Probabilmente i 57 punti segnati contro gli Utah Jazz, l11 novembre, hanno fatto entrare Michael Redd, guardia 27enne, in una nuova dimensione come giocatore: quella di superstar, di personaggio dalla grande popolarità.
La sconfitta della squadra in quella partita non ha fatto altro, credo, che prestare da cassa di risonanza per la sua prestazione con la quale ha abbattuto il record di punti segnati in una partita da un giocatore dei Bucks (detenuto da Kareem Abdul Jabbar).
Dunque in molti si stanno accorgendo di Redd e del suo gioco in questo inizio di stagione.
Ma cosa è cambiato dallo scorso anno a questa parte?
Poco nel suo gioco, molto, nella sua produttività.
I punti a partita sono 4 in più, adesso con oltre 29 a partita è al terzo posto della classifica dei marcatori.
Si sta prendendo sulle spalle una squadra falcidiata dagli infortuni, e con scarsissima attitudine difensiva (Redd compreso). Ma gli si può dire ben poco al momento, già diverse delle 6 W di Milwaukee sono arrivate grazie al suo contributo in attacco.
Andiamo a vedere da dove nasce quindi il fenomeno Redd.
Prima di tutto, dalla sua scelta in sede di Draft: nel 2000 è stato scelto al numero 43! Poi, non è per nulla spettacolare: sfido chiunque a ricordarsi una schiacciata di Redd finita in un highlight! Il suo gioco è prettamente tecnico, fatto perdipiù di lavoro senza palla e di un tiro affidabilissimo.
Inoltre, in campo si tendono a confondere lui e Maurice Williams, suo compagno di reparto: si somigliano nella conformazione fisica e nel numero (Redd il 22, Mo il 25).
Insomma, non il prototipo di superstar NBA degli anni 2000, che dominano le partite grazie ad una fisicità debordante rispetto agli avversari. Centra a pieno titolo, invece, proprio grazie alla sua unicità!
È un grande tiratore, una grande guardia, dal fisico massiccio e dotato di una certa rapidità negli spazi stretti e nel palleggio: tipici infatti i due-tre palleggi crossover davanti al difensore prima di sparare lennesimo tiro, o un’altra penetrazione – meglio se col fallo, visto che è eccellente tiratore di liberi.
Il tiro: stilisticamente non bello, ma efficace. Un rilascio di palla velocissimo, un gesto aiutato molto dalle gambe, che caricano quasi a scimmiottare una catapulta. Forse la velocità di andare alla conclusione è la ragione del suo successo (oltre al fatto che è mancino): in questo modo non ha bisogno di elevazione per battere lavversario.
Ottimo lutilizzo del piede perno, la fantasia di certo qui non è al potere; ma la tecnica spesso gli permette conclusioni spettacolari, fuori ritmo.
Il gioco senza palla è di primordine: il passaggio rapido e radente sui blocchi che il sistema di gioco di coach Stotts gli prepara, gli consente di crearsi ampi spazi per penetrare, senza dimenticare il famoso tiro, specialmente da tre punti, buono in tutte le stagioni!
La conoscenza del suo tiro, le infinite sedute di ripetizione in palestra, hanno affinato il senso del rimbalzo: è frequente vederlo, dopo un errore, recuperare il pallone e ricominciare il gioco.
Si racconta anche che Redd sia un ragazzo doro fuori dal campo: impegnato nel sociale, soprattutto nella sua terra di nascita, Columbus, in Ohio.
Ma anche i compagni di squadra non si possono lamentare per nulla: leader carismatico del gruppo, grazie alla sua pericolosità offensiva le difese non gli concedono nulla, concentrandosi quasi del tutto su di lui. Come risultato giocatori come Williams o Bell, possono godere di spazi altrimenti difficili da ottenere, e che sfruttano al meglio con una produzione offensiva soddisfacente.
Difetto evidentissimo, invece, la difesa. Incarna lo spirito dei Bucks di questi ultimi due anni, ovvero la scarsissima attitudine a questo aspetto del gioco, per cui si limita quasi esclusivamente ad essere uno straordinario fattore offensivo, con grosse lacune di dietro.
Problemi secondo me soprattutto di mentalità, in quanto un elemento con la sua rapidità nello stretto e le sue lunghe braccia non ammettono una (non) difesa come quella prodotta finora.
I tifosi dei Bucks confidano quindi in lui e attendono progressi che potrebbero portare la franchigia del Wisconsin, visto lorganico già di primordine, con un po di fortuna e qualche acquisto oculato a primeggiare nella Eastern Conference.
Con Redd, leader silenzioso della squadra.
Con Redd, tecnica allo stato puro, e chissà con lui in Giappone come sarebbe andata