Squadra che vince non si cambia. Dallo sport professionistico al più normale gruppo di lavoro: questo è il motto più importante per inseguire il successo. E il caso dei Detroit Pistons e dei San Antonio Spurs, le squadre che più di ogni altre stanno basando e hanno basato i propri successi su un fattore da mantenere nel tempo: il gruppo. E proprio il gruppo che fa dei Pistons una squadra forte nonostante i cambiamenti dovuti dal passare degli anni. I Pistons hanno infatti perso due dei grandi artefici del loro primo anello, primo titolo dopo quello dei Bad Boys del 1990 contro i Bulls di Michael Jordan: Ben Wallace e Larry Brown. Nonostante aver perso due tasselli così importanti, sostituiti rispettivamente da Nazr Mohammed e Flip Saunders, i Pistons restano competitivi. A dispetto delle voci che li vedono in crisi e ogni anno alla fine di questo ciclo vincente.
Spesso i Pistons sono definiti una squadra monotona per il loro gioco e in effetti vedere più partite di Detroit, soprattutto quelle casalinghe, può giustificare questa impressione. Nessuna monotonia è però così produttiva. Coach Saunders ha utilizzato in questinizio di stagione solo due diversi quintetti titolari, uno dei quali forzato dallassenza per infortunio di Rip Hamilton. Sono anni che il quintetto Billups, Hamilton, Prince, R. Wallace, prima Ben Wallace e ora Mohammed scende in campo senza subire alcuna variazione. Prima con coach Brown e ora con coach Saunders.
Partiamo da Billups. Della squadra di Larry Brown era evidentemente un giocatore importantissimo e limpressione che giocasse troppo era più giustificata. Il rischio di arrivare nei momenti decisivi stanco fisicamente lo era ancora di più. Nulla è cambiato, anzi. Complice linfortunio della riserva Lindsey Hunter il minutaggio di Billups è cresciuto fino ai 37 minuti di media a gara di questo inizio di stagione. Aggressività, difesa e lucidità offensiva fanno di Billups una delle point guard migliori nel panorama NBA.
Billups-Hamilton, un backcourt da invidiare. Proprio per Hamilton bisogna resistrare forse la migliore stagione della carriera. Media punti a partita, tiri da tre a segno, tentativi e realizzazioni dalla lunetta, rimbalzi a partita sono solo alcune delle statistiche in evoluzione per Rip in questa stagione. Stessa sorte per Tayshaun Prince che, nonostante un fisico che farebbe di lui uno spettatore sui campi NBA, dimostra freschezza atletica e percentuali da capogiro come il quasi 50 % dallarco.
Discorso diverso per Rasheed Wallace. Falli tecnici a parte rimane uno dei numeri 4 più completi nella NBA. Una fase difensiva che a tratti raggiunge livelli non terrestri si affianca a momenti di black out completi nei quali il nervosismo ne fa da padrone. Offensivamente sono di regola prestazioni in doppia cifra.
Descrivere larrivo di Mohammed è invece più delicato. Da un lato è doveroso sottolineare le sua ottime percentuali dal campo. Dallaltro bisogna considerare anche i motivi che hanno spinto Ben Wallace a lasciare i Pistons. Stimoli e soldi prima di tutto. Ma anche un tipo di gioco che si risolve nella maggioranza dei casi dal perimetro, attaccando il canestro e raramente (sempre di piu negli ultimi anni) utilizzando la figura del pivot. Non che a Chicago abbia trovato la meta più indicata ma inequivocabilmente questa può essere considerata una delle motivazioni principali delladdio di Big Ben Wallace. Per questo decifrare la figura del pivot, soprattutto se nuovo come nel caso di Mohammed, è sempre molto difficile.
Ossevare i numeri dei Pistons di questi ultimi anni fa capire che squadra abbia tra le mani il general manager Joe Dumars. A tratti imbattibile nellanno del titolo NBA è diventata nellera Saunders una squadra solida, competitiva e su livelli umani. Linizio di stagione è certamente uno dei meno dominati degli ultimi anni basti pensare che la sesta sconfitta lanno passato era arrivata a fine gennaio 2006 mentre il record ad oggi recita 12 vittorie e 7 sconfitte. Questo ritorno sulla Terra è evidenziato dal fatto che la division dei Pistons non è certo di gran livello. Estendendo il discorso alla Eastern Conference si può comunque immaginare Detroit protagonista di una finale di conference.
Solo il tempo potrà sgretolare questa squadra e il primo assaggio lo avremo la prossima estate quando i Pistons dovranno affrontare la grana Billups. Diventerà free agent come lo saranno altri giocatori nei prossimi anni. Aver lasciato andare Wallace e non avergli concesso il massimo salariale sarà stato un fattore per risolvere la situazione di Billups?
La speranza per i tifosi di Detroit è che la fine di questo grande ciclo vincente arrivi il più tardi possibile. Ma i tifosi di una città molto vicina a Detroit insegnano che anche le migliori squadre della storia finiscono prima o poi di incantare il mondo. Aperte le scommesse per sapere di che squadra si tratta