L’ultimo fu Ekezie…
Arriverà giovedì nella capitale il nuovo centro della Lottomatica Roma. Si tratta del francese Jerome Moïso, 28enne talento che è reduce da un anno di inattività e che dovrà convincere Jasmin Repesa di non essere arrugginito dopo il lungo stop e dopo le delusioni in serie che nel volgere di un lustro lo avevano portato dal rango di prima scelta Nba all’orlo del ritiro.
“Si tratta di un giocatore dal potenziale molto molto interessante – spiega il g.m. della Virtus, Ario Costa – e vogliamo capire come mai non sia riuscito a esplodere. Dobbiamo ancora definire i dettagli del contratto, ma è nostra intenzione tenerlo con noi per tutta la stagione”. Una bella prova di fiducia versor un giocatore che, probabilmente su indicazione del suo agente statunitense, sbarcherà a Roma con la convinzione di avere un mese di tempo per convincere la Lottomatica.
Nato a Parigi il 15 giugno 1978, Moïso (2.08 m, 104 kg) è cresciuto tra la capitale transalpina e l’isola di Guadalupa nelle Indie Occidentali. Formatosi all’Insep, la scuola dello sport francese, nel 1998 è approdato a Ucla, il mitico college californiano da cui uscirono giocatori del calibro di Karem Abdul-Jabbar e Bill Walton. Due stagioni coi Bruins e poi il salto nella Nba, prima scelta nel 2000 dei Boston Celtics.
La sua carriera tra i pro è stata però una delusione. In un lustro non è mai riuscito a decollare, vestendo in serie, sempre con poco successo le maglie di Boston, Charlotte-New Orleans, Toronto, New Jersey e Cleveland. Anche il rapporto con la nazionale è stato conflittuale e dopo l’Europeo del 2003, culminato con la sconfitta contro l’Italia nella finale per il terzo posto, Jerome si è fatto da parte senza peraltro grossi rimpanti.
Dopo la stagione 2004-05 è iniziato il calvario che lo aveva seriamente indotto a meditare l’addio ai campi da gioco. A inizio autunno 2005 si era accordato coi Phoenix Suns, ma durante le visite mediche è sorto un problema cardiaco che ha indotto la franchigia dell’Arizona a lasciarlo libero. Accurati controlli alla Mayo Clinic di Rochester (Minnesota), uno dei centri medici più famosi al mondo, hanno accertato la sua buona salute, ma ormai era tardi per trovare qualcuno pronto a scommettere su di lui.
Lo scorso giugno un provino coi Denver Nuggets e l’amara constatazione che dopo due anni senza quasi giocare ci sarebbe voluto un grande sforzo per ritrovare la condizione e per ritrovare confidenza con il gioco. Lo choc fu notevole: prima l’idea di smettere, poi finalmente la decisione di tornare in Europa, idea sempre scartata perché da lui considerata un ammissione di fallimento. Adesso lo sbarco a Roma e la cura Repesa come ultima speranza per sfruttare le immense doti, soprattutto atletiche, che avevano fatto pronosticare per lui una carriera da All Star. Chi lo conosce bene dice che si tratta solo di un tipo troppo cerebrale e non di un ragazzo svogliato e pigro come raccontano le cronache. Al nuovo coach della Lottomatica il responso forse definitivo.
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