La rinnovata Virtus che si appresta ad iniziare la stagione 2006-2007, quella che nei progetti di Sabatini dovrebbe costituire il consolidamento definitivo del progetto di rilancio delle V nere, è oramai cosa fatta ma non riesce ancora a riscuotere lo stesso entusiasmo che aveva animato lo scorso anno il popolo virtussino.
Non che questanno la dirigenza sia rimasta con le mani in mano e che Sabatini abbia lesinato sugli investimenti, come testimoniano gli arrivi di Michelori, Giovannoni, Crosariol, Ilian Evtimov, Davison e Blizzard, nonché della stella Travis Best, ma tra gli aficionados è tangibile un sentimento di delusione e scetticismo (in parte condiviso anche dal vostro redattore) che si può facilmente riscontrare nellimportante calo di abbonamenti registrato rispetto allo scorso anno.
In effetti, nonostante la compagine sia stata allargata, si ha la sensazione che il roster sia in qualche modo incompiuto, presentando sia lacune note dallo scorso anno e non ancora colmate che nuovi interrogativi ai quali solo il campo saprà dare una risposta.
Cominciando dai difetti di può antica data, balza immediatamente allocchio come lo spot di guardia titolare, che lanno scorso non ha mai trovato un protagonista allaltezza della situazione, costituisca ancora un bel dilemma ; sono arrivati Best e Blizzard ma entrambi, per diversi motivi, non possono costituire una presenza costante nel ruolo.
Del primo, sulla cui utilità dellacquisto si tornerà in seguito, non sono certo in discussione le capacità tecniche e atletiche, ma si tratta pur sempre di giocatore di 1,80 che nella vita cestistica ha sempre evoluito nel ruolo di playmaker, seppur al livello di professionisti americani; il secondo è sicuramente un buon tiratore già provato nel campionato italiano ma, al momento, permane più di un dubbio sulla possibilità che possa fare la guardia titolare in una formazione tutto sommato di alto livello.
Rimangono i già noti Vukcevic, esperto, duttile ed apprezzato dal coach, ma in declino fisico e certamente con non molti punti nelle mani, nonché la mascotte Gugliotta per i compiti di gregariato.
Il reparto ali è, come al solito, affollatissimo ma anche alquanto rinnovato nei volti; Milic è tornato in patria attirato dallEurolega mentre Blu ha lasciato tutti con un palmo di naso accettando le proposte del nuovo nemico Martinelli.
Al loro posto sono arrivati Michelori, Giovannoni, Evtimov e Davison, i quali vanno ad aggiungersi al veterano Drejer.
Su questultimo, visto linaspettato salto mortale di Bluthenthal, questanno si scommette forte (non per niente il patron ha respinto uninteressantissima offerta pervenutagli da Girona) ma con una buona dose di rischio; si sa infatti che il danese ha un talento inversamente proporzionale alla grinta ma si spera anche che, con un anno di esperienza in più alle spalle e con questo attestato di fiducia, possa prendere una maggiore consapevolezza dei propri notevoli mezzi.
Davison, già visto in occasione della promozione dalla Legadue ed anche per questo beniamino del pubblico, sarà chiamato a fare le veci di Blu, mentre Michelori dovrebbe fornire il contributo di rimbalzi, difesa ed intensità fornito da Milic; si tratta certamente di buoni giocatori dalle caratteristiche più spiccatamente difensive rispetto ai due predecessori, ma cè più di un timore che nel cambio si sia perso qualcosa, in particolare il suntuoso talento offensivo dellisraelo americano e la capacità dello sloveno di poter giocare in 5-ruoli-5 del quintetto.
Litalo-brasiliano Giovannoni, volto già noto ai tifosi di Rimini, Biella e Treviso, è unala piccola di ruolo dalle movenze felpate e dal buon talento offensivo, doti cui fanno da contraltare una certa timidezza caratteriale ed una difesa non proprio di primo livello.
A coach Markovski sembra non dispiacere affatto, soprattutto per la sua capacità di giocare da 4 (molto) atipico, come già visto nel suo breve periodo trascorso lo scorso anno alla corte di Blatt; in effetti non è detto che le sue caratteristiche non possano adattarsi alla perfezioni al basket prediletto dallitalo-macedone e che non possa ritagliarsi un buon spazio sul palcoscenico italiano come crack entrante dalla panchina.
Sotto canestro, in sostituzione del veteranissimo Lacey, è arrivato in prestito da Treviso il giovane Crosariol, prospetto dallindubbia stazza e autore anche di un buon precampionato ma di cui si dubita che possa avere un impatto concreto fin da subito.
Rimangono poi i già noti Di Bella e Lang; questultimo, dinanzi a svariate richieste piovute da più parti dEuropa, è stato fermamente riconfermato dallo staff tecnico, segno di una grande aspettativa nei suoi confronti e, daltra parte, se gli infortuni che lo hanno tormentato la scorsa stagione non si ripresenteranno, ha tutte le possibilità di ripagare la fiducia in lui riposta.
Di Bella, come dimostra leccellente finale della scorsa stagione ed i più che discreti mondiali disputati, sembra avere superato lo shock procurato dallimpatto con una grande piazza e si appresta ad iniziare quella che potrebbe essere la stagione della sua consacrazione ad alto livello.
Tuttavia molto dipenderà da come si risolverà la convivenza tra lui e Best; la speranza è che i due possano anche coabitare sul parquet ma si tratta di unipotesi tutta da verificare sul campo.
Best è un giocatore dal talento indiscutibile ed in grado di portare quella leadership in regia che lanno scorso ha spesso rappresentato il tasto dolente in casa Virus, ma molti si sono chiesti che senso abbia impegnare una fetta sostanziosa del budget per un americano talentuoso quanto si vuole ma indubbiamente a fine carriera e le cui motivazioni sono tutte da verificare, quando la squadra sembra ancora priva di un affidabile guardia realizzatrice in grado di portare un buon bottino di punti.
Non si dimentichi infatti che lex Indiana proviene da una stagione presso i ricconi russi del Kazan a circa 11 punti e 3 assist di media, numeri che forse non rivelano limportanza della sua presenza in campo, ma che lasciano perplessi proprio per i motivi di cui sopra.
Va detto che nelle poche partite che il migliore ha giocato nel lungo precampionato bianconero (un vero e proprio tour de force di 10 partite in poco più di un mese), la sua presenza ha giovato non poco ai propri compagni facendo ricredere, momentaneamente, chi aveva bollato il suo acquisto come affrettato a causa dello scompiglio creato dal ratto di Bluthenthal.
In ogni caso la dirigenza ha lasciato intendere di poter tornare sul mercato alla ricerca di quella guardia che sembra mancare, ma anche di non aver alcuna intenzione di compiere scelte affrettate.
Al di là di questa lacuna la squadra sembra piuttosto completa; manca quella prima punta che lo scorso anno era Blu, ma sembra esserci un maggiore equilibrio fra i reparti ed una panchina più profonda.
Se Best riuscirà a dimostrare di valere tutti i soldi spesi per lui, non è detto che i risultati possano essere migliori rispetto allultima stagione; come si diceva, dubbi e speranze