Il sospetto che il record positivo dellinizio di stagione fosse dettato dal calendario favorevole si è fatto sempre più certezza con landare del tempo, infatti sono stati ridimensionati tutti i facili entusiasmi con una serie di prove quasi imbarazzanti.
Se il presente è grigio, il futuro si preannuncia nero perché il calendario vede Phila in trasferta per dodici delle prossime diciassette partite, compreso un tour a ovest e una parte del texas drama (a casa di Mavs e Spurs).
Questa squadra sembra non avere una guida spirituale e tecnica, è senza convinzione e soprattutto influenzata dalle bizze delle superstar.
[b]Cheeks[/b], se ce ne fosse bisogno, si è confermato un allenatore senza attributi e non in grado di controllare emotivamente la squadra. La sua espressione sempre apatica è riflessa anche dallatteggiamento della squadra che non è più quella combattiva e cattiva, vista nelle versioni di qualche anno fa.
La [b]difesa[/b] continua a non avere nessuna logica. Sui pick and roll che coinvolgono Iverson non è possibile difendere, in quanto la stella di Georgetown si astiene da qualsiasi possibilità di passare sul blocco, obbligando il lungo (spesso Dalembert) a cambiare e creare un mismatch che viene prontamente sfruttato per far collassare la difesa e finire o scaricare liberamente sul perimetro.
Cheeks per ovviare alla scarsa verve dei suoi ha provato ad inserire dei blitz di zone press diamante che sfrutta la mobilità e limmensa apertura di braccia di Iguodala per disturbare il portatore di palla e far arrivare delle trap sul lato. Se lidea non è del tutto peregrina, lapplicazione sul campo è da rivedere, perché nelle partite con Bulls e Heat questi cambi di difesa hanno rubato solamente qualche secondo allattacco avversario, senza produrre recuperi.
Proprio [b]Iguodala[/b] è una delle poche note positive dei Sixers di questanno, che hanno trovato in lui un vero swingman in grado di essere impiegato con ottimi risultati su entrambi i lati del campo e in più posizioni. Impressiona positivamente la sua integrazione con Iverson, infatti lex Arizona si fa sempre trovare sempre pronto sugli scarichi (talvolta immaginifici) del numero #3, per conclusioni anche da oltre larco di notevole efficacia. La bontà della sua difesa è leggermente calata questanno, ma l atletismo spesso gli permette di supplire a questa pecca di approccio con salti e recuperi spesso impossibili. Offensivamente gli manca ancora il [i]mid range game[/i] e deve migliorare il trattamento di palla, però possiamo dire, senza sembrare blasfemi, che siamo davanti ad uno Scottie Pippen in the making.
Se [i]Little AI[/i] sembra integrarsi bene con [i]The answer[/i], cosi non si può dire per il resto della squadra, infatti gli altri compagni sono spesso fermi a vedere cosa può creare Iverson dal palleggio, il quale, molto spesso, va per finire oppure trova scarichi difficili verso lo scadere dei 24 secondi. Lui non mette in ritmo i compagni per il suo gioco fatto di isolamenti, ma è altrettanto vero che gli altri non fanno nulla per rendergli facile la vita.
Questo è il modo di giocare di Iverson (e dei Sixers) ormai da qualche anno e per questo motivo i compagni dopo che sono stati fermi 20 secondi a vederlo con palla in mano non sono in grado di tirare con buone percentuali o perlomeno essere in ritmo per una giocata positiva. La situazione è ancor più accentuata contro le difese a zona che nellNBA sono poco mobili e piuttosto mal messe in campo; ma se lattacco prevede ugualmente lisolamento della stella su un lato del campo, ci si trova a giocare uno contro cinque con conseguenti forzature e possibilità di scatenare il contropiede avversario.
Sin dal CSI insegnano che chi non sa difendere a zona spesso non sa attaccarla e questo è proprio il caso dei Sixers.
La zona messa in campo dallo staff di Cheeks è una due-tre altrettanto stanziale che mette pochissima pressione sugli esterni e molto spesso viene battuta con un semplice blocco che obbliga il lungo della linea dietro ad uscire ed innestando un meccanismo di rotazioni forsennate che viene costantemente punito. Oltre allaspetto tecnico, la difesa fa acqua da tutte le parti a causa di una scarsissimo spirito di sacrificio e per questo motivo le rotazioni arrivano sempre con una frazione di ritardo.
Anche sul lato della chimica e dello spogliatoio siamo alla deriva, infatti dopo il suo ultimo infortunio [b]Chris Webber[/b] ha voluto precisare il malcontento riguardo al suo minutaggio e al fatto di aver passato interi quarti periodi a guardare i compagni dalla panchina. Ha anche invocato una trade nel caso non fossero cambiate le cose, ma il suo contratto richiama [b]40 mln[/b] per i prossimi due anni e se lanno prossimo sarà uno dei più ghiotti per via della sua scadenza, ora ha ben poco mercato sia dal punto di vista tecnico che salariale.
Oltre a tutto cè anche il problema del ginocchio che sta falcidiando il finale di carriera dellex [i]fab- five[/i], infatti i suoi problemi si fanno sempre più gravi e gli è stato diagnosticato lo stesso tipo di problema che Amare Stoudemire ha avuto lanno scorso.
Se il centro dei Suns, operandosi dovrebbe aver chiuso il problema, lui non ha la possibilità di perdere un anno di attività per via delletà non più rosea, solamente che rimanendo in queste condizioni avrà poche possibilità di giocare ad un livello accettabile visto lhandicap e la sua ormai decadente forma fisica..
Il suo rientro ufficiale ha avuto luogo nella sconfitta (ma dai?) di sabato contro i Nets, ma la sua condizione sia fisica che psicologica è onestamente impresentabile.
A sostenere C-Webb nella sua crociata è stato proprio [b]Allen Iverson[/b] che ha corroborato la posizione del compagno, andando contro le decisioni dellallenatore e facendo capire che anche il tanto adorato Cheeks si sta iscrivendo pian piano nel suo libro nero degli allenatori, del quale fan parte praticamente tutti i suoi predecessori.
[i]AI[/i], polemiche a parte, sta conducendo unaltra stagione ai vertici statistici della lega e il suo cuore, nonostante tutte le voci e le malelingue, è sempre vivo ogni sera che scende sul parquet.
Scandagliando la rete si può trovare un curioso un paragone che si addice molto allIverson ultima versione. Il numero 3 è stato accostato a Michael Vick (Quarterback degli Atlanta Falcons in NFL), dicendo che entrambi sono giocatori dal talento sconfinato, elettrizzanti ed in grado di far sobbalzare dalla sedia gli spettatori, ma purtroppo per vari motivi non in grado di far si che la propria squadra sia mai competitiva ad alti livelli. Effettivamente AI dai tempi delle finali 2001 non è più riuscito a portare i Sixers a competere per il titolo e il paragone, per quanto impietoso, non è così peregrino.
E presto per pensare allestate ma magari lappetibilità del contrattone di Webber potrebbe portare ad una trade importante con il fine di regalare lultima vera possibilità ad Iverson di lottare per lanello che tanto gli manca, anche perché questanno arrivare ai playoffs sarebbe gia un successo.