Scavolini Spar Pesaro Armani Jeans 84-79 (25-19; 44-39; 59-59)
Considerato il non certo facile avvio che il calendario ha riservato alla neopromossa Scavolini, quando arriva una vittoria, specialmente contro una squadra valida ed ambiziosa come lOlimpia di Markovski, non è tanto il caso di stare a sottilizzare su come la si sia raggiunta ma semplicemente bisogna essere soddisfatti di aver messo fieno in cascina; a ciò si aggiunga la conferma che la squadra pesarese, almeno per ciò che riguarda i match interni ed al di là di qualche ingenuità che si può ancora perdonare, ha già raggiunto quella solidità che si richiede per poter competere in un campionato attualmente così equilibrato.
Certo la partita di ieri, da qualunque sponda la si guardi, non è stata un esempio di spettacolarità, quanto meno da un punto di vista squisitamente tecnico o tattico, ma si sa che le squadre di Markovski sono sempre ostiche da affrontare e da interpretare e, comunque, va ribadito come la squadra non abbia sicuramente difettato in agonismo e grinta, conducendo peraltro per quasi tutta la partita.
La Scavo parte con il classico starting five, mentre lalchimista italo macedone inserisce Shaw al posto dellacciaccato Watson ed Aradori al posto dellinutilizzabile Gallinari; questultima mossa, peraltro, da buoni frutti perché nonostante qualche patema difensivo su Hicks (suo il primo canestro dellincontro, segnato immediatamente brutalizzando il giovane milanese in post basso), Aradori pesca due buone triple ed un ottimo assist per Shaw che lanciano Milano sul 7 10 dopo 6 minuti.
Si tratta tuttavia di un fuoco di paglia; Clark impatta immediatamente con una tripla e, nonostante unaltra ottima azione offensiva di Aradori che porta Milano al penultimo vantaggio della partita (17-19), Fultz allunga sul 22 19 con un siluro sullo scadere del primo quarto.
Sarà proprio il play di scuola Fortitudo, unitamente al sostanzioso apporto di Podestà entrato al posto di un Pasco in visibile difficoltà contro Shaw, a propiziare lallungo pesarese, poi rivelatosi decisivo, del secondo quarto.
Non si tratta di nulla di trascendentale ma Milano va un po in bambola ed a Pesaro è sufficiente, con linnesto dei due italiani di cui sopra, cancellare qualche castroneria offensiva di troppo per prendere il largo.
La Scavolini raggiunge così il massimo margine di vantaggio (36-28), ma a questo punto è brava Milano a non perdere la testa ed a mantenersi a contatto grazie ad un Bulleri che, in assenza di una sua regia efficace, realizza almeno cinque punti in fila per il 44-39 di fine primo tempo.
Linizio vede il lento ma inesorabile rientro dellArmani; nonostante i milanesi continuino con il loro campionario di errori offensivi, tuttavia in difesa cominciano a far sentire la loro fisicità con un quintetto assai insolito per gli standard di Markovski, che vede in campo contemporaneamente Shaw, Watson, e Sesay.
La Scavolini dimostra di non gradire molto la rumba e ne risente soprattutto il suo attacco, non più fluido come in precedenza; è inevitabile quindi che, dopo aver addirittura messo la testa avanti con Watson sul 56-57, i milanesi riescano a chiudere in parità il 3° quarto con Bulleri ancora sugli scudi.
Ai pesaresi serve una scossa e Sacripanti pensa bene di rientrare dalla pausa breve con un quintetto in grado di rispondere alla tonnara milanese. Si tratta probabilmente della mossa decisiva: Fultz, Brokenborough, Hicks, Zukauskas e Podestà non avranno forse il talento offensivo dei loro compagni ma mordono i garretti in difesa e mantengono una certa lucidità in attacco (menzione speciale ancora per Fultz e Podestà), dove finalmente si scatena Hicks segnando 10 dei suoi 19 punti e cancellando i primi due quarti, francamente piuttosto imbarazzanti da un punto di vista prettamente offensivo.
In tre minuti si arriva sul 70-61 che, dopo il secondo time out chiamato da Markovski, diventa 72-61. La partita tuttavia ha preso la sua piega decisiva: Milano continua a menare randellate, Pesaro risponde da par suo, la partita diventa uno stucchevole stillicidio di tiri liberi che permettono a Gaines di rimpinguare il suo bottino personale ma che comunque non consentono allOlimpia di andare oltre ad un inutile riavvicinamento.
La consueta ed attesa schiacciata di Pasco ad un minuto dal termine (82-75) sancisce ufficiosamente la fine delle ostilità in attesa che il risultato finale si cristallizzi sull84-79.
Pesaro, dopo la Benetton, batte unaltra grande del campionato e rimane aggrappata al mucchione di centro classifica, ma forse la risposta definitiva sulle reali ambizioni della Scavolini andrà posticipata allesito dei prossimi incontri, che prevedono due match esterni e poi il rientro fra le mura amiche contro la Virtus Bologna.
Milano, come molte altre squadre in questo avvio di stagione, è ancora un cantiere aperto ed oramai è risaputo che il verbo offensivo di Markovski è tuttaltro che facile da digerire, a maggior ragione se si considerano gli infortuni che hanno costretto latteso Gallinari al forfait e Watson a saltare praticamente tutti gli allenamenti della settimana; la squadra in questo momento è tuttaltro che brillante ma almeno ha dato già una buona dimostrazione di carattere.
Play of the game. Ci sarebbero da raccontare le consuete schiacciate di Pasco, ma vorrei porre lattenzione su una giocata da veterano del giovanissimo Aradori che, al termine dellennesimo confusionario attacco milanese, riceve sulla linea da tre, finta il tiro, semina il difensore ed in penetrazione appoggia alla tabella evitando la stoppata con gesto di gran classe e bruciando la sirena dei 24 secondi.
Sacripanti: Dobbiamo essere contenti. Abbiamo dato una grande dimostrazione di forza a livello nervoso, perché non era per niente facile vincere contro una Milano ferita. Abbiamo commesso ancora qualche errore di troppo dovuto principalmente alleccessiva foga: è chiaro che non è un bene ma si tratta di errori che si possono perdonare. Serviva un grosso sforzo difensivo per giocare e vincere contro una squadra anomala offensivamente come Milano ed è stato compiuto. Abbiamo dimostrato che non esistono differenze tra i cosiddetti titolari e la panchina; oggi ho visto buone cose anche da Brokenborough che, nonostante sia ancora in parte condizionato dallambiente, ha fatto vedere ottime cose in difesa. Noi perdiamo ancora troppi palloni quando lavversario ci mette le mani addosso ma ripeto che dobbiamo essere assolutamente soddisfatti, anche perché, a mio avviso, Milano è potenzialmente lunica squadra che può insidiare Siena, quanto meno sul piano dellatletismo e della forza.
Markovski: E stata una partita intensa e con il risultato sempre in bilico ma alla fine la maggiore freschezza atletica della Scavolini ha avuto la meglio. Noi dobbiamo recriminare sulle 24 palle perse che ci hanno fatto perdere il vantaggio delle migliori percentuali al tiro, almeno nei primi tre quarti. La squadra è obiettivamente in difficoltà: la squadra è molto rinnovata ed in questo senso gli infortuni non ci aiutano di certo; tuttavia dobbiamo vivere questa situazione con serenità, perché il campionato è lungo ed equilibrato e quando saremo al completo le cose potranno migliorare. La mossa di Sesay in ala piccola era stata studiata proprio per far fronte allassenza di Gallinari. Sono molto soddisfatto della prova di Aradori ma lui è giovane ma lui è molto giovane e non voglio rischiare di bruciarlo caricandolo di eccessive responsabilità: per questo motivo nel secondo tempo non è più rientrato. Questo è il mio modo di far crescere i giovani e comunque lui deve essere molto soddisfatto perché migliora continuamente.
Scavolini Gruppo Spar Pesaro: Pasco 6 (3/3), Zukauskas 2 (1/1), Slay 7 (2/5 1/2), Brokenborough 3 (1/2 0/1), Laudani n.e., Fultz 13 (2/2 2/2), Myers 11 (1/2), Hicks 19 (5/10 2/4), Clark 14 (2/6 2/5), Gay n.e., Podestà 9 (4/6), Rossato n.e..
Armani Jeans Milano: Sesay 5 (0/2 1/5), Gaines 15 (2/2 1/4), Toure 7 (3/3 0/2), Gallinari n.e., Bulleri 11 (2/4 1/2), Aradori 10 (1/2 2/2), Shaw 9 (4/5), Watson 7 (3/5), Vukcevic 7 (2/3 1/6), Enzo n.e., Gentile, Gadson 8 (3/4)