LAll Star Game di Las Vegas del 2007 ha consacrato Monta Ellis, come uno dei giocatori di maggior talento e con più avvenire nei prossimi dieci anni nelle Lega del Nostro David Stern.
Nella gara tra Rookie e Sophomore, Monta, graziosamente assistito da Chris Paul, ha spaccato la gara tra il secondo e il terzo quarto. Gli alley-oop di Paul per la accorrente tascabile guardia a rimorchio erano allordine del trentello di secondi, visto che, per ogni palla recuperata (e nel secondo quarto se ne son viste!!) cera la schiacciata di Ellis con la testa che non mancava di molto la circonferenza ferrosa difesa dai Rookie. Al termine della contesa il tabellino di Monta marchiava 28 punti con un tiro da tre e un solo libero. Quasi tutti gli altri punti sono venuti da schiacciate. Veder volare il play dei Warriors è stato qualcosa di sensazionale, se si pensa che è alto solo 1.80 ed ha un fisico minuto ma molto atletico, non ai livelli di The Gadget dei Knicks ma siamo sulla via giusta. Fino alla fine, la deliberazione del titolo di MVP del match è stata una questione personale tra David Lee e il piccolo grande uomo di Jackson nel Mississippi.
Lha spuntata il centro dei newyorkesi per via della sua immacolata percentuale al tiro con 14 su 14 al tiro e 30 punti.
La convocazione per il Rookie Challenge del Venerdì è giunta dopo una mezza stagione da record per il numero Otto dei Guerrieri della Baia, con 17 punti, 4 assist e il 47 % dal campo. Il buco nero dei suoi splendenti referti arriva alla voce Turnover. Le palle perse sono più di tre, e quindi, il rapporto(amatissimo negli USA) assistenze/palle perse è uno dei più negativi dellNBA.
Se si guarda alla sua effettiva tecnica personale nel fare play, non trovate nei suoi cromosomi, una benché minima capacità di iniziare un gioco per la squadra. Tutto parte da uneventuale uno contro uno, e da lì in poi, quello che succede è solo quasi esclusivamente dovuto al caso.
Questo sistema di gioco è, soprattutto, dovuto al modo di Don Nelson di far giocare i suoi team. Senza molti fronzoli e parole, viva il talento individuale e la velocità di esecuzione.
Cè poco da pensare e molto da fare!!
Queste peculiarità di gruppo vanno a genio per Monta Ellis, scelto al Draft del 2005 al numero 40. Abituato alla High School (Lanier), dove gingillava i suoi avversari e i punti segnati si contavano in, anche, quattro o cinque mani, per Monta il divertimento è cominciato da questa stagione.
Giocatore che aggredisce il canestro sempre, Monta sa arrestarsi molto bene dalla linea dei tre punti per far valere la sua efficace meccanica di tiro. È in grado poi, di finire le incursioni in area con delle tonanti schiacciate che spaventano (e non poco) gli avversari. Si ricordi una schiacciata in contropiede contro Phoenix, e precisamente a Barbosa, in cui la guardia di Golden State sbriciolò il pleonastico tentativo del brasiliano di stopparlo.
Altro suo punto forte è la velocità. Se non è il giocatore più rapido poco ci manca. Tony Parker e Leandrinho Barbosa han trovato un valido contendente per la corona di miglior sprinter sui 28 metri dei parquet. Tale prontezza la usa anche in difesa, in cui gazza palle su palle ai rivali. Nelle linee di passaggio è paragonabile allIverson degli anni doro. Agli inizi della sua prima stagione da Pro nella Lega, Monta era riconosciuto solo come un gran scippatore di Spalding ma nulla più. Man mano, con il record della squadra da San Francisco sempre più perdente, Ellis ha trovato sempre più spazio, dimostrando che in attacco non era affatto male.
Qualcuno, addirittura, dopo le prime partite della sua prima regular season, affermavano che lui sarebbe stato solo un buon giocatore per lEuropa. Niente di più sbagliato. Con le sue qualità specifiche non avrebbe mai sfondato nel Vecchio Continente perché i ruoli solisti, che tanto piacciono a lui, non sarebbero durati a molto per i coach puristi europei.
Per Monta si prostra un luminoso orizzonte in cui laumento della sua massa muscolare, abbastanza scarsa tuttora, è la prerogativa. I fattori offensivi personali li possiede tutti, resta da affinare lesuberanza che mette in tutte le cose che compie. I passaggi smarcanti, innanzitutto, devono esser meno rischiosi e le giocate spettacolari possono lasciar spazio anche ad un po di lettura tattica dei mismatch altrui e approfittarne senza forzare le conclusioni.
Guardando alla difesa, non si potrà migliorare molto visto che il fisico non gli consente di stare con quasi nessuno. Sulle linee di passaggio è, tuttora, uno dei migliori, ma uno contro uno è meglio che si tenga da parte e raddoppi, eventualmente. Se va in aiuto può essere molto efficace e da lì, i contropiedi dei Warriors potranno avere una gran risorsa per arrivare ai playoff che mancano da ben undici anni sulla Baia.
Non resta che dire: Montate in Sella ad Ellis!!!!