Il mondo non sarà più lo stesso.
Tutto quello che rappresentava per me lNBA ovvero vedere un uomo normodotato dominare i campi di tutta la lega con una maglia numero #3 addosso dei Sixers, rischia di svanire in un attimo: un rischio del genere era stato corso già altre volte durante la carriera di The Answer, ma ogni volta c’era stato il lieto fine, con il nome Iverson ancora stampato sulla jersey numero 3 biancorossonera.
Verrebbe da dire cronaca di un disastro.
.proviamoci
Iniza tutto nella partita di mercoledì che ha visto impegnati i Philadelphia 76ers in quel di [b]Chicago[/b] contro i redivivi Bulls. La partita volge al peggio sin da subito e limpietoso parziale del primo quarto recita 39-16 per Gordon e compagni, con lennesima figuraccia difensiva della truppa di Cheeks.
Partita già chiusa allintervallo lungo, con Iverson che si fa male alla schiena sul finire del terzo quarto e abbandona la partita, che finisce, per la cronaca, 121-94.
Iverson, infortunato, non partecipa agli allenamenti del giovedì ed inoltre salta anche una riunione di soli giocatori convocata da Alan Henderson per parlare sulla figuraccia offerta in quel di Chicago.
Venerdì scattano i primi provvedimenti societari: Coach Cheeks chiama The Answer, annunciandogli l’esclusione dalla lista dei convocati per la partita con i Wizards.
Iverson non la prende bene, e di fronte ai giornalisti, non fa mancare la sua opinione:
[i]Nella mia carriera non ho mai saltato una partita per non convocazione, sono abituato che solamente i dottori possono dirmi se devo o non devo giocare. Non è mai capitato che me labbia detto lallenatore.
Sembra un copione già visto altre volte, ma a sorpresa, arriva la frase che potrebbe cambiare gli scenari dell’intera NBA:
[i]Io vorrei terminare la mia carriera qui a Philadelphia, perché è una città splendida e i fan mi hanno sempre voluto bene, ma arrivati a questo punto, credo proprio che la cosa migliore da fare sia separare la mia strada da quella di Philadelphia, per il bene di entrambi.[/i]
Questa è la chiave che apre la porta quasi sicuramente alla dipartita di AI dalla città dellamore fraterno. In precedenza aveva sempre manifestato la voglia di rimanere ai Sixers. [i]I want to be a Sixers for life.[/I]. Anche quando nel 2000 vestiva praticamente già sulle spalle la casacca dei Pistons.
Questa volta anche lui pensa che sia meglio andarsene
Ecco il vero armageddon.
Principale accusato per la situazione tecnica e soprattutto ambientale, in casa Sixers, è Billy King, che dall’avvicendamento con Pat Croce, si è reso protagonista di un’infinita serie di nefandezze nel tentativo di migliorare la squadra della città dell’amore fraterno.
[i]La situazione è stata amplificata dai giornali[/i]-dice King- [i]solamente per il fatto che non vinciamo. Siamo tutti frustrati da questa situazione e dobbiamo cercare tutti insieme di uscire da questo vortice negativo che si è creato.
Cheeks non centra in questa situazione, perché lui pensa ad allenare, mentre per le situazioni come queste è mio compito ristabilire larmonia e risolvere i problemi.[/i]
Parole tese alla riconciliazione, l’ennesima, di una storia lunga 11 anni. La situazione però, non pare così rosea, anche a giudicare dal quantitativo di rumors che si sono sentiti in questi giorni.
In caso di trade i Sixers non dovrebbero cedere il giocatore ad una rivale di division come i [b]Boston Celtics[/b], di cui si sente parlare molto, anche se avrebbero dei contratti pesanti ed in scadenza, appetibili per il cap ingolfato dei Sixers (vedi Ratliff).
Più plausibile l’ipotesi che porta Iverson ad ovest dove KG e i [b]Twolves[/b] potrebbero aver bisogno di lui per tentare lultima, benedetta, rincorsa al titolo. In quel caso, lobiettivo dei Sixers sarebbe portare a casa Randy Foye (con tutti i rischi del caso), in più per equiparare i salari, ci si dovrebbe accollare due contratti pesanti e non in scadenza come Ricky Davis (13 mln. per due anni) e Mark Blount (28 mln. per quattro anni).
Anche i [b]Kings[/b] sembrano interessati alla pratica e metterebbero sul piatto uno tra Mike Bibby (41 mln. in tre anni) e Ron Artest (23,4 mln. per 3 anni). Nelle ultime ore sembra che questultima sia lipotesi più accreditata, ma, essendo Iverson il protagonista, il colpo di scena è sempre dietro langolo
Il fantabasket, nonostante un mese di ritardo, è ufficialmente cominciato. Qualsiasi franchigia entra in gioco e vengono inventate centinaiadi [i]fantatrade[/i], anche se lipotesi più plausibile rimane un giro a tre squadre che riesca a portare Allen Iverson in una squadra in lotta per il titolo e ai Sixers, o un alleggerimento totale del cap a fine anno, oppure contropartite futuribili per rifondare in attesa del download di Webber che dovrebbee divenire realtà già nel corso della prossima stagione.
Probabilmente già da stasera potremo avere la risposta (mai gioco di parole fu più triste) a tutti questi rumors.
Dopo tutti questi discorsi tecnici lasciatemi uno spazio per qualche sentimentalismo. Ho cominciato ad innamorarmi dellNBA la prima volta che ho visto giocare Allen Iverson dieci anni fa. Un uomo che in campo dà sempre tutto e forse anche qualcosa di più. Ha tanti difetti (ma chi non ne ha), ma ha quella particolare capacità di far innamorare di sé i tifosi e credetemi, vedere nel cassetto le mie 3 maglie di Iverson dei Philadelphia 76ers cadere in proscrizione, fa male.