Era inevitabile. La “relativa quiete” della scorsa stagione è stata solo una piccola parentesi della storia recente dello Scafati Basket. In un colpo solo la società ha dovuto rinunciare a coach Petrovic e ha preferto rinunciare all’ala centro Jagodnik arrivato appena un mese fa. Ma questi sono solo gli ultimi di una lunga serie di cambiamenti che ha stravolto la Legea da Luglio riprendendo una tradizione longobardiana che nel bene o nel male ha comunque dato i suoi frutti portando il sodalizio campano dal dilettantismo al massimo campionato di basket.
Il primo a fare le valigie, ufficialmente per motivi familiari, è stato il Gm Ario Costa, poi sostituito dall’attuale Cosmelli. Poi è toccato a Glenn Sekunda, fuori per un brutto infortunio; di conseguenza è dovuto andar via anche il nigeriano Awojobi, che non poteva integrarsi con i nuovi lunghi Martinez, Szewczyk e Bracey. Gli unici a fare da trade union con il passato sono stati il guerriero Joel Salvi ed il cecchino Lauwers, poi solo volti nuovi per questa Legea (che pure si è legata in Estaste a Longobardi).
Il 3 Novembre ha lasciato la barca lo storico capitano Pino Corvo, che ha avuto soltanto l’opportunità di esordire in Lega A, e Bryant Smith. Da allora quattro sconfitte di seguito che hanno creato grossi malumori in una squadra, che seppur ancora distante dalla zona calda, rischia di abbandonare i sogni Final 8 accarezzati dopo le prime giornate.
La batosta di Teramo è stato solo il colpo di grazia ad un periodo negativo iniziato probabilmente un mese fa. Jagodnik è stato uno dei peggiori del match concluso con soli sette punti, anche se la piazza ha cominciato a digerirlo malvolentieri dopo la deludente prova nell’harakiri con Roma (21′, 0 pt -8 di val.).
Adesso arriva Alibegovic, sicuramente quanto di meglio potesse offrire il mercato dei coach che porta con sè il suo fido Zecevic, dopo due tranquille salvezze ad Udine ed un campionato da Gm a Bologna sponda F, molto ricordato in Campania per i suoi screzi con Napoli negli ultimi play-off.
Non dovrebbero mutare comunque più di tanto la gestione tecnico/tattica del roster affidata di nuovo ad uno slavo che avrà dieci giorni di tempo per preparare il prossimo delicato test con la rivelazione Varese. I risultati diranno se anche questa mini rivoluzione sarà proficua o se forse era il caso di dare maggiore fiducia ad alcuni elementi in virtù del successo dello scorso anno basato sulla continuità.