Ci siamo. Dopo 8-9 mesi di battaglie assortite su tutti i campi d’Italia, dopo la Supercoppa, la Coppa Italia, un’Eurolega che non ha visto le italiane protagoniste vere, le altre coppe europee che non hanno riservato grandi gratificazioni alle nostre squadre (Siena e Bologna comprese) e dopo uno strascico di carte bollate a causa del caso-Lorbek, finalmente, ci siamo. Siamo arrivati al capolinea, all’ultimo atto, alla finale assolutamente non pronosticata. I bookmakers, all’inizio del campionato, pagavano un eventuale scudetto senese a 15 e, addirittura, a 30 una vittoria della Virtus Bologna. Questi dati la dicono lunga su quanto questa sfida non fosse pronosticata e pronosticabile. A Siena, in estate, erano state giocate delle scommesse che a questo punto possono tranquillamente dirsi tutte vinte a prescindere dall’esito della finale. La prima grande scommessa era quella dell’uomo in panchina, si passava da un guru come Recalcati, l’uomo del primo scudetto mensanino, della Supercoppa e della final four di Eurolega e si scommetteva su Simone Pianigiani giovane coach fatto in casa con esperienza nulla di capo-allenatore se non a livello giovanile. Pianigiani ha conquistato tutto e tutti, ha conquistato il pubblico senese, ha battuto record su record, ha vinto il premio come miglior allenatore dell’anno, tutto questo all’esordio: chapeau. E poi in campo: chi avrebbe potuto pensare che Terrel McIntyre sarebbe stato il MVP del campionato? Chi avrebbe scommesso sulla crescita esponenziale di Eze? Chi avrebbe pensato che Sato e Forte fossero i due crack che si sono rivelati? E Kaukenas sesto uomo di lusso? Beh, ad oggi la lungimiranza di Minucci (a proposito, a lui il premio per miglior dirigente dell’anno) va soltanto elogiata perchè queste scommesse sono state tutte clamorosamente vinte. La perla del GM senese è stata sicuramente l’ingaggio di Stefanov, il piccolo macedone si è rivelato decisivo in gara-4 di semifinale a Roma, stante l’assenza forzata di McIntyre per infortunio. Oltre ad un impianto di gioco ormai collaudatissimo e a giocatori sui quali si può contare ad occhi chiusi peserà, a favore della Montepaschi, il fattore campo, fattore campo che nelle semifinali è saltato con sistematicità ma che è sempre bene avere dalla propria parte piuttosto che contro. A Siena, in questi giorni di vigilia, si è assistito ad un vero e proprio assalto all’arma bianca ai botteghini e si può essere sicuri che domani sera il Palasclavo sarà traboccante. Si attendono anche un mezzo migliaio di tifosi bolognesi, mentre per gara-2 sono già pronti 5 pullman di tifosi senesi ed un serpentone di auto che si preparano a varcare l’Appennino. Mens-Sana favorita nella serie? Probabilmente si, la regular season ci ha regalato una Mens-Sana dominatrice incontrastata del campionato che ha battuto 2 volte su 2 i bolognesi rivali in finale. Ma il pronostico è una cosa e il campo sarà sicuramente un’altra. La Vidivici non vuol certo fare la parte della vittima sacrificale e di sicuro darà moltissimo filo da torcere alla Montepaschi. I bolognesi sono reduci da un campionato brillantissimo, hanno anche occupato a lungo la prima piazza da soli o in coabitazione, e da una semifinale dominata contro l’Armani Jeans Milano nella quale hanno fatto saltare il famigerato fattore campo del quale parlavamo in precedenza. La Vidivici, nel corso dell’anno, ha cambiato pelle come un serpente: gli innesti di Ilievsky, Grant, Petrovic, Nikolaidis, Glinyadakis e le forzate assenze di Michelori (augurissimi di una pronta guarigione) e Lang (forse recuperabile nel corso della serie di finale) propongono una Virtus molto diversa da quella sconfitta sia a Siena che a Bologna nel corso della regular season. I bolognesi appaiono, in confronto ai biancoverdi toscani, decisamente inferiori sotto le plance dove Eze, Baxter e Stoonerook potranno far valere centimetri e chili. Dall’arco la Virtus non ha, invece, nulla da temere da nessun confronto, uomini come Vukcevic (un ex), Ilievsky, Di Bella, Giovannoni, Drejer e Blizzard hanno davvero poco da invidiare ad una pattuglia biancoverde seppure fornitissima di frecce al proprio arco: Sato, Forte, Kaukenas, Carraretto. In cabina di regia ci sarà un duello stellare, da una parte un ex pro Nba come Trevis Best che non ha certo bisogno di presentazioni, dall’altra parte “semplicemente” il MVP del campionato e cioè Terrel McIntyre. In panchina bolognese un mago come Markovski ha dalla sua l’esperienza che innegabilmente manca a Simone Pianigiani.
Gli ingredienti per una serie incerta e lunga ci sono tutti, il campo sarà come al solito giudice inappellabile, l’augurio che ci sentiamo di fare è che dopo ogni gara si parli solo e soltanto di basket giocato e si ignorino i tre in grigio con il fischietto in bocca, di polemiche come quelle scatenatesi dopo Siena-Roma e Bologna-Milano ne facciamo molto volentieri a meno!!!!!