Non cè un attimo per respirare in questi [b]playoff[/b]. Così dopo appena due giorni ([b]39 ore[/b], per la precisione) dopo la vittoria casalinga contro i Suns gli Spurs sono scesi in campo contro i Jazz per gara1 delle finali della [b]Western Conference[/b]. Gli Spurs non sono sembrati stanchi, anzi, sembra proprio che il clima dei playoff sia di gradimento per Duncan e soci.
Nasce così una gara1 senza storia, dove gli Spurs giocano 3 quarti molto vicini alla perfezione, difendendo come assatanati e trovando tiri comodi in attacco. Si spiega in questo modo il parziale di 32-16 con cui si chiude il secondo quarto, grazie ad un [b]Duncan[/b] che avrebbe potuto far a meno di prendere in giro tutti, ma proprio tutti, giocando una stagione regolare degna di una scartina per poi esplodere in modo così fragoroso in questi playoff. Per il caraibico a fine partita ci sono 27 punti 10 rimbalzi 5 assist e 2 stoppate in 39 minuti di gioco, oltre ad un dominio assoluto sotto canestro.
Un confronto impietoso per i [b]lunghi Jazz[/b], che forse avranno patito lemozione, ma che sono anche sembrati di una dimensione fisica inadeguata per gli standard neroargento.
[b]Boozer[/b], che in ogni caso ricordiamolo, è autore di playoff fantastici, ed [b]Okur[/b], idem come prima, hanno chiuso con un agghiacciante 10/32 dal campo tanto da costringer Sloan a provare la mossa della disperazione schierando per 9 minuti Rafa Araujo (sì, il pivottone bianco ex Raptors, quello che su un campo di basket ci è capitato per caso).
Così con Kirilenko tornato ai suoi standard offensivi stagionali e nessuno tra gli esterni in grado di segnare con continuità [b]Deron Williams[/b] si è messo in proprio. Lex Illinois ha segnato 34 punti ( di cui 18 nellultimo quarto, record nei playoff) conditi da 9 assist 7 rimbalzi, 1 rubata ed 1 persa, un dato inconcepibile questultimo, se si considera che è stato in sostanza il 90% dellattacco Jazz.
Il problema è che di fronte a questi Spurs, che hanno organizzato una guardia spietata in primis su Boozer, alternandogli contro [b]Duncan[/b], [b]Horry[/b] ed [b]Oberto[/b], che hanno un [b]Ginobili[/b] da 23 punti e 10 assist che suona la carica dalla panchina (il primo scossone alla partita è firmato dallargentino, che entra a causa di un inizio sonnolento degli Spurs ed inchiostra subito un 10-0 di parziale che fa schizzare i neroargento sul 13-2) oltre ad un [b]Parker[/b] da 21 punti e 6 assist (bellissimo quello schiacciato a terra tra le gambe di Okur che spedisce Ginobili a canestro) e che difendono in modo asfissiante cè poco da fare.
Utah ha provato una timida reazione nel secondo tempo (chiuderà avanti sia il terzo che il quarto periodo recuperando 10 punti in totale) ma la sensazione è che gli Spurs abbiano un po alzato il piede dallacceleratore anche a causa della stanchezza oltre che per il margine rassicurante di vantaggio. [b]Jerry Sloan[/b] non ha preso benissimo latteggiamento molle ed intimorito con cui i suoi sono scesi in campo: [i] Se sono così intimiditi e non desiderano andare in campo e competere, è meglio che rimangano in spogliatoio, non mi è piaciuto ciò che cosa ho visto in campo, con i ragazzi che scuotono la testa, dobbiamo rimanere insieme. Stavamo cercando delle scuse[/i], ed infine [i]Se vogliamo essere una squadra migliore dobbiamo giocare meglio[/i], concetti semplici, banali anche ad una prima lettura, ma che hanno trascinato i Jazz fino alla finale di Conference e che evidentemente Sloan vuol ricordare, anche con forza, ai suoi.
Felicissimo invece, e ci mancherebbe altro, Micheal Finley (unaltra delle varianti di livello di questi Spurs) a fine gara: Se li chiamano i big three ci sarà un motivo dice parlando di Duncan, Ginobili e Parker, quando giocano così e producono questi numeri diventiamo una squadra veramente difficile da battere.
Chiudiamo con due note statistiche, entrambe riguardanti [b]Tim Duncan[/b]: il caraibico con il bottino di gara uno viaggia a 26.5 punti di media negli [i]opening game[/i] (26, come le serie playoff che ha giocato), solo 4 giocatori hanno una media punti migliore di lui: Michael Jordan (34.0), Jerry West (27.7), Shaquille O’Neal (27.6) e George Mikan (26.6). Ed infine sempre Duncan è a 2 partite da 20+10 per affiancare Shaq nella speciale graduatoria dei giocatori con più partite da 20 punti e 10 rimbalzi in un singolo playoff, il caraibico, con quella di stanotte è a quota 10, davanti a lui solo Jabbar (11 partite nel 1977) ed appunto Shaq (12 partite nel 2003)