Nella scorsa stagione, dopo unattesa durata dodici anni, Golden State era riuscita a [b]tornare nei playoff[/b]: i Warriors, dopo aver licenziato in estate Mike Montgomery e portato in panchina Don Nelson, si erano conquistati, con un record di 42-40, lottavo posto ad ovest, lultimo a dare diritto alla post-season. Le buone notizie non erano però finite con quel sospirato ritorno: la franchigia di Oakland era poi riuscita ad eliminare i Mavericks, migliore formazione della Western Conference nonché ex-team di Nelson, diventando la prima squadra che partendo dalla posizione numero otto del tabellone riuscisse a vincere contro la prima classificata in una serie da sette gare. Il turno successivo, un 1-4 contro Utah, aveva poi segnato la fine della corsa, rimandando ogni discorso sulle ambizioni dei californiani alla stagione che inizierà tra meno di un mese e spostando lattenzione sulle mosse al Draft e sul mercato della dirigenza.
Il 29 giugno, il GM Chris Mullin, assieme ai tentativi poi falliti di inserirsi nella corsa per Garnett e in quella per il cinese Yi Jianlian, in occasione del Draft 2007 ha [b]scambiato Jason Richardson assieme al neo-scelto nel secondo giro Jermareo Davidson per il rookie Brandan Wright e leccezione da dieci milioni di dollari dei Charlotte Bobcats[/b]: unoperazione non certo priva dimportanza per i Warriors. J-Rich era infatti la guardia titolare di Golden State dal momento dellingresso nella Lega avvenuto sei anni fa, era diventato capitano della squadra e il suo gioco esplosivo lo rendeva una solida opzione in attacco.
A rendere più discussa la trade si è aggiunta la rivelazione da parte di Wright di un infortunio pregresso, del quale sembra lo staff non fosse stato messo a conoscenza, in conseguenza del quale lala da North Carolina ha preferito posticipare ogni attività allinizio del training camp. In ogni caso, si tratta di un giocatore molto giovane (classe 1987) e molto atletico, dalle braccia lunghe e anche abbastanza rapide nel difendere sulle linee di passaggio e sui raddoppi, nonché dotato di un buon tocco sotto canestro; per avere un impatto trai professionisti, però, dovrà costruirsi un fisico ben più robusto nella parte superiore del corpo, che altrimenti rischia fortemente di penalizzarlo a rimbalzo, e un tiro affidabile almeno dalla media.
Sempre dalle scelte, con la diciottesima chiamata, è arrivato [b]Marco Belinelli[/b], giocatore che non ha bisogno di presentazione per i tifosi italiani. Dopo una summer league di buon livello e una partecipazione agli Europei dove ha avuto delle prestazioni alterne ma con picchi di rendimento notevoli, Nelson sembrerebbe orientato a farlo partire da subito in quintetto, ed anche se è risaputo quanto [i]Nellie[/i] sia volubile nelle sue scelte, è difficile pensare che si tratti soltanto di affermazioni di circostanza.
Il secondo giro ha consegnato un ulteriore nome straniero, ma ben conosciuto negli States, ovvero il gabonese Lasme; nonostante laltezza (ufficialmente 2.03), un po scarsa per unaspirante ala-centro NBA, a UMass ha dispensato nel suo anno da senior ben 5,1 stoppate a partita nella Atlantic 10 ed ha eguagliato con quattro triple doppie in una stagione il relativo record NCAA oltre a portare lateneo di Amherst al NIT. Se riuscisse a trovare spazio, impresa difficile ma non del tutto proibitiva, poterebbe offrire una manciata di minuti di grande intensità a rimbalzo e in difesa, oltre a qualche canestro grazie al discreto gancio che eleva un po il non eccelso tasso tecnico del già venticinquenne Stephane.
Mullin, che ha rimandato nel frattempo qualsiasi discussione sul rinnovo del contratto a [b]Baron Davis[/b] (il quale, con la partenza di Richardson, è diventato se possibile ancor più importante per la franchigia) al termine della stagione, ha riconfermato la guardia/ala anglonigeriana Azubuike, Matt Barnes e soprattutto Mickaël Piétrus. Il francese era stato per lintera estate al centro di trattative per la sua cessione, che il giocatore aveva esplicitamente richiesto, ma il primo di ottobre è stato trovato un accordo che ne prolungherà, almeno per adesso, la presenza nel roster californiano, al quale sono stati aggiunti i veterani Croshere e Troy Hudson oltre alla seconda scelta del 2006, ovvero il centro serbo Kosta Perović. Dopo dieci anni lascia invece la franchigia Adonal Foyle, tagliato e prontamente ingaggiato da Orlando, assieme a arūnas Jasikevičius tornato in Europa, al Panathinaikos, dove lo attendono un biennale da sette milioni di dollari a stagione e il posto da titolare che difficilmente avrebbe potuto ottenere ai Warriors.
Come sarà quindi [b]il quintetto di Golden State[/b]? Baron Davis, sperando che la salute lo sostenga abbastanza, è ovviamente un punto fermo come play: a ventotto anni sta entrando nel periodo chiave della propria carriera, in molti pensano addirittura che sia pronto a soffiare in questa stagione il titolo di miglior playmaker della Lega a Steve Nash; con Nelson continuerà ad avere tutta la libertà necessaria di inventare e concludere, ed è probabile che la questione del rinnovo sarà uno stimolo ulteriore per cercare di portare i Warriors avanti anche nella post-season. Nella posizione di guardia, stando alle dichiarazioni citate in precedenza, dovremmo vedere Belinelli, ma è immaginabile che il minutaggio sarà diviso con Monta Ellis, una combo guard atletica ed un realizzatore che può nel caso cambiare Davis ed è fresco vincitore del premio per il giocatore maggiormente migliorato. Ala piccola (e capitano assieme al Barone ed a Barnes) Stephen Jackson, che dopo essere stato finito per lennesima volta nei guai con la legge, quindi squalificato multato dallNBA, si è presentato in conferenza stampa con un nuovo tatuaggio legato allultimo fattaccio: da lui ci si attende quel gioco a 360° che lo rende spesso un rebus per le difese avversarie e la consueta grinta difensiva, oltre a qualche mattana di meno. Per la power forward titolare sarà una questione più complessa: il coach dei californiani ha suscitato di nuovo una certa sorpresa investendo del ruolo di starter, almeno a parole, Austin Croshere e motivando tale scelta con la maggiore attitudine al rimbalzo dellala, in precedenza vista ai Pacers e brevemente pure ai Mavericks, nei confronti di Al Harrington, il quale però può contare su di un arsenale offensivo e su dei mezzi atletici sconosciuti al suo compagno ai tempi di Indiana; è comunque realistico pensare che, anche se trai cinque titolari andasse Croshere, alla fine chi rimarrebbe di più in campo sarebbe comunque il talento di Orange, New Jersey. In mezzo, reduce da un Europeo avaro di soddisfazioni con la Lettonia, ci sarà Andris Biedriņ, i cui progressi finora mettono a disposizione dei Warriors un centro solido sotto i tabelloni e svelto di piedi (cosa alquanto gradita nel gioco ad alta velocità predicato da Nelson) che può ormai garantire una doppia-doppia di media nonostante una certa esiguità di soluzioni offensive, le atroci percentuali ai liberi ed i perduranti problemi di falli.
La [b]panchina[/b] offre, oltre a tutti gli sconfitti nelle situazioni elencate in precedenza, Troy Hudson (che nonostante la statura da playmaker abbinata ad istinti da finalizzatore, un carattere nientaffatto semplice, gli infortuni degli ultimi due anni, rimane un giocatore rapido, pericoloso tanto in penetrazione tanto da tre e quindi potenzialmente adatto a questa squadra) come guardia, quindi i tre atleti (termine scelto non a caso) Piétrus, Azubuike e Barnes per lala piccola, con i primi due schierabili anche nel backcourt. Il francese originario della Guadalupa è un difensore eccellente, dalle impressionanti doti atletiche, a suo agio in campo aperto ma ancora alterno nelle conclusioni da fuori e dalla lunetta; dallex-Wildcat giunto a Golden State dalla D-League, che si è messo in luce con il tiro da tre e un grande dinamismo , ci si aspetta che le buone giocate viste nella seconda parte della stagione passata non vengano annacquate dal nuovo contratto; Barnes è una SF atletica che dopo un inizio di carriera da journeyman ha trovato spazio grazie ad una improvvisa esplosione come realizzatore dallarco e, seppur a livelli non altrettanto eclatanti, rimbalzista. Wright dovrà quindi farsi largo in un ruolo affollato e con un allenatore di solito poco generoso con i rookie, ma anche grande sperimentatore: sarà interessante vedere la piega che prenderanno le cose. Detto di Lasme e dei suoi eventuali ritagli in ala forte, sotto canestro si dovrebbero infine vedere Patrick O’Bryant (centrone ventunenne scelto alla nona chiamata nel 2006, ma che tra una frattura al piede destro che gli fece saltare il training camp e i mancati miglioramenti criticati senza mezzi termini da Nelson non ha fatto che apparizioni saltuarie) e Perović (un 2.18 classe 85 che al Partizan Belgrado ha mostrato solo parte del proprio potenziale, quanto bastava tuttavia per attirare dure reazioni in patria per la scelta di non unirsi alla nazionale serba in Spagna), con leuropeo in leggero vantaggio stando alle parole del GM.
In conclusione, [b]cosa aspettarsi[/b] da Golden State per il 2007/08? Se non ci saranno infortuni o incidenti extra-sportivi (vero Jackson ?) i playoff saranno tranquillamente alla portata della squadra, che dovrebbe anche divertire e segnare molto; oltretutto qualora Nelson scegliesse di difendere non avrebbe nemmeno problemi insormontabili a trovare gli uomini giusti nel suo roster. Le incognite restano altre: riuscirà il coach a gestire, senza creare malumori, tutti gli esterni della squadra ma soprattutto ad imporre una volta per tutte il proprio gioco nella post-season ?
Nellattesa di avere le risposte un in bocca al lupo ai Warriors e soprattutto al Beli per la sua avventura americana.
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