Una squadra vincente è rappresentata da un leader vincente, mentre chi arriva sempre ad un passo dal traguardo ma non lo taglia mai, è destinato a svanire con il tempo.
Il Real Madrid vince il suo trentesimo titolo come aveva fatto per i precedenti due: in trasferta. Uno sul campo del Tau e il precedente sul campo degli acerrimi rivali del Barcellona. Dejavù.
Il Real ha giocato una serie quasi perfetta meritando appieno il titolo e la sua stella Felipe Reyes ha giocato su livelli incredibili non solo dal punto di vista statistico, ma soprattutto come impatto, importanza e senso del dramma.
Plaza, invece, vince da Catalano, in terra catalana e da completo esordiente il suo primo titolo, proprio come Simone Pianigiani ha fatto nello stivale…il destino….
La partita inizia con un Real leggermente contratto che subisce i 5 (ed unici!!) punti di Navarro, ma contiene i danni grazie ad un attacco che gira a pieno regime e ad un Bullock formato esportazione. La difesa del Barça con l’andare del tempo si fa vieppiù inguardabile, il Real trova tutte le soluzioni a lui congeniali con tiri piedi per terra dall’arco per Smith e Tunceri, il post basso esiziale di Reyes e tantissimi rimbalzi d’attacco convertiti in punti facili….troppo facili….
Il primo quarto si conclude sul 27-22 con la squadra di Ivanovic ancora in scia esclusivamente per merito del sempre efficace Lakovic, che punisce dai 6.25 con costanza svizzera.
Il secondo quarto viaggia sullo stesso leit motive. Le bocche da fuoco del Real si alternano sul proscenio per sferrare pesanti colpi agli avversari e a loro si aggiunge anche Kerem Tunceri, che con il percorso netto dalla lunga distanza, offre un plus valore che fa tutta la differenza del mondo.
Navarro è in bambola, Ukic dannoso ed anche la coppia italiana Basile-Marconato è decisamente sottotono, la pratica Kasun la lasciamo a Freud, mentre gli avversari prendono, ringraziano e vanno al riposo con 14 comodi punti di vantaggio.
Al rientro dagli spogliatoi la difesa del Barcellona sembra più incisiva, muove molto bene i piedi sulla palla e complica la vita all’attacco ospite. Basile si incolla a Bullock, Lakovic a Lopez ma la coppia Reyes-Hervelle mantiene un buon margine tra le squadre. Il lungo belga è protagonista assoluto del terzo periodo con sette punti e tantissimi extra possessi concessi ai suoi. Come spesso accade l’intensificare della difesa dopo l’inizio remissivo, fa incorrere il Barça in numerosi falli di agonismo, i giocatori si innervosiscono e si sentono spesso (non a ragione) penalizzati dagli arbitri. A metà terzo periodo per la serie “fantasmi sul campo”, va a sedersi in panchina Juan Carlos Navarro ed entra Roger Grimau. E’ proprio quest’ultimo a giocare con l’intensità mentale che è mancata al suo leader e regala degli ottimi penetra e scarica, che fruttano almeno quattro lay-up alla coppia Kakiouzis-Trias.
Il Real prova a chiudere i conti portandosi addirittura a +19 con un canestro di Reyes in contropiede, il Palau Blaugrana è completamente zittito, la stella della squadra è in panchina per l’ennesima stecca decisiva e la coppia Grimau-Ukic (con tutto il rispetto) a guidare una squadra svuotata tecnicamente e moralmente. Plaza ordina l’amministrazione controllata dei suoi, che come spesso succede si alzano dalla sella prima del traguardo e smettono di attaccare, subendo un parziale di 11-0 che riapre i giochi.
Kakiouzis (troppo spesso ignorato dal suo coach) suona la carica e con una tripla fondamentale ridà solamente cinque punti di disavanzo ai suoi. Come sempre è successo il Real nel momento difficile si affida a “ball in the bank” Reyes, che risponde con il canestro di puro talento dopo il bump contro Marconato.
Lakovic è l’ultimo ad abbandonare la nave e realizza la bomba del -4, ma dall’altra parte Raul Lopez con la tripla aperta su scarico di Tunceri, infila gli ultimi chiodi nella bara del Barcellona dopo una partita che definire difficile è quantomeno generoso.
Lakovic sbaglia il tiro in entrata ed è il canto del cigno per i suoi che vedono il torello degli avversari negli ultimi secondi e una tripla da metà campo di Tunceri per chiudere le ostilità.
Il Real è meritatamente campione di Spagna dopo un campionato che lo ha visto protagonista sin dalle prime giornate in cui sembrava essere in grado di dominare. Ha vissuto momenti di gioia come la vittoria in Uleb Cup e momenti altamente difficili come i vari infortuni patiti e la delicatissima gara 4 in trasferta a Badalona sull’orlo dell’eliminazione. Con la compattezza e la solidità è riuscito a superare questi problemi, grazie ad un coach che ha mostrato grande autorità e l’arguzia di un veterano.
[b]MVP delle finali:[/b] Felipe Reyes. Senza alcun dubbio è IL giocatore di queste finali. Ha steccato solo gara 3, ma nelle vittorie dei suoi è sempre risultato decisivo. Una volta ricevuto il trofeo di miglior giocatore ha indicato i propri compagni facendo capire che il merito era anche loro e poi si è unito alla delirante festa. Un leader dotato di carisma e talento da fuoriclasse. Campeon Felipe.