Della [i]Djordjeviciana[/i] Milano si può dire tutto ed il contrario di tutto; non si sa mai che squadra scenderà in campo, se quella incisiva e cinica delle prime partite o quella svuotata e involuta di questi ultimi tempi.
Linizio di stagione con gli acquisti di Green, Garris e Watson (sempre usato sicuro eh?) e lavvento del fenomenale Gallinari, aveva fatto pensare ad una squadra, finalmente quadrata, con un gestore di gioco e di situazioni cruciali come Garris, combinato allatletismo e alla verve agonistica dei suoi compagni ex Fortitudo.
Lunico problema da risolvere era levidente incompatibilità tra i due uomini darea Watson e Blair, che non possono coesistere in campo per più di qualche minuto e determinate situazioni tecniche. Oltretutto manca il famigerato quattro alla Singleton che è stato ricercato per tutta lestate in Austin o addirittura in Fizer, ma che poi si è ridotto a Marko Tusek. Lo stesso ex Lottomatica è stato tagliato il 9 Gennaio dopo aver fornito delle prestazioni al limite dellimpresentabile e aver esibito condizioni fisiche assai rivedibili.
A questo proposito Djordjevic ha scelto spesso il quintetto con Sven Schultze da quattro per garantire più libertà dazione agli uomini interni e aprire larea con il suo comunque efficace tiro da tre.
La batteria di lunghi è ancora monca, ma con [b]Watson[/b] (intensità, agonismo e tanti rimbalzi) e Blair (autore di un inizio di stagione scintillante per forma ed efficacia, poi un po persosi con landare del tempo), può garantire una prepotenza interna che nessuna squadra dello stivale ha ancora dimostrato di poter arginare. A testimonianza di ciò abbiamo la prima piazza indisturbata alla categoria rimbalzi con [b]37.7 di media[/b] a partita.
Il problema più evidente che la squadra meneghina ha mostrato in questo girone di andata è una difesa piuttosto porosa sugli esterni, generata da un notevolissimo numero di cambi difensivi che creano mismatch. Sembra essere un ordine di scuderia che a meno di 10 secondi dal termine dellazione si cambi sistematicamente sui [b]pick and roll[/b], generando difficili meccanismi di aiuto e concedendo spesso soluzioni congeniali allattacco.
I tiri di qualità concessi agli avversari, non sempre sono replicati nellaltra metà campo, dove spesso persa la fluidità per un gioco spezzato, oppure per una difesa che risulta particolarmente fastidiosa sulliniziatore del gioco, gli attaccanti si fermano, facendo stagnare lattacco nelle mani di chi come Garris, Bulleri o Green è chiamato, poi, a togliere le castagne dal fuoco dal palleggio. Le palle perse dettate da un cattivo attacco, sono da inizio stagione il cruccio principale di coach Djordjevic che vede andare di pari passo il controllo delle stesse con le fortune della sua squadra. A corroborare questa condivisibilissima chiave di lettura ci sono le ben [b]16.5[/b] di media nelle sei sconfitte patite in stagione.
Ovviamente non ci sono solo problemi in questa stagione. La nota sicuramente più positiva è la voglia di tutta la società e lo staff di puntare forte su un autentico fuoriclasse come [b]Danilo Gallinari[/b]. Il suo inizio di stagione è stato quasi choccante per la sicurezza e la classe messa in mostra, sembrava di rivedere il Mago per la fluidità e bellezza dei movimenti. Si è cominciato a parlare di lui e dellNBA come cosa fatta, a generare aspettative e a metterlo in una situazione in cui ogni giornata era chiamato a dimostrare qualcosa. Ovviamente con landare del tempo, vuoi per ladattamento a lui delle difese o per un normale calo psicofisico dettato dalla prima stagione e dalla giovane età (1988), lefficacia di Danilo si è un poattenuata. Quello che colpisce maggiormente di lui è la tranquillità e la consapevolezza con cui ha affrontato questo momento difficile. Si è sempre messo al servizio della squadra, lavorando duro e rimboccandosi le maniche per difendere, anche quando le sue soluzioni offensive non andavano a buon fine. Ha sempre preso ciò che la squadra prevedeva per lui senza isterismi e senza manifestazioni da prima donna. E consapevole delle sue difficoltà al momento, ma è altrettanto convinto che con il lavoro e labnegazione si possano risolvere. Sicuramente con questa testa e il talento sgorgante a disposizione, non potrà che fare passi in avanti. Skys the limit.
Danilo ha sempre detto di dovere molto ai consigli di Djordjevic che da grande giocatore qual era, vede in Danilo un potenziale dominatore. Il lavoro del serbo però non sempre è stato impeccabile come con Danilo, soprattutto dal punto di vista della gestione dei minutaggi e delle sostituzioni. E capitato spesso di veder raffreddare in panchina giocatori in ritmo, per tener fede a delle rotazioni quasi studiate a tavolino, oppure vedere confinato al pino eterno un grande uomo squadra come Gigena. In questo roster Supermario (idolatrato al suo ingresso in campo contro la Benetton dopo due NE consecutivi) deve essere un gregario per situazioni particolari, ma il suo reiterato sconfinamento a uomo da cornice non è stato sempre giustificato e condivisibile.
I biancorossi hanno chiuso il girone dandata con 11 vittorie a fronte di 6 sconfitte (una sola casalinga contro Siena), ma devono ancora dimostrare di essere un gruppo unito ed incisivo anche lontano dal Forum. La rosa è cambiata proprio nella giornata di ieri con larrivo a gettone per un mese di Doremus Bennermann (nazionalità svedese) per supplire agli ulteriori venti giorni di stop che dovrà affrontare [b]Massimo Bulleri[/b] per il suo problema al ginocchio. Il Bullo sarà IL giocatore da recuperare appieno per giocarsi le proprie carte in primavera.
Il tesseramento di Bennermann ha raffreddato la pista Tourè, fattasi sempre più insistente nelle ultime ore, ma che rimane comunque ampiamente a disposizione della società biancorossa una volta terminato il periodo a gettone del playmaker ex Virtus. Il lungo Orlandino potrebbe essere un innesto importante, soprattutto perché le sue caratteristiche ben si sposano con lo stereotipo del giocatore che manca in front line. Il mosaico a quel punto sarà completo e dovrà cercare di incastrarsi nel giusto modo per provare ad arrivare in fondo ad un campionato che non annovera certo le corazzate della ACB e per questo abbordabile per tutti…ancor di più per un’Olimpia a secco ormai da troppi anni…