi Djordjevic e Fleming! La Serbia impone da subito la sua legge a rimbalzo, ma concede, inizialmente, troppo alle iniziative di Nowitzky e compagni, per poi ricucire nel secondo quarto con Bogdanovic ed un Bjelica sempre più leader di questa squadra, capace di mettere pian piano la sordina nientemeno che al dirimpettaio più famoso (costretto, alla fine, ad un modesto 3/11 da 2)! Il tabellone, all’intervallo, recita 39-38 Germania. Nella ripresa Fleming punta tutto sulla rapidità di Schröder e Gavel per far girare la matchup serba, anticipare gli aiuti di un macchinoso Raduljica e liberare una delle due guardie sul lato debole; la Serbia, dal canto suo, ruota intorno al pick and roll con alterne fortune, sia per l’imbarazzante serata dall’arco dei suoi esterni (4/30 di squadra, 0/9 di Teodosic!), sia per l’ostica difesa di casa, capace di saturare tutte le linee di passaggio. Si entra negli ultimi 5′ in perfetta parità, ma sarà la superiore versatilità dei lunghi ospiti (più produttivi con Raduljica in panchina), in particolare Erceg (bene anche difensivamente nel cambio su Schröder) e, soprattutto Bjelica, a decidere l’esito della sfida: sua la tripla che spezza l’equilibrio ed il digiuno dei balcanici, suo l’imprinting, in versione playmaker (!), sull’azione che porta Nedovic a fissare il momentaneo +3 a meno di un minuto dalla sirena, suo, infine, il canestro della vittoria, bruciando Pleiss e chiudendo il lay-up con una deliziosa parabola quasi dal fondo, vanificando la bomba del momentaneo pareggio di Shaffartzik!
Il primo posto è della Serbia, ma occhio davvero ad una Germania che ha dimostrato di potersela giocare davvero con chiunque.
Italia – Islanda 71 – 64
Spagna – Turchia 104 – 77
Dopo una fase iniziale di studio, la Spagna di Sergio Scariolo sfoggia forse il miglior basket finora visto durante questi europei e polverizza letteralmente una Turchia letteralmente impotente. Una prova di forza impressionante, quella regalata dalle furie rosse su ambo i lati del campo: gran circolazione e costruzione di tiri puliti e, dunque, ad alta percentuale (sfiorando il 70% dal campo nel primo tempo), gran difesa, soprattutto lontano dalla palla, costringendo i turchi a forzare continuamente gli isolamenti di Dixon ed Ilyasova o tiri da fuori quasi sempre senza pretese. Ne viene fuori un parzialone che regala in un amen il +22 agli iberici, finche proprio Ilyasova, di puro mestiere, non decide di limitare i danni portando i suoi all’intervallo lungo sotto di “soli” 16 punti. Chi sia spetta segnali di reazione dagli uomini di Ataman nella ripresa rimane presto deluso: la musica non cambia, la Spagna gestisce il ritmo a proprio piacimento e va a canestro con facilità disarmante, toccando il +28 al 25′ e mandando in ghiaccio la sfida, per poi gestirla fino in fondo praticamente “a folle”.
Grande prova corale per gli spagnoli, subito in piedi dopo la delusione patita ieri, con ben sei uomini in doppia cifra ma con Pau Gasol (21+7) in pieno controllo dei giochi offensivi di una squadra di cui pare sempre più leader.
Classifica: Serbia 4; Spagna, Italia, Turchia, Germania 2; Islanda 0