E così è finita la favola dell’Isola felice.
Certo, perché da oggi Sassari, la favola dei Giganti che hanno vinto tutto l’anno scorso con un allenatore in panca arroccato sulla sua idea di basket, rientra nei ranghi.
Già perché da oggi, con l’esonero di Meo Sacchetti dalla panchina dei campioni di tutto, anche Sassari entra di diritto nel novero delle squadre che vogliono e devono sempre vincere, come la Milano che da anni spende e spande senza mai brillare più di tanto, portando a casa solo uno scudetto in almeno un decennio di Zio Giorgio Armani alle spalle (e ricordiamo tutti come è stato vinto, contro una squadra che al fischio della sirena di Gara7 al Forum sarebbe sparita comunque!).
Termina così l’idea che esista un romanticismo nello sport da questa parte di mondo, termina brutalmente all’indomani della solita insipida prova di Euroleague da parte delle “stelle” americane, proprio coloro che l’anno scorso avevano contribuito a rendere Sassari Caput Mundi.
La colpa di quanto accaduto?
Anche Meo ha le sue colpe. Comunica poco in inglese? Quindi i “poveri” americani non lo reputano degni di loro? O forse questo suo gioco così troppo spumeggiante, privo di centri dominanti (e chi li ha i centri dominanti in Italia??), e fondato sul “tiro a bersaglio” alla retina non riesca a sfondare in Europa?
Ma questo lo si sapeva già dallo scorso anno, perché allora confermarlo quando si sapeva che Meo avrebbe sempre e solo giocato in quel modo? Non sarebbe stato meglio salutarlo, ringraziarlo e lasciarlo libero di seguire altri lidi e strutturare una squadra, un team, che lavora e gioca in modo nettamente diverso al suo predecessore?
Non sappiamo cosa accadrà adesso, non si sa nemmeno chi sarà il suo sostituto, certo che da questa sera l’Isola Felice ormai sarà un po’ come quella di Bennato, “L’Isola che non c’è”…
Fabrizio Noto/FRED
IL COMUNICATO della DINAMO SASSARI
Questo pomeriggio nella Club House societaria, il presidente della Dinamo Banco di Sardegna Stefano Sardara ha incontrato i giornalisti per annunciare la conclusione del rapporto della società con la guida tecnica.
“Ci sono dei momenti che non vorremmo che arrivassero mai ma in cui occorre necessariamente intervenire – ha aperto il presidente biancoblu – Oggi abbiamo concluso il ciclo della Dinamo con la guida tecnica di Meo Sacchetti. In questo contesto la società ha deciso che fosse giunto il momento di cambiare direzione. Dal punto di vista umano ci dispiace molto perché Meo ci ha dato tanto, non solo lo scudetto ma un percorso lungo e ricco di tanti risultati. La società ora cerca di recuperare l’entusiasmo e la serenità necessarie per andare avanti. E’ un ragionamento su cui riflettevamo da tempo e già lo scorso giugno alla vigilia delle finali io stesso ne avevo fatto cenno, nella consapevolezza che il percorso fosse chiuso. Allora è sicuramente prevalso il sentire romantico rispetto a quello razionale nella convinzione che in qualche modo lo stato di fatto delle cose si potesse rianimare.
Separarsi da un allenatore è una scelta forte…
“Sotto l’aspetto tecnico l’allenatore non si discute. In realtà i cicli iniziano e finiscono, non è una questione di durata, ma tutto l’insieme, risultati raggiunti compresi, ha portato alla chiusura naturale del ciclo. Per noi era palpabile che ormai fosse così e razionalmente bisogna prendere atto che il cambiamento è necessario”.
Avete già deciso chi sarà il nuovo allenatore?
“Abbiamo dei contatti e contiamo di chiudere nel giro di poco. Nel frattempo la squadra sarà affidata agli assistenti Citrini e Maffezzoli.”
E’ stata una sorpresa per Sacchetti?
“Non so se lo aspettasse. E’ stata una decisione difficile anche per noi ma con la consapevolezza che il percorso si è chiuso e credo che anche lui fosse pienamente cosciente di questo. Come sempre il confronto con lui è stato assolutamente disteso e sereno”.
Quanto ha influito l’allenatore nella costruzione della nuova squadra e quanto ha influito l’andamento della squadra in questa decisione?
“L’allenatore nella scelta della nuova squadra ha influito al cento per cento, i giocatori sono sempre stati selezionati da Meo e Pasquini, la società non ha mai messo parola in questo. Ma voglio che sia chiaro che la decisione di iniziare un nuovo percorso tecnico non è frutto di un ipotetico o presunto errore nella formazione della squadra, il problema è che l’equipaggio non è più in sintonia. C’è bisogno di aria nuova e nuovo entusiasmo. E’ necessaria una sterzata, e questa non può essere fatta cambiando uno o due giocatori. Poi vedremo cosa succederà, il problema è trovare la giusta chiave che ci possa dare la consapevolezza dei mezzi che abbiamo e di come lo possiamo fare al meglio. Il vero problema ora lo avrà il nuovo allenatore, che dovrà guidare una squadra che ha vinto tanto e dovrà capire come utilizzare al meglio il nostro potenziale”.
Qual è il primo cambiamento che si aspetta dal nuovo allenatore?
“Spero che riesca a riportare all’interno del nostro mondo quell’entusiasmo e della positività di cui abbiamo bisogno. In questo momento siamo incartati e diciamo, sebbene con dolore , che è ora di cambiare: siamo consapevoli che grazie a Meo abbiamo fatto qualcosa di eccezionale e che a lui dobbiamo tanto, ma al tempo stesso a chi arriverà dobbiamo dare sostegno, supporto ed entusiasmo”.
Sassari, 21 novembre 2015
Ufficio Stampa
Dinamo Banco di Sardegna