A volte capita che dopo Sanremo (inteso come festival) o dopo un’estate in spiaggia a sentire e risentire gli stessi motivetti alla radio, al di là dei gusti personali in fatto di musica, ci si ritrovi sotto la doccia o in macchina a canticchiare uno di questi tormentoni.
Non importa che siano di nostro gradimento, non importa quanto stupido riesca ad essere un testo, l’abbiamo lì, nella testa, e non va più via.
Amare Stoudemire (inteso come All Star assoluto della palla a spicchi) e la sua storia, in particolare la storia del suo infortunio, sono così, come un tormentone estivo.
Non importa quanto i nostri occhi nelle svariate volte – fortunatamente – in cui incontrano nel monitor di una tv questo fenomeno del parquet possono capire che Amare è tornato, e che non importa un granchè nè a lui nè al mondo in generale che lo riconosciamo come l’atleta pre-infortunio o come un giocatore “diverso”…semplicemente ripetiamo il ritornello.
Intanto lo sentiamo ripetere dai sapientoni televisivi, e questa è già una garanzia, direte voi.
Quindi se un Mamoli qualsiasi occupa mezza telecronaca parlando del giocatore post-infortunio sarà vero…LO DICE LA TV!
Ora: per forza uno che nemmeno sognava di guardare il canestro, se con la palla in mano si trovava a più di un metro dallo stesso anello arancione, ora che lo fa con proprietà (anche dai 5-6 metri) deve essere additato con frasi tipo:”Eh sì, bene Amare, però…non è più quello di prima!”?
Ma per favore! Ricordo Michael Jordan migliorare ogni estate, ricordo Larry Bird allenarsi allo sfinimento in quel di French Lick, Indiana, per tornare la stagione successiva più forte dell’amico/nemico Magic Johnson.
Forse MJ, che soprattutto dopo l’infortunio alla caviglia lavorò tantissimo sul tiro da fuori che non aveva, entrando in The League, non seppe continuare a saltare e aggredire il ferro come prima, dimostrando semmai di essere diventato “semplicemente” un giocatore migliore e con bagaglio tecnico più ampio?
Per favore (e due!!!): smettiamola! Sì smettiamola di andar dietro ad ogni pifferaio come topi impazziti, senza occhi nè cervello per poter giudicare da soli quel che succede nel mondo, e su un parquet nel nostro caso.
Stoudemire che ha 24 anni è nel pieno della propria evoluzione (non involuzione) come giocatore e come uomo. Certo senza l’infortunio non avrebbe avuto tutto il tempo di lavorare sulle sue carenze tecniche, sarà o no un merito l’averlo fatto? L’essere tornato oggettivamente più forte di prima?
Nei Suns di quest’anno dove 5 giocatori vanno in doppia cifra per punti realizzati e un sesto (Diaw) è a 9.9 punti per gara non credo sia semplicissimo inserirsi con 20.9 punti, oltre a 9.9 rimbalzi (sfioriamo la doppia-doppia di media, non male per uno che…non è più lui!) tirando col 58.6% dal campo e il 79.5% dalla lunetta.
Ho sentito dire che siccome anche senza Stoudemire i Suns hanno fatto strada nei playoffs, di conseguenza dopo Nash (che fanno gli danno l’MVP ad honorem e quello “vero” ad un altro? Altrimenti cambiamo il nome al premio e intitoliamoglielo direttamente, vista l’imbarazzante facilità con cui domina partite e avversari trascinandosi dietro un’intera franchigia) c’è The Matrix come “insostituibile” e prioritario pilastro della squadra, poi Diaw…
Bravissimi, spettacolari, gente da clonare perchè così ne nascono pochi, o nessuno.
Però a me sembra che anche di Amare Stoudemire ne nascano pochi. E allora davvero mi vien da dire (con un senno di poi chilometrico) che spiace per l’infortunio e quel che il ragazzo ha dovuto passare, però che giocatore ci ritroviamo, e soprattutto Coach D’Antoni si ritrova tra le mani ora?
Un giocatore entusiasmante che può ricoprire entrambi i ruoli di ala grande e centro, che continua a saltare come prima – ma quelle terrificanti schiacciate, partita dopo partita, le vedo solo io!??!!? – ma sta diventando immarcabile proprio per il tiro dalla media che ha messo sù! Un nuovo Karl Malone? E perchè no? Io ci scommetto, e non da ora! Ad altra velocità e con altro atletismo (non che Malone non fosse atleta vero eh?) l’interpretazione del pick’n’roll Nash-Stoudemire non può che essere accostato a quello del duo di Utah.
Il valore aggiunto dei Suns 2006-2007 è proprio questo ragazzone della Florida, pronto a prenotarsi un posto nell’Olimpo del gioco, a giocarsi un decennio di sfide (andamento delle rispettive squadre permettendo) col dirimpettaio della costa Est Dwight Howard, pronto ad una presenza fissa nel weekend delle stelle NBA.
Pre o post infortunio…That’s Amare, baby!