Il basket è bello perché è un gioco spettacolare, emozionante ed al tempo stesso un tantino irrazionale.Quello che sta accadendo a Denver questanno è la dimostrazione che il basket non è matematica ed avere in squadra il primo e secondo realizzatore della lega non sempre si rivela produttivo. Da un paio di stagioni il problema principale dei Nuggets secondo tutti gli addetti ai lavori è stato la mancanza di una shooting guard di livello che avrebbe potuto far compiere alle Pepite quel salto di qualità per competere con le migliori compagini dellOvest. La cessione di una point guard come Andre Miller, giocatore di buon livello ma non una superstar e per giunta in parabola discendente e lacquisizione di Allen Iverson, forse il più grande attaccante della lega, capace di fare franchigia da solo, da abbinare ad un altro grandissimo realizzatore in ascesa come Melo Anthony sembrava poter finalmente risolvere lannoso problema. Tutti pensavano che il risultato di questoperazione sarebbe sicuramente stato positivo per la franchigia del Colorado. Ed invece a distanza di due mesi dalla grande trade sembra che questo esperimento non stia funzionando per niente anche se come parziale giustificazione di questo flop ce il fatto che i due hanno giocato insieme solo sette partite con due sole vittorie, causa squalifica di Melo ed infortunio di A.I. Quello che era stato considerato il miglior duo nella Nba dai tempi di Shaq-Kobe attualmente appare essere più potenziale che produttivo.
Lunico che finora sembra aver tratto vantaggio dalla trade è il botteghino dei Nuggets, letteralmente preso dassalto dopo la firma dellex Sixers, con ben 6300 biglietti singoli e 600 abbonamenti venduti il giorno stesso della firma di Iverson. Al momento di scrivere questo pezzo i Nuggets sono ufficialmente divenuti un team perdente con un record di 26-28 e con un così grande numero di problemi da risolvere che nessuno saprebbe da dove cominciare. Una vera delusione per chi aveva pensato che il solo innesto di Allen Iverson potesse trasformare la franchigia del Colorado in una pretendente al titolo di Conference o quanto meno in una squadra di rispetto. Niente di tutto questo ed anzi stagione sinora molto sotto le aspettative della preseason, prima cioe delle mosse di mercato che hanno portato prima Iverson e poi Steve Blake in Colorado e lasciato andare via Andre Miller, Joe Smith ed Earl Boykins.
Iniziata con la tegola dellinfortunio di K.Martin, fuori per la stagione, la prima parte di regular season aveva acceso le speranze dei sostenitori delle Pepite, con un Anthony sempre più leader, un J.R.Smith sorprendente ed un Camby in grado di reggere sotto canestro, aiutato dai vari Najera, Evans e dal rientrante Nenè. Poi è arrivata the brawl che ha portato alla squalifica degli uomini più in forma, Anthony e Smith e quindi lacquisizione di Iverson per il quale si è deciso di sacrificare Andre Miller, il cui gioco non era molto gradito a coach Karl. La rissa del Madison con conseguente stop di 15 gare per Anthony è stata forse determinante nel far svoltare in negativo la stagione dei Nuggets. Senza il duo Melo-J.R, i Nuggets sono scesi da 110 a 96 punti di media col 40% dal campo ed il problema è che quando Denver segna meno di 100 punti questo significa sconfitta, 0-13 è il record in stagione in queste gare. Il rientro dellex Syracuse è coinciso con gli infortuni che hanno costretto prima Iverson e poi Camby a saltare alcune partite, e nemmeno lacquisizione dellottimo Steve Blake scambiato con Earl Boykins, per dare maggiore equilibrio nello spot di pointman, ha impedito alle Pepite di precipitare al limite della zona playoffs, perdendo 11 delle ultime 14 gare.
Da tifoso di Iverson ed Anthony, ed ora visto che i due giocano insieme, anche dei Nuggets, avevo sperato che il dynamic duo potesse funzionare e portare Denver molto in alto; purtroppo però il verdetto del campo è stato ben diverso da quanto immaginato. Oggi infatti non si parla più di vittoria o di finale di Conference e non sarei molto sorpreso se i Nuggets fallissero anche laccesso ai playoffs. Gli attuali Nuggets sono una squadra incapace di difendere, hanno una pessima circolazione di palla che ovviamente si blocca non appena capita nelle mani dei due principali terminali e soprattutto non hanno quasi mai il predominio dei tabelloni dove Camby pur giocando ai suoi massimi è continuamente alle prese con problemi fisici, mentre Najera, Evans e Nenè usato con parsimonia per non compromettere le sue ginocchia, non sempre forniscono un contributo adeguato. Per ultimo si è anche aggiunto linfortunio occorso a J.R.Smith che bloccherà per 3 o 4 settimane il giovane tiratore vera rivelazione di questa stagione, lunico uomo della panchina in grado di produrre punti con regolarità.
Il primo problema è la scarsa mentalità difensiva degli uomini di Karl, soprattutto Anthony ed Iverson stanno dimostrando grossi limiti in questa fase del gioco, e sembrano non comprendere che anche in difesa è richiesto loro lo stesso sforzo ed impegno profuso in attacco per segnare 30 punti o servire 15 assist ed il povero Camby è costretto a fare gli straordinari per cercare di coprire i buchi dei suoi compagni. Difesa solida sul portatore di palla con aiuti sistematici, difesa in transizione e rotazioni difensive sono concetti che purtroppo coach Karl sembra non essere riuscito ad inculcare ai suoi uomini. Anche lattacco non è che stia funzionando come dovrebbe. Il motto dei Nuggets attuali sembra essere questo: tira subito appena hai la palla o mettiti lanimo in pace, tanto ci penseranno quei due a non fartela più vedere. Questo tipo di approccio non funzionerebbe nemmeno in un playground, figuriamoci in Nba. Il tiro rapido se puo e deve essere consentito ad Anthony ed Iverson per non snaturare il loro istinto di attaccanti, non è altrettanto indicato per giocatori quali J.R.Smith, Linas Kleiza, Eddie Najera o addirittura Yakhouba Diawara. Se poi questo tiro non va e se Camby non cattura il rimbalzo offensivo allora è quasi automatico il contropiede avversario che non trova alcuna opposizione difensiva. E un orrendo stile di gioco che va cambiato al più presto altrimenti non sarà facile immaginare un finale di stagione diverso per il team delle Rocky Mountain. Si è parlato in questi giorni di un interessamento per Scottie Pippen che sarebbe deciso a rientrare nella lega, ma appare difficile che un giocatore fermo da tre anni e la cui carta didentità dice 41 possa ancora essere competitivo a questi livelli. Ci sembra questa una mossa dettata più che altro dalla sindrome AWP-Attention Withdrawal Pains (sindrome da astinenza) che colpisce molti grandi atleti dopo il ritiro agonistico. Da valutare anche la posizione di coach Karl, che potrebbe essere messo in discussione se non arrivassero i playoffs, anche se considerando la stagione travagliata tra sospensioni ed infortuni probabilmente alla fine gli verrà data unaltra chance.
Quello che si possono augurare i tifosi delle Pepite è che in queste 30 gare che ancora rimangono alla fine della regular, il dynamic duo possa finalmente trovare la giusta chimica e consentire ai Nuggets di raggiungere almeno i playoffs, anche se poi sembra quasi impossibile pensare che questa squadra possa essere capace di battere anche una sola volta squadroni come i Suns o i Mavs. Sicuramente in Colorado si auspicavano molto di più che una facile eliminazione al primo turno dei playoffs che al momento sembra il destino più probabile per il team di proprietà di Stanley Kroenke.